Approvato in modo partecipato e diffuso
il programma per le prossime regionali. Per un'alternativa al Pd e al
sistema di potere emiliano-romagnolo
L’altra Emilia-Romagna è in cammino verso le elezioni regionali
del prossimo 23 novembre. Oltre due mesi di incontri, dibattiti,
assemblee nella regione sono serviti a riaggregare quel vasto
reticolo di comitati territoriali nati per L’altra Europa con
Tsipras, che tenevano accesi i motori, pronti a rappresentare agli
occhi dei tanti che ci hanno sostenuto e di quelli ancora delusi e
amareggiati, la presenza viva e reale della sinistra radicale e
antagonista e il suo impegno a costruire un’alternativa dentro e
fuori le istituzioni. Il Coordinamento regionale dei comitati
territoriali dell’Altra Europa costituisce un valore aggiunto:
moltiplica le risorse e le energie dei singoli comitati, stimola a
vedere le questioni locali in ottica regionale, nazionale ed
europea, a presidiare i territori.
Il processo è stato inclusivo e partecipato, come ben
rappresenta l’Appello verso le elezioni regionali, che
nell’Assemblea del 3 settembre è stato approvato all’unanimità e
assunto come analisi condivisa dei processi politici ed economici
in corso a livello locale e nazionale. Oltre che dai comitati
territoriali, espressioni di movimenti e realtà associative
impegnati nelle molteplici vertenze aperte sui territori,
l’Appello è stato condiviso dalle forze politiche presenti.
Si tratta di un risultato significativo, perché rappresenta
ancora una volta la capacità dei Comitati dell’Altra Europa di saper
leggere e interpretare il tempo presente e di porsi rispetto a esso
come alternativa credibile.
L’Altra Emilia– Romagna risponde infatti alla necessità di
contrastare il lungo governo Pd della regione, che voleva
rappresentare la punta di diamante del modello di
razionalizzazione neoliberista. È qui che sono state
realizzate con incredibile precocità le privatizzazioni dei
beni comuni pubblici, dei servizi, l’apertura ai «soci privati», la
proliferazione di società partecipate, le esternalizzazioni
dei servizi, i patti sociali con imprenditori e poteri forti come
paradigmi di governo più democratico.
I risultati oggi delineano i contorni di una estesissima
topografia della crisi, che investe l’economia, la società, la
politica, punteggiata dalla chiusura delle tante realtà
produttive, un tempo floride, dalla disoccupazione al 9%, dalla
precarizzazione della vita delle giovani generazioni e non solo,
dalle aggressioni all’ambiente e al territorio, dalle nuove ed
estese povertà.
Si tratta certamente di una crisi scatenata dal fallimento
dell’economia neoliberista (5,3 miliardi di perdite da parte delle
circa 500 società partecipate in Emilia-Romagna), dai vincoli di
bilancio imposti dalla Troika, assunti dai governi nazionali e
trasferiti ai territori con tasse e riduzione dei trasferimenti
(-16% in Emilia Romagna) e con l’imposizione di politiche di
austerità (tagli alla sanità, al personale degli enti pubblici
ecc.), pagate a caro prezzo dai ceti meno abbienti.
I nostri obiettivi fondamentali riguardano la difesa e il
rafforzamento dell’intervento pubblico, contro la
privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, la difesa e
l’estensione dei diritti, in primo luogo quello al lavoro, la difesa
dell’ambiente e la conversione ecologica dell’economia, l’estensione
della partecipazione diretta dei cittadini alle scelte
economico-politiche.
L’Altra Emilia-Romagna vuole mettere in campo una sinistra
plurale, senza settarismi né faziosità, rispettosa dei processi e
dei travagli in atto nella sinistra stessa.
Il timone, tuttavia è saldamente alternativo al sistema di governo emiliano– romagnolo.
Si tratta di una straordinaria occasione per sottoporre le
ciniche politiche di austerità e di tagli della spesa pubblica del
governo Renzi al fuoco incrociato dei precari, dei disoccupati,
delle donne espulse dalla produzione, dei giovani che non studiano
né lavorano, degli anziani con pensioni minime, costretti a razziare
tra gli scarti dei supermercati, dei senza casa, dei non garantiti.
Giovanni Alleva, Ivano Marescotti, Cristina Quintavalla, ex candidati di L’Altra Europa con Tsipras
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