Il Manifesto, che è un giornale serio e, se permettete, anche un po’ bacchettone, non intende occuparsene. Ma il giornalismo è una brutta bestia, e alcune domande è giusto porsele, sempre considerando il preminente ruolo dell’Italia nel mondo e il suo buon nome sulla scena internazionale.
E’ vero che si tenevano nella dimora di Arcore del Primo Ministro Onorevole Cavalier Silvio Berlusconi (73 anni), nell’anno 2 d.N. (dopo Noemi) festini erotici chiamati Bunga Bunga con la presenza di una signorina detta Ruby (17 anni)?
E’ vero che in questi party si affollavano decine di vip, due ministre, starlette televisive e il premier?
E’ vero che la minorenne maghrebina chiamata Ruby era “l’unica vestita”?
E’ vero che Emilio Fede, come lui ammette, l’ha conosciuta lì, ma che lei dimostrava 25 anni?
E’ vero che il premier ha regalato alla ragazza molti orologi di lusso e soldi?
Noi non vogliamo pescare nel torbido: la storia contiene numerose contraddizioni. Per esempio, ritenete possibile che con tante donne nude intorno, Silvio Berlusconi regali soldi e gioielli all’unica che resta vestita?
E’ vero che la ragazza, minorenne, fermata per un reato (furto) è stata subito rilasciata in seguito a una telefonata da Palazzo Chigi?
E’ vero che da Palazzo Chigi hanno raccontato agli esterrefatti poliziotti milanesi che la ragazza è nipote del presidente egiziano Mubarak?
E in questo caso, la faccenda farà fare passi avanti alle relazioni internazionali della Repubblica di Bunga Bunga? Mubarak come l’ha presa?
E’ vero che l’avvocato Ghedini ha avuto una crisi di nervi?
E’ vero che ad Arcore, dopo le feste Bunga Bunga vanno tutte a fare il bagno nella piscina coperta?
E’ vero che queste nuove rivelazioni accresceranno il prestigio dell’Italia nel mondo dei night-club?
E’ vero che il Bunga Bunga è una specie di rito sessuale (detto anche orgia, se volete) caro a Gheddafi che l’avrebbe insegnato al nostro Premier?
E se così è, Putin non è geloso?
Questi alcuni dei quesiti sollevati dai fatti di cronaca emersi negli ultimi giorni. Troppe domande, in effetti, e così manca qui lo spazio per le considerazioni politiche, l’analisi della situazione, le proposte per il superamento di questa nuova impasse istituzionale.
Ma noi, orgogliosi come siamo del prestigio della nazione e dell’uomo che la guida, non cadremo nella trappola del facile moralismo. Non raccoglieremo il fango gettato sulla classe dirigente dai soliti malintenzionati della stampa.
Noi sosterremo sempre con il sorriso e la massima dedizione il nostro amato Premier, in attesa che egli salga in un prossimo futuro al Quirinale e permetta anche ai corazzieri di partecipare alle feste Bunga Bunga.
Un solo orgoglio, l’Italia!
Un solo grande statista, Silvio Berlusconi!
Un solo grido: Bunga Bunga