Lettera aperta ai parlamentari dell'opposizione È intollerabile quello che ci succede intorno (...). È stato sdoganato il peggio della miseria italiana, tutti si sentono autorizzati a tutto: la rabbia, l'odio, l'egoismo, e forse è questo il segreto del successo. Di un certo successo.
Stato feudale da una parte - tutto rapporto servo-padrone, fedeltà-protezione, sesso-potere e prostituzione politica (maschile, soprattutto) - dall'altra un super stato che vorrebbe competere per la direzione delle operazioni di guerra.
Uno stato dall'anima porno-clericale, che mentre celebra l'«utilizzatore finale» di corpi giovanili, invade le sfere più intime della vita e della morte per sottrarle alla libertà personale.
A noi sembra che tutto si tenga: lo spettacolo, gli show dai predellini, le ville stile Portofino dov'erano i clandestini, la violenza delle guerre e le caserme produttive dei Marchionne. Separare l'antiberlusconismo «civile» dal conflitto sociale e economico è una sciocchezza vetero-materialistica. Il materiale è l'immaginario. Le bombe e le balle, la morte e lo show, uccidono la democrazia, quindi la nostra dignità.
E se in parlamento i «Politici Esperti» chiedono ironici a Rosy Bindi se devono togliersi la giacca e arrotolarsi le maniche, la risposta che ci viene è sì. Dovrebbero fare proprio qualcosa che non sia aspettare che arrivi il 2013, magari appellandosi alla Lega e al suo «popolo» che non vorrebbe la libertà degli imputati. Non la vuole la libertà per gli imputati se sono poveracci, stranieri, non-dei-nostri. Per i ricchi che rubano nei bilanci il Carroccio chiude un occhio eccome.
L'esagerazione berlusconiana non si uccide da sola di fronte a sobria misura, eleganza e senso dello stato. Qui c'è da salvare prima di tutto una cultura, una dimensione civile, una decenza della democrazia. Se lasciamo passare questo linguaggio di barzellette, villette sul mare e bombe, siamo morti molto prima del 2013.
Da voi che state in Parlamento vogliamo sentire che non è più tempo di normale opposizione, riprogrammata sulla lunga durata della legislatura. Che poi è troppo spesso para-opposizione, «responsabile» astensione. Responsabile soprattutto del disastro. Qui siamo davanti a pratiche spettacolari «gradevolmente» eversive, che non lasciano in piedi della democrazia nemmeno le procedure esteriori. La loro etica è vincere, portare a casa il risultato: l'impunità del capo, proprietario e signore.
Secondo noi occorre fare subito qualcosa che sia all'altezza dell'emergenza. E continuare a farla. Intanto per dire che noi, che la società italiana, non è solo quella roba lì. Servirà a poco la testimonianza, però serve almeno a noi, a non sentirci complici, anche solo per scoraggiamento e rassegnazione.Dobbiamo continuare ad essere in piazza il più possibile - con la nonviolenza, certo, ma con conflittualità di chi detesta e denuncia. Di chi non subisce passivamente. E lascia un segno nel paese, scrive sui doppiopetti di questi «onorevoli» che insultano chi non può battere le mani (la deputata del Pd Ileana Argentin, ndr), che si devono vergognare, almeno davanti a noi.
A voi deputati e senatori dell'opposizione chiediamo di smettere di giocare a questo finto gioco parlamentare. Lo spettacolo non può andare avanti: toglietevi giacche e distintivi. Occupate le sedi parlamentari o andatevene.
Chiediamo che facciate mancare i numeri e blocchiate tutto, oppure che non manchiate mai bloccando tutto lo stesso. Che diate segno di esistere e di capire che non ci si può programmare sulla routine di una volta. Se non lo fate occorrerà ricordarlo anche a voi, tutte le volte che vi affacciate sulla scena.Che almeno il paese sia incandescente e vivo, non omologato. Che dica chiaro che c'è un'altra Italia, che non ne può più. E siamo noi.
di Rete@ Sinistra su il manifesto del 06/04/2011
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