Sembra
di essere tornati indietro di cento anni netti, quando le testate
giornalistiche si facevano trombe di guerra al servizio di quella classe
politica tutta -a parte qualche significativa scissione- che la guerra
la voleva a tutti i costi.
Sembra di tornare a leggere le parole di D´Annunzio sulle colonne del
Corriere della Sera, o quelle del giovane Mussolini sul suo nuovo
Popolo d´Italia, finanziato direttamente dalla Francia.
Oggi come allora la classe politica tutta, e questa volta senza
nessuna ribellione in vista, é pronta, vuole e desidera la guerra, e
oggi come allora la stampa libera e democratica del nostro paese é
pronta a farsi cassa di risonanza dell´interventismo del Pd, del
dinamico duo Renzi&Mogherini, e della UE unita ancora nel mortale
abbraccio della Nato con gli USA. Anche qui, senza che nessun fronte
“neutralista” sembri possa esistere.
Non ci scandalizziamo ormai piú per niente, ma non per questo
dobbiamo abituarci alle oscenitá militariste che escono ogni giorno
dagli editoriali e dagli articoli di Repubblica e del Corriere che
proprio come la propaganda del 1914 e del 1939 vogliono spingere
l´opinione pubblica a supportare un intervento contro la Russia, proprio
come ai bei tempi andati.
Affronteremo ora, brevemente, l´editoriale del 5.09.2014 di Ezio
Mauro su la Repubblica. Basterebbe il titolo “L'Occidente da difendere“ a
fare rizzare i capelli ai sinceri democratici e pacifisti, ovvero
proprio quelli che nel 2001 e nel 2003 leggevano la Repubblica come
ultima possibile resistenza pacifista “intellettuale” contro gli allora
Bush e Berlusconi. Ma si vede che la guerra é bella o brutta a seconda
di chi la combatte.
Questo Occidente da difendere fa inoltre riaffiorare alla memoria i
peggiori teorici politici degli ultimi anni, la Fallaci in Italia,
Huntington negli States, che –sempre al tempo- venivano accusati di
essere in odore di fascismo, o quantomeno un tantino xenofobi e
razzisti, proprio nel senso di porre la propria razza, anche se adesso
si chiama “civilitá”, ed é quella occidentale, al di sopra delle altre.
Il nostro caro Ezio misura con inquietudine gli sconfinamenti di
Putin, ma non il governo nazista di Kiev che bombarda la cittá, e che le
sanzioni –guarda un po´, non abbiamo imparato proprio niente- non
portano altro che un maggiore nazionalismo. Scopre lo spirito
imperialista della Russia, ma non la pressione militare che la Nato ha
strategicamente portato avanti negli ultimi anni assorbendo in sé i
paesi confinanti. Per poi volare senza soluzione di continuitá ed
atterrare placidamente sul Califfato Islamico, tracciando cosí un
tracciato che unisce inseparabilmente uno Stato sovrano e un gruppo
militare odiato da tutti e ponendo cosí un netto confine che distanzia
Noi, l´Occidente e la civiltá, e gli Altri, il resto del mondo e la
barbarie.
Ezio ne deduce che se due “parti del mondo” (!) designano l´Occidente
come loro nemico, allora questo Occidente deve esistere, e deve esserne
cosciente, e quindi difendersi combattendo il non-Occidente. La
banalitá costruttivista di questa analisi é nauseante. La Russia non ha
dichiarato nessuna guerra all´Occidente, ma sta agendo in maniera
difensiva, per quanto violenta, all´espansionismo della Nato, che era
una clausola piuttosto naturale in seguito al crollo dell´URSS. Il
Califfato prima che all´Occidente sembra avere dichiarato guerra
all´Islam stesso, entrando in conflitto contemporanemanete contro tutti
gli Stati esistenti, tanto che in questo momento dobbiamo in qualche
modo sostenere addirittura i nostri eterni nemici quali l´Iran, la
Siria, e addirittura i Curdi.
Cosa dovremmo fare quindi? Dobbimo ridefinire l´Occidente “come un
elemento della nostra identità culturale, istituzionale e politica”.
L´ultimo grande argomento del buon Ezio é la solita paternale contro
la crisi e sul fatto che la democrazia deve tornare ad affermarsi con
forza dentro i confini per rafforzare le istituzioni eccetera. Ma
quello che vuole dire veramente ha il vecchio sapore della democrazia
esportata sulla punta delle baionette, un Occidente ricostruito a
partire dalla sua base militare, lodando quindi il summit gallese della
Nato ed esortandolo a fare di piú.
Non analizzeremo piú a fondo questo sgraziato peana, né vogliamo entrare nei suoi analoghi cantati dagli altri giornali.
Solo un paio di concetti é bene ribadire, che é la lezione che ci
hanno fatto alle elementari sulla guerra, la piú semplice, e che viene
troppo spesso dimenticata. Non esistono guerre di valori, ma solo guerre
economiche; se il tuo paese vuole entrare in guerra ti mostrerá il tuo
avversario come un mostro, lo disumanizzerá in modo che tu non abbia
problemi poi ad ucciderlo.
Nel 1915 i mostri erano gli Austriaci, nel 1940 erano gli Inglesi, i
Francesi e i Russi, nel 1943 si sono traformati in Tedeschi. Oggi i
mostri sono di nuovo i Russi, e gli Islamici… Il ruolo di Ezio –il
ruolo dei mezzi di disinformazione di massa- é ripetercelo finché non ce
ne convinceremo e lo accetteremo senza problematizzare né fare domande,
in modo che tutti sventolino la bandiera italiana quando entreremo in
guerra, e che tutti gridino “cannoni” alle adunate di piazza.
Noi non ci faremo incantare. Essere pacifisti é un
buon inizio, ma bisogna essere anitfascisti e antimperialisti sempre per
capire chi conduce le guerre, perché, e dove.
Noi restiamo - Bologna
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