Le interviste di D’Alema sono un fatto politico importante e segnano la seconda tappa dello scontro su come la sinistra si deve riorganizzare e per fare cosa. Andiamo con ordine:
1) Renzi sta costruendo il partito della nazione, cioè un partito di centro liberista e confindustriale. La caratteristica di Renzi è che essendo un populista dall’alto è liberista ma contro l’austerità, più o meno come Obama.
2) Il PD di Renzi lascia un grande spazio a sinistra e tutti sanno che prima o poi questo spazio verrà occupato. Renzi infatti non solo non ha nulla a che vedere con la sinistra ma nemmeno con il centro sinistra prodiano. L’occupazione di questo spazio politico è l’oggetto della contesta politica a sinistra.
3) Il tavolo unitario della sinistra a fine 2015, con il documento “noi ci siamo” aveva positivamente individuato nella costruzione di una sinistra antiliberista alternativa al PD la soluzione di questo problema.
4) Questa prospettiva politica apriva una contraddizione politica dentro SEL che sul rapporto con il PD è nata e cresciuta.
5) Il gruppo dirigente di SEL, per cercare di salvaguardare l’unità di SEL ha scelto di rompere con Rifondazione Comunista e conseguentemente di distruggere il processo unitario e di lanciare la costruzione di Sinistra Italiana, con un profilo più ambiguo sull’alternatività al PD. In questo modo il gruppo dirigente di SEL, pur parlando di alternatività al PD ha scelto l’unità con chi non condivide questa scelta e ha posto le basi per la costruzione di un progetto politico contraddittorio, come evidenziano le vicende di Milano e di Roma sulle amministrative.
6) Le fratture a sinistra dentro il PD sono però di dimensioni ben maggiori di quelle sin’ora evidenziate dalle uscite avvenute. Qui si situa l’offensiva politica di D’Alema che pone esplicitamente il tema della sconfitta del gruppo dirigente renziano al fine di ricostruire il centro sinistra. La novità di D’Alema è quella di porre questa battaglia politica al gruppo dirigente renziano sia dentro che fuori il PD.
7) A sinistra di Renzi vi sono quindi oggi 2 ipotesi politiche. La prima, quella di D’Alema, di fare una battaglia politica dentro e fuori il PD per ricostruire il centro sinistra. Nessuna vera alternatività politico programmatica al PD ma una guerra durissima per cambiare gruppi dirigenti e prospettiva. La seconda quella che proponiamo noi, di aggregare il complesso delle forze della sinistra antiliberista e alternativa al PD e ai socialisti europei. L’ipotesi su cui è nata Sinistra italiana mi pare priva di base politica perchè mischia entrambe queste prospettive facendo finta che sia possibile tenerle insieme. Si tratta di una illusione che cozza con la realtà delle cose, come mostrano Milano e Roma.
8) Le amministrative e i referendum sociali e istituzionali, sono i terreni immediati su cui avverrà lo scontro con il PD di Renzi e su cui si determineranno elementi di chiarezza anche sulle diverse prospettive che – da sinistra – si scontrano con il PD renziano.
9) Noi vogliamo attraversare questa battaglia politica e sociale senza chiuderci in un recinto ma con una chiara proposta unitaria di aggregazione di una sinistra antiliberista autonoma ed alternativa al PD ed alle forze che stanno gestendo le politiche neoliberiste. Il problema non è rifare il centro sinistra – che oltre ad aver fallito ha aperto la strada a Renzi e al disastro sociale – ma di fare anche in Italia una sinistra degna di questo nome. Cioè una sinistra che nella lotta egualitaria al liberismo unisca – senza chiedere abiure – comunist@, socialist@, ambientalist@, femministe, democratic@ e tutti e tutte coloro che siano concordi sulla necessità di porre fine alla dittatura del capitale sulle nostre vite. Per questo ci battiamo oggi, proponendo a tutti i comunisti e le comuniste il terreno della rifondazione come terreno unitario su cui aggregare le forze per essere più efficaci.
