giovedì 17 luglio 2014

Intervista del Manifesto a Ferrero: «Con l’Italicum Gramsci non sarebbe stato eletto»


Intervista del Manifesto a Ferrero: «Con l’Italicum Gramsci non sarebbe stato eletto»


di Daniela Preziosi – il manifesto -
Sinistre. Paolo Ferrero, segretario Prc: Renzi vuole il regime, la lista Tsipras lanci una manifestazione contro il governo e questa Europa. Sel oggi fa bene a fare ostruzionismo al senato. Ma prenda atto che non c’è più il centrosinistra. Quindi neanche l’ipotesi su cui è nata
Renzi vuole demo­lire l’impianto isti­tu­zio­nale e costi­tu­zio­nale del 48 per ren­dere imper­mea­bile alla società il governo del paese: non eleg­gi­bi­lità dei sena­tori, Ita­li­cum, riforma dei rego­la­menti. Un governo potrà fare una stan­gata in un mese, la società non avrà più il tempo di orga­niz­zarsi per fer­marlo, come si fece con Ber­lu­sconi sull’art.18 e Dini sulle pen­sioni. Negli Usa il governo ha impie­gato mesi per tro­vare un accordo sul bilan­cio. Qui invece… track, tagliola in Costi­tu­zione». Paolo Fer­rero oggi inau­gura la nuova sede del Prc, spe­cial guest Ale­xis Tsi­pras, oggi a Roma per una con­fe­renza stampa. La sera sarà poi alla festa di Sel, sabato all’assemblea della lista.
È la famosa svolta autoritaria?
È il ten­ta­tivo di costruire un regime.
Se lei fosse al senato che farebbe?
Ostru­zio­ni­smo vio­lento e una pro­po­sta alter­na­tiva per ridurre i costi, dal taglio dra­stico dei par­la­men­tari. Renzi è il fra­tello di Grillo, distrugge la demo­cra­zia usando gli argo­menti che Grillo ha usato con­tro la casta. Oggi il M5S fa l’errore dram­ma­tico di met­tersi a gio­chic­chiare con il Pd. La sini­stra invece dovrebbe lan­ciare un’altra idea di democrazia.
L’ostruzionismo è quello che sta facendo Sel, non il M5S.
Sel fa benis­simo. La bat­ta­glia di Sel e quella dei com­pa­gni del Pd, da Mineo a Chiti, è impor­tan­tis­sima per la democrazia.
Dopo la riforma del senato, sarà la volta dell’Italicum. Dal vostro 4 per cento dovrete rag­giun­gere l’8, tanto serve ai non coa­liz­zati per essere eletti?
Intanto daremo bat­ta­glia. L’Italicum è peg­gio del Por­cel­lum. Ha un pre­mio abnorme, il bal­lot­tag­gio è pre­si­den­zia­li­smo per­ché ripro­duce il mec­ca­ni­smo dei sin­daci e tende ad abo­lire le mino­ranze. Ci tengo a dirlo: è peg­gio della legge Acerbo che fece il fasci­smo dopo la mar­cia su Roma. Con quella, Gram­sci venne eletto con un Pcd’I a meno del 4 per cento, Mat­teotti con il Psu a meno del 6. Con la legge di Renzi, Mus­so­lini non avrebbe avuto biso­gno di ammaz­zare Mat­teotti, per­ché Mat­teotti non sarebbe stato eletto.
Siamo al fasci­smo, anzi peggio?
No, è scien­ti­fi­ca­mente un’altra fase. È un governo auto­ri­ta­rio che dà mano libera alle pri­va­tiz­za­zioni, alle mul­ti­na­zio­nali e alle poli­ti­che neo­li­be­ri­ste. Ma certo è lo svuo­ta­mento della demo­cra­zia. E Ber­lu­sconi si è ven­duto Forza Ita­lia per man­te­nere le aziende. Ave­vamo una Costi­tu­zione nata dalla Resi­stenza, ne avremo nata dal ricatto di un pre­mier spre­giu­di­cato su un pregiudicato.
Ciò pre­messo, dovrete arri­vare all’8%.
Dovremo costruire una sini­stra alter­na­tiva a que­sto qua­dro. Io la chiamo Syriza ita­liana, un pro­cesso costituente.
E a che punto siete?
Chi si è mobi­li­tato per le euro­pee ha costi­tuito i comi­tati, quindi l’ha vis­suto come punto di par­tenza. All’assemblea il 19 verrà pro­po­sto un pro­gramma di mobi­li­ta­zione a par­tire da una mani­fe­sta­zione con­tro il seme­stre euro­peo, e quindi con­tro Renzi. La lista Tsi­pras ha aperto uno spa­zio, l’intreccio fra comi­tati e mobi­li­ta­zione è un pas­sag­gio per una sog­get­ti­vità che pre­sto dovrà essere orga­niz­zata. Renzi cala­mita con­sensi, noi dob­biamo fare la nostra proposta.
Diceva dei ’com­pa­gni del Pd’. Civati ha invi­tato Ven­dola, non lei nella sua nuova asso­cia­zione. Perché?
Lo chieda a lui. Ma tutto quello che si fa con­tro Renzi va bene. A Civati dico: le riforme non sono un inci­dente di per­corso, non basta dire di no, biso­gna costruire un’alternativa poli­tica e sociale.
E Renzi non è nean­che un alleato.
È un avversario.
Alle regio­nali che farete? Sel non chiude le porte al Pd.
Lo vedo. Ma se riu­sciamo a costruire pre­sto un sog­getto auto­nomo e alter­na­tivo, que­sto sog­getto potrà deci­dere. Se non si fa nulla e le regio­nali regi­strano le dif­fe­renze di sem­pre, temo che le regio­nali pos­sano diven­tare la tomba di un pro­getto possibile.
Le fuo­riu­scite da Sel verso Renzi aiu­tano, a suo parere, la costi­tuente di cui parla?
Chi esce da Sel dice: è finita la fase del con­di­zio­na­mento a sini­stra del cen­tro­si­ni­stra. Il cen­tro­si­ni­stra non c’è più.
Ana­lisi che del resto lei fa da anni.
Quella fase è dav­vero chiusa. Natu­ral­mente sba­glia chi va nel Pd, Renzi non c’entra più niente con la sini­stra. Ma l’ipotesi su cui è nata Sel è in crisi, e da que­sta situa­zione nuova si può costruire una sini­stra in ter­mini diversi da prima. Al netto di quello che abbiamo fatto in que­sti anni. Chi dice no all’approdo di Gen­naro Migliore dovrebbe tro­vare natu­rale la costru­zione di una nuova sini­stra euro­pea. Il cui ele­mento chiaro è: stare fuori dal recinto dell’Europa ade­mo­cra­tica costruito da popo­lari e socialisti.

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