Sarà
capitato anche a voi di imbattervi in quelle pubblicità progresso in
cui si magnifica l’idea di Europa con argomenti così bizzarri e
pretestuosi da essere giustificati solamente da una totale ignoranza
della storia del nostro continente. E naturalmente da una
propagandistica volta a dimostrare le delizie della Ue, così paradossale
da sembrare comica.. L’altra sera, nonostante l’opera di zapping per
evitare evitare gli spot, mi sono imbattuto in un vero capolavoro di
demenza comunicativa, in uno gioiello di disinformazione, di bugie e di
grossolani errori tra loro collegati il cui fine era quello di indurre a
credere che solo l’Europa con il suo benefico apporto ha permesso la
diminuzione dei costi della telefonia mobile.
L’incipit è che all’inizio le tariffe erano molto alte, ma poi grazie
alla concorrenza e alla definizione di un sistema continentale sono
arrivate al livello attuale. La suadente voce ci dice che all’inizio si
pagavano “750 lire al minuto cioè 70
centesimi di oggi”. Non posso che fare i complimenti ai creativi i quali
lo sono a tal punto da essere ignari del fatto che le vecchie 750
lirette corrispondono a circa 37 centesimi. Ma tutto fa
brodo per dimostrarci in quale orribile abisso eravamo quando l’Europa
non c’era o se c’era non era così ferreamente a direzione bancario –
mercatista. Quanto ci costerebbe telefonare e navigare senza l’Europa?
Dice la ficcante finale che segue alla stravagante tesi secondo cui
anche le dimensioni dei telefonini è diminuita grazie a Bruxelles.
La realtà è tutta diversa: proprio l’ingresso di un sistema europeo e
di nuovi competitori, subito disponibili a fare cartello, ha
raddoppiato i prezzi. Dunque a metà degli anni ’80 quando prese piede il
sistema Rtms, usato ancora da pochissimi, la tariffa massima, dalle 8,
30 alle 13 era di 633 lire al minuto, che scendevano a 412 dalle 13 alle 18, 30, fino ad arrivare alle 245
dalle 22 alle 8 del mattino successivo. Questi costi rimasero pressoché
uguali anche con l’introduzione del sistema etacs, adottato per far
fronte all’aumento imprevisto delle richieste e come ponte verso il Gsm
che era stato scelto a Bruxelles quale sistema unificato e aperto al
mercato. E aumentarono solo in prossimità della commercializzazione di
quest’ultimo sistema nel 1995.
Infatti con la perdita del monopolio e l’introduzione del sistema
europeo le tariffe fecero un grande balzo in avanti arrivando per
Telecom tim alle 1950 lire (più di un euro) al minuto e alle 1940
per Omnitel. Tanto che il gsm fece una certa fatica ad imporsi proprio
per l’impennata dei prezzi e si affermò negli anni successivi grazie
alla possibilità di acquistare carte ricaricabili che permettevano di
tenere sotto controllo le spese telefoniche e di non pagare la tassa
statale subito imposta non appena la telefonia mobile decollò.. L’Italia
che col suo monopolista aveva ancora nel ’93 tariffe tra le più basse
d’Europa schizzò al primo posto che peraltro ancora detiene.
Chiaro che lentamente le tariffe sono calate, non per l’Europa o la
cosiddetta concorrenza, (concetto astratto di cui spesso di parla a
vanvera per la sua apparente semplicità, ma considerata una pura utopia
da molti grandi economisti tra cui Keynes) quanto per l’assorbimento
graduale dei costi di ammortamento e sopratutto per l’ evoluzione
tecnologica e culturale della telefonia mobile che ha spostato la
redditività su fattori diversi rispetto al puro costo per unità di tempo
delle chiamate. Il cui onere, peraltro, è diminuito per i
gestori enormemente di più che per i clienti. In ogni caso la tesi della
pubblicità regresso va giù come olio sia al pubblico troppo giovane per
ricordare, sia a quello più adulto che si è completamente dimenticato
delle dinamiche tariffarie, come appunto avviene nelle società in cui la
memoria
Tutto questo lo dico non per prendermi la soddisfazione di mandare a
quel paese una delle tante produzioni europopuliste che ci vengono
ammannite, ma per mettere in rilievo quanto sia facile mettere
insieme mezze bugie, concetti grossolani e abusati dei quali siano
vittime spesso inconsapevoli, errori persino aritmetici commessi nella
quasi certezza dell’impunità, per confezionare una miscela verosimile,
ma lontanissima dalla realtà. Se può riuscire con i telefonini che ormai
sono l’io kantiano materializzato, figurarsi come sia facile sostituire
il verosimile col vero con temi meno legati all’esperienza diretta. E
come sia facile ricostruire una memoria completamente artefatta per
confermare le idiozie del presente.
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