Dopo tanti sondaggi utilizzati come clave dai grandi potentati per plasmare la realtà a loro piacimento, le elezioni amministrative hanno determinato un positivo bagno di realtà. Questo ha assunto le caratteristiche di un positivo terremoto politico.
Innanzitutto Berlusconi ha preso un colpo molto forte, in particolare a Milano, ma non solo. Inoltre, la perdita di consensi del PdL non si è travasata sulla Lega che ha perso consensi a sua volta. Il voto non rappresenta quindi solo una perdita di voti della destra, ma incrina pesantemente l’asse di governo con la Lega che è il vero cemento della maggioranza. In secondo luogo, il centro sinistra dimostra di poter vincere con candidati radicali e senza il centro.
La crisi di Berlusconi non avviene su un piano centrista ma propone una domanda di sinistra potenzialmente maggioritaria nel paese. Se ottimo è il risultato di Pisapia a Milano, addirittura clamoroso è il risultato di De Magistris a Napoli. Un voto che premia un profilo non solo di sinistra, ma in discontinuità con la fallimentare gestione di un centro sinistra consociativo.
Per quanto riguarda il risultato della Federazione della Sinistra – nel quadro di una censura mediatica totale - ritengo sia da considerare positivamente. Nelle elezioni provinciali andiamo avanti, sia rispetto alla regionali che rispetto alle europee, sia anche se in modo disomogeneo. Più articolata la situazione delle comunali dove hanno pesato moltissimo due fattori: il radicamento sociale del partito e la sua capacità di relazione con il territorio da un lato, la collocazione relativa agli schieramenti dall’altro. La collocazione a noi più favorevole è indubbiamente quella di coalizioni di sinistra in cui il profilo della coalizione era coerente con la nostra impostazione politica. Napoli, Macerata, ma anche Milano, per non fare che tre esempi. Mediamente, un po’ più difficoltoso il nostro schieramento dentro il centro sinistra largo. Decisamente più difficile – salvo situazioni con forte radicamento territoriale – dove siamo andati da soli o con schieramenti molto ristretti.
Per rimanere a sinistra, nonostante l’enorme esposizione mediatica, Sel non raggiunge i risultati previsti dai sondaggi e l’Idv segnala un calo. Le forze politiche alla nostra sinistra non hanno risultati significativi, indipendentemente dalla nostra collocazione. In generale si può dire che la sinistra tende a crescere, ma che il tema dell’unità della sinistra non viene risolto dalle urne e rimane completamente aperto come problema politico.
Un discorso a parte, che va approfondito, merita il consenso raggiunto dalle liste Grillo, in particolare in Emilia Romagna ed in generale nel nord. Ci segnala un diffuso voto di protesta che viene raccolto da una proposta politica sbagliata. E’ quindi necessario operare per rispondere positivamente alle domande politiche che sono alla base del consenso delle liste Grillo, sulla base di una proposta politica orientata a sinistra.
In questa situazione possiamo dire che il responso delle urne ci consegna una situazione positivamente dinamicizzata in cui Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra hanno la forza e gli spazi per produrre l’iniziativa politica.
A mio parere i terreni principali su cui operare sono questi:
-massimo impegno nei ballottaggi, a partire da Napoli e Milano, per dar vita a governi qualificati sul piano programmatico e con l’obiettivo complessivo di sconfiggere le destre;
-massimo impegno nella campagna referendaria che deve decollare subito. Il tentativo del governo è quello di oscurare i referendum producendo l’impressione che il governo sia riuscito con qualche leggina ad evitarli. Così non è e noi dobbiamo renderlo evidente con l’obiettivo di raggiungere il quorum referendario e la vittoria del Si nei referendum;
-lancio effettivo della campagna di mobilitazione sulle cinque emergenze sociali.
Si tratta ovviamente di puntare oggi su ballottaggi e referendum, ma di cominciare a lavorarci; occorre operare per il rilancio della Federazione della Sinistra, che rappresenta per noi un punto fondamentale del nostro progetto politico. Si tratta, da un lato, di superare la situazione di impasse che si è venuta a creare a livello centrale, con la definizione degli organismi della Federazione. Dall’altro è necessario raccogliere sui territori le positive relazioni costruite con realtà esterne in occasione delle elezioni amministrative, al fine di allargare la Federazione, generando un vero e proprio processo costituente dal basso.
Per noi la costruzione della Federazione deve intrecciarsi con un più ampio processo di unità delle forze della sinistra di alternativa. Per questo ritengo necessario proporre a Sel, all’IdV, alle forze politiche alla nostra sinistra, di dar vita ad un percorso unitario al fine di costruire un polo politico della sinistra di alternativa. Tale percorso unitario è importante sia per offrire un punto di riferimento unitario ad una sinistra plurale, sia per poter pesare fortemente nel confronto programmatico con il Partito democratico. Al fine di dare uno sbocco politico alla crisi del governo Berlusconi dobbiamo riproporre con forza la costruzione di un fronte democratico tra la forze di sinistra e di centro sinistra.
Il nostro obiettivo non è la partecipazione al governo, ma dar vita ad una legislazione di salvaguardia democratica, che abbia al suo centro l’adozione di misure atte a contrastare i negativi effetti sociali della crisi economica e il superamento del bipolarismo.
Per realizzare il complesso di questa iniziativa politica è necessario rafforzare il partito, il suo insediamento, il suo lavoro sociale. Mai come in queste elezioni si è vista una corrispondenza tra radicamento sociale e consenso elettorale. E’ questa la strada giusta su cui proseguire, sviluppando l’intuizione del partito sociale.
Occorre quindi una grande cura del partito. Lo chiedo a tutti i compagni e alle compagne, a partire dal gruppo dirigente: abbiamo la possibilità di rilanciare il nostro progetto politico, facciamolo al meglio, dispiegando l’iniziativa politica e portando avanti le nostre proposte. Con questo spirito dovremo aprire la fase congressuale, per puntare ad un congresso unitario, sulla base di una proposta politica chiara, puntando al superamento delle attuali componenti interne. Centinaia di migliaia di persone ci hanno dato la loro fiducia, utilizziamola responsabilmente per rilanciare le ragione di un’alternativa di sistema.
Paolo Ferrero, Seg. Nazionale PRC
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