Pochi giorni
fa il quotidiano El Mundo ha pubblicato un sondaggio che stimerebbe gli spagnoli
anti-liberisti di Podemos oltre il 21 percento, in rapida ascesa, e non troppo
distanti dai Popolari, prima forza politica del Paese. Rifuggo da qualsiasi
(banale, e ricorrente) monito a “fare come”, convinto come sono che le opzioni
politiche non siano in alcun modo replicabili, così come le storie, i destini e
le condizioni sociali che le hanno partorite.
E tuttavia,
mi chiedo come sia possibile non accorgersi che nel solco della Sinistra Unita
Europea, tanto Syriza quanto Podemos siano riuscite a percorrere
coraggiosamente l’intuizione di rimettere in discussione pratiche, forme e
gruppi dirigenti, innovando senza perdere radicalità.
Come non
accorgersi che quegli esperimenti sono nati dal pragmatismo di chi ha anteposto
la politica (intesa come rappresentanza, e non rappresentazione del conflitto
sociale) all’ossessione per tattiche e dibattiti infiniti, astratti, ridondanti
sulle alleanze.
Come non
accorgersi che non esiste fortuna, e tanto meno esperimenti da copiare
inseguendo la moda corrente, salvo poi restare sempre e irrimediabilmente
uguali a noi stessi, coi nostri limiti clamorosi e le nostre reciproche
diffidenze.
Come non
accorgersi che in politica la credibilità di chi dice conta quanto ciò che si
dice, e che divisi, rissosi, e arroganti non siamo credibili.
Come se
fosse scontato che ci sarà sempre un prossimo treno, un altro momento utile, un
ennesimo rantolo di fiducia e speranza da spremere, e da sacrificare sugli
altari dei nostri confortanti quanto inutili steccati.
Il tempo è
ora. Lo spazio è qui. La parola della sinistra deve tornare ad essere quella
dell’unità.
ENCUESTA EL MUNDO-SIGMA DOS AGOSTO 2014
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua