Le cinque maggiori banche americane hanno tutte un’esposizione ai derivati superiore ai 40 trilioni di dollari. A quando il nuovo collasso del sistema bancario americano? E Deutsche
Bank vanta la maggiore esposizione in derivati di qualunque istituto
americano, vale a dire oltre 75 trilioni di dollari (5 volte il Pil
europeo e più o meno il Pil del mondo!!)
30 SETTEMBRE – Micheal Snyder su The Economic Colapse Blog
non ha dubbi e per rispondere compie un’interessante analisi sul mondo
dei derivati negli Stati Uniti: gli istituti “troppo grandi per fallire”
nel paese oggi hanno singolarmente oltre 40 trilioni di dollari di
esposizione ai derivati.
Con un debito nazionale di circa 17.700 miliardi di dollari, 40 trilioni di dollari è una cifra quasi inimmaginabile.
E, prosegue l’analista, a differenza di azioni e obbligazioni, i
derivati non rappresentano “investimenti” in nulla: sono solo
scommesse di carta su ciò che accadrà in futuro. Praticamente una forma
di gioco d’azzardo legalizzato e le banche “troppo grandi per fallire”
hanno trasformato Wall Street nel maggiore casinò nella storia del pianeta.
Quando questa nuova bolla scoppierà (e scoppierà sicuramente), il
dolore che causerà per l’economia globale sarà maggiore di quanto le
parole possono descrivere.
Le banche “too big to fail”, continua Snyder, producono enormi
profitti attraverso i derivati. Secondo il New York Times, tali istituti
“contano quasi 280.000 miliardi dollari di derivati sui loro libri contabili”,
anche se la crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato quanto sia
pericoloso. Le grandi banche hanno poi sofisticati modelli
computerizzati che dovrebbero mantenere il sistema stabile e aiutarli a
gestire questi rischi. Ma tutti questi modelli sono basati solo su
ipotesi ideate da persone in carne ed ossa. E quando un “evento cigno
nero” arriva (come ad esempio una guerra, una grave pandemia, una
catastrofe naturale apocalittica o un crollo di un grande istituto
finanziario) questi modelli si sgretolano in pochissimo tempo.
Snyder riporta un breve estratto da un articolo di Forbes che descrive quello che è successo al mercato dei derivati dopo il tonfo di Lehman Brothers nel 2008:
“Torniamo al crollo finanziario del 2008 e che cosa vediamo?
L’America stava celebrando: l’economia era in piena espansione, tutti
sembravano essere sempre più ricchi, anche se i segnali di pericolo
erano dappertutto: troppi prestiti, investimenti folli, banche avide,
regolatori addormentati al volante, politici desiderosi di promuovere la
casa di proprietà per chi non poteva permetterselo, e gli analisti a
predire ciò non poteva che finire male. E poi, quando Lehman Bros è
caduta, il sistema finanziario e l’economia mondiale sono quasi
crollate. Perché? La causa principale non era solo il prestito
sconsiderato e la assunzione di rischi eccessivi. Il problema era la
mancanza di trasparenza. Dopo il crollo di Lehman, nessuno riusciva a
capire i rischi per la negoziazione di derivati e quindi nessuna banca
voleva prestare o scambi con qualsiasi altra banca. Dato che tutte le
grandi banche erano state coinvolti in misura sconosciuta nel commercio
di derivati rischiosi, nessuno poteva dire quale poteva essere il
prossimo istituto finanziario a implodere”.
Dopo l’ultima crisi finanziaria, prosegue Snyder, ci avevano promesso
che questo sarebbe stato risolto. Ma invece il problema è diventato
molto più grande. Da quando la bolla immobiliare è scoppiata nel 2007,
il valore dei contratti derivati in tutto il mondo è salito a circa
500 miliardi di dollari. Secondo la Banca dei Regolamenti
Internazionali, si tratta oggi dell’incredibile cifra di 710.000
miliardi di dollari. E naturalmente il cuore di questa bolla dei
derivati si trova a Wall Street. A tal proposito, Snyder pubblica il rapporto trimestrale più recente della Occ
secondo cui le cinque maggiori banche “troppo grandi per fallire”
dispongono tutte di oltre 40 trilioni di dollari in esposizione ai
derivati.
JPMorgan Chase
Asset complessivi: circa 2,5 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 67 trilioni di dollari
Citibank
Asset totali: quasi 1,9 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: circa 60 trilioni di dollari
Goldman Sachs
Asset totali: poco meno di un trilione di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari
Bank Of America
Asset totali: 2,1 trilioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 54 trilioni di dollari
Morgan Stanley
Asset totali: 831 milioni di dollari
Esposizione ai derivati: oltre 44 trilioni di dollari
E non è certo un problema solo americano. Come ha riportato recentemente anche Zero Hedge, il gigante europeo, Deutsche
Bank vanta la maggiore esposizione in derivati di qualunque istituto
americano, vale a dire oltre 75 trilioni di dollari (5 volte il Pil
europeo e più o meno il Pil del mondo!!)
Per coloro che cercano con ansia il giorno in cui questi colossi imploderanno, è necessario tenere a mente che quando lo faranno si porteranno dietro tutto il sistema, ormai completamente dipendente da queste banche.
Ci avevano detto che qualcosa sarebbe stato fatto dopo l’ultima crisi,
ma in realtà i giganti finanziari si sono, da allora, potuti allargare
di un 37% complessivo. Oggi, inoltre, le cinque maggiori banche del paese rappresentano il 42 per cento di tutti i prestiti negli Stati Uniti, e le sei maggiori controllano il 67 per cento di tutte le attività bancarie.
Ci stiamo pericolosamente avvicinando verso il maggior disastro finanziario nella storia del mondo, e, conclude Snyder, nessuno sta facendo nulla per impedirlo.
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