mercoledì 1 maggio 2013

PRIMO MAGGIO 2013: UNA RIFLESSIONE SUL LAVORO dal nodo di Napoli di ALBA

- Nel momento in cui il lavoro è sotto un ennesimo e feroce attacco del padronato,
- nel momento in cui il lavoro è ridotto a una merce come un’altra,
- nel momento in cui l’articolo primo della nostra Costituzione è stato di fatto cancellato e riscritto così “La Repubblica italiana è fondata sugli interessi dell’impresa e dei mercati”,

noi intendiamo affermare che:
 
- i lavoratori hanno non solo il diritto, ma il dovere morale di opporre resistenza all’attacco padronale, coalizzandosi e organizzando tutte le forme di resistenza praticabili e non violente;
- il lavoro deve realizzarsi come una delle espressioni della creatività delle persone e, quindi, uno dei fattori massimi della loro dignità;
- la Repubblica italiana deve essere fondata, non solo a parole, sul lavoro e, prima ancora, sul valore e sulla dignità della persona umana.

A partire da queste considerazioni, noi riteniamo che una società civile e i lavoratori, in modo particolare, non possano e non debbano accontentarsi di un lavoro qualunque e comunque.

Noi riteniamo che una società civile debba innanzitutto garantire ad ogni suo membro un reddito minimo di cittadinanza, che ne assicuri una esistenza dignitosa e lo sottragga ai possibili e sempre incombenti ricatti del cosiddetto (espressione infame!) “mercato del lavoro”.

Riteniamo poi che un lavoro di qualità (cioè un lavoro che non garantisca solo un reddito, ma promuova anche la realizzazione delle persone) debba avere alcune caratteristiche imprescindibili:
- deve rispondere a bisogni umani e sociali profondi e veri e non futili e indotti;
- deve corrispondere alle vocazioni produttive del territorio e delle comunità che lo abitano;
- non solo non deve inquinare e danneggiare l’ambiente, ma lo deve proteggere e valorizzare;
- deve essere rispettoso dei diritti individuali e collettivi dei lavoratori (soprattutto relativamente alla retribuzione, alla salute, all’orario);
- deve essere un lavoro il più possibile cooperativo, che accorci (e, in prospettiva, tenda addirittura ad annullare) la distinzione tra i proprietari e i lavoratori dell’impresa.

Su questi obiettivi Alba è nata e continuerà il suo impegno.

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