Cosa produrrà il sistema elettorale di secondo grado per Province
e città metropolitane? Un nuovo notabilato e il definitivo
stravolgimento della funzione dei partiti. Il commento è molto semplice e
articolato in 3 punti:
1) Non c'è l'abolizione delle Province: si tratta di una colossale
presa in giro delle elettrici e degli elettori e di una semplice
sottrazione di democrazia (come è nel caso della modifica del Senato)
2) Il meccanismo che sta per essere messo in atto costruirà una sorta
di nuovo notabilato. Molto diverso, però, da quello esistente all'epoca
del voto per censo: questo perchè si tratterà di un notabilitato di
"professionisti della politica", un vero apparatnick (per dirla con
termini d'altro tempo): gente che vivrà dei gettoni di presenza tra
consigli comunali, riunioni di giunte, consigli provinciali, consigli
delle Città metropolitane. Sempre più lontani dalle reali esigenze delle
cittadine e dei cittadini: l'esatto contrario di quello che si era
proclamato di voler fare da parte del governo Renzi;
3) Si realizza così il definitivo svuotamento nella funzione politica
dei partiti che si trasformano in maniera compiuta nelle "agenzie di
collocamento" di questo nuovo notabilitato. Chi intende farne parte si
colloca così nel solco del più sfrenato "individualismo competitivo" a
prescindere dalle idee di merito. Prova ne è la composizione delle liste
che troverete ben esplicitata nell'articolo, con buona pace delle finte
contrapposizioni nei talk-show e sui giornali. Il partito della
"nazione" è servito, barba e capelli, quale componente del blocco
egemonico di gestione del capitalismo finanziario europeo e italiano.
Si tratta, insomma, di un passaggio fondamentale nella costruzione di
un regime sorretto da un ceto burocratico professionale (Max Weber
torna di grande attualità) con la massa delle cittadine e dei cittadini
ridotta a far da spettatrice: insomma la famosa "democrazia del
pubblico", nella quale sarà concesso qualche confuso dibattito di natura
assembleare su qualche questione assolutamente marginale.
Un brutto, proprio brutto, passo all'indietro nella concezione della democrazia.
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