1) Renzi sta costruendo il partito della nazione, cioè un partito di centro liberista e confindustriale. La caratteristica di Renzi è che essendo un populista dall’alto è liberista ma contro l’austerità, più o meno come Obama.
2) Il PD di Renzi lascia un grande spazio a sinistra e tutti sanno che prima o poi questo spazio verrà occupato. Renzi infatti non solo non ha nulla a che vedere con la sinistra ma nemmeno con il centro sinistra prodiano. L’occupazione di questo spazio politico è l’oggetto della contesta politica a sinistra.
3) Il tavolo unitario della sinistra a fine 2015, con il documento “noi ci siamo” aveva positivamente individuato nella costruzione di una sinistra antiliberista alternativa al PD la soluzione di questo problema.
4) Questa prospettiva politica apriva una contraddizione politica dentro SEL che sul rapporto con il PD è nata e cresciuta.
5) Il gruppo dirigente di SEL, per cercare di salvaguardare l’unità di SEL ha scelto di rompere con Rifondazione Comunista e conseguentemente di distruggere il processo unitario e di lanciare la costruzione di Sinistra Italiana, con un profilo più ambiguo sull’alternatività al PD. In questo modo il gruppo dirigente di SEL, pur parlando di alternatività al PD ha scelto l’unità con chi non condivide questa scelta e ha posto le basi per la costruzione di un progetto politico contraddittorio, come evidenziano le vicende di Milano e di Roma sulle amministrative.
6) Le fratture a sinistra dentro il PD sono però di dimensioni ben maggiori di quelle sin’ora evidenziate dalle uscite avvenute. Qui si situa l’offensiva politica di D’Alema che pone esplicitamente il tema della sconfitta del gruppo dirigente renziano al fine di ricostruire il centro sinistra. La novità di D’Alema è quella di porre questa battaglia politica al gruppo dirigente renziano sia dentro che fuori il PD.
7) A sinistra di Renzi vi sono quindi oggi 2 ipotesi politiche. La prima, quella di D’Alema, di fare una battaglia politica dentro e fuori il PD per ricostruire il centro sinistra. Nessuna vera alternatività politico programmatica al PD ma una guerra durissima per cambiare gruppi dirigenti e prospettiva. La seconda quella che proponiamo noi, di aggregare il complesso delle forze della sinistra antiliberista e alternativa al PD e ai socialisti europei. L’ipotesi su cui è nata Sinistra italiana mi pare priva di base politica perchè mischia entrambe queste prospettive facendo finta che sia possibile tenerle insieme. Si tratta di una illusione che cozza con la realtà delle cose, come mostrano Milano e Roma.
8) Le amministrative e i referendum sociali e istituzionali, sono i terreni immediati su cui avverrà lo scontro con il PD di Renzi e su cui si determineranno elementi di chiarezza anche sulle diverse prospettive che – da sinistra – si scontrano con il PD renziano.
9) Noi vogliamo attraversare questa battaglia politica e sociale senza chiuderci in un recinto ma con una chiara proposta unitaria di aggregazione di una sinistra antiliberista autonoma ed alternativa al PD ed alle forze che stanno gestendo le politiche neoliberiste. Il problema non è rifare il centro sinistra – che oltre ad aver fallito ha aperto la strada a Renzi e al disastro sociale – ma di fare anche in Italia una sinistra degna di questo nome. Cioè una sinistra che nella lotta egualitaria al liberismo unisca – senza chiedere abiure – comunist@, socialist@, ambientalist@, femministe, democratic@ e tutti e tutte coloro che siano concordi sulla necessità di porre fine alla dittatura del capitale sulle nostre vite. Per questo ci battiamo oggi, proponendo a tutti i comunisti e le comuniste il terreno della rifondazione come terreno unitario su cui aggregare le forze per essere più efficaci.
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