Torino, 1969: gli studenti preparano l'assemblea popolare coinvolgendo il quartiere |
Come “Laboratorio politico per la
Sinistra d’Alternativa” di Savona e “PERCHE’ LA SINISTRA” saremo
presenti all’assemblea bolognese indetta per il prossimo sabato, 11
Maggio, dai proponenti il documento “Per un movimento politico anticapitalista e libertario”.
Giudichiamo questa iniziativa
alternativa a quella prevista per lo stesso giorno, a Roma, indetta da
SeL e rivolta a un’area interna/esterna al PD da raccogliersi attorno
alla figura del nuovo “federatore” (com’è stato definito dal
“Manifesto”) Stefano Rodotà, che dopo la candidatura a Presidente della
Repubblica proposta dal Movimento 5 Stelle, proseguendo nel solco della
personalizzazione della politica, pare mettersi alla testa di quanto
(compresa ALBA) si pone sì contraria alla scelta di governo delle
“larghe intese” ma rimanendo coerente ed interna al recinto del centro
sinistra, e quindi in linea col principio di alternanza e non di
alternatività.
Una scelta, la
nostra, motivata da alcune ragioni di fondo: la prima delle quali
risiede appunto nel “perimetro politico” all’interno del quale si
muovono i promotori delle due iniziative.
E’ necessario, a nostro giudizio e
proprio in questa fase, proporre una “opposizione di sistema” del tutto
esterna all’idea di rinnovare una presenza “da sinistra” dello
schieramento che si è raccolto attorno al PD nell’ultima tenzone
elettorale e che si era proposto l’idea del governo di cambiamento. Una
idea clamorosamente fallita nei fatti ma destinata comunque a fallire
laddove le politiche europee fungono da cardine, sul piano della
gestione della crisi capitalistica e finanziaria attraverso
provvedimenti strutturali davvero e letteralmente a base di “lacrime e
sangue”, a prescindere da chi le incarni.
La qualità della gestione
capitalistica della crisi, sulla quale tante volte ci siamo già
soffermati, impone l’espressione di una nuova soggettività politica
(“servono nuovi partiti” scrive Ken Loach nella
sua dichiarazione del Primo Maggio) fondata sui tre pilastri
dell’autonomia di pensiero, dell’alternativa di società e
dell’opposizione di sistema.
Tre pilastri sui quali dovrebbe
poggiare anche la presentazione, a livello europeo in vista delle
prossime consultazioni per il Parlamento di Strasburgo, di una forza
politica “sovranazionale” che raccolga in tutti i paesi i soggetti della
sinistra alternativa che si collocano “contro” l’Europa dei banchieri e
“per” l’affermazione di una piena democrazia a livello continentale e
il ribaltamento delle logiche di classe della gestione della crisi che
stanno massacrando le masse popolari.
La nostra proposta riguarda, dunque,
quella della formazione di un nuovo soggetto capace di superare in
positivo le residue realtà esistenti svolgendo un compito di
aggregazione e di radicamento sociale e costruendo una forza di impegno
collettivo, collocata al di fuori dal meccanismo perverso della
personalizzazione, fondata su di un progetto anticapitalista che ritrova
nell’analisi marxiana il suo indispensabile riferimento teorico.
Nella situazione italiana ci
troveremo, ancora, a dover fronteggiare una situazione d’emergenza per
quello che riguarderà le riforme costituzionali che tenderanno, prima di
tutto, a limitare i margini di agibilità democratica e a stravolgere il
principio fondamentale della democrazia parlamentare così come
disegnata dalla Costituzione Repubblicana.
E’ necessario dire ”no” a qualsiasi
forma di presidenzialismo, combattendo con chiarezza quello già
esistente nella forma della “Costituzione Materiale”, e portando avanti –
sul terreno delicato della riforma della legge elettorale-l’idea di
fondo del sistema proporzionale, in un’ottica di privilegio della
rappresentanza politica (e questo principio vale anche e soprattutto per
la democrazia sindacale) rispetto al concetto di governabilità.
Queste le ragioni, sia pure esposte del tutto schematicamente, per una presenza a Bologna.
Per contribuire a sviluppare
un’iniziativa di costruzione di quel soggetto politico organizzato di
cui è priva la sinistra in Italia, in una logica di forte capacità
nella proposta di un’alternativa, di ricerca di un’identità
dell’opposizione, di rinnovamento di una presenza che si ponga in
assoluta controtendenza al sistema politico dato a cominciare dal
rifiuto dei meccanismi perversi (governabilità, personalizzazione,
autonomia assoluta del ceto politico) che hanno causato l'impossibilità
per tanta parte dell'elettorato popolare di riconoscersi in una
collocazione autentica di classe e quindi la disaffezione,
l’incredulità, il disprezzo verso i rappresentanti del sistema politico
italiano e la capacità di risposta della politica.
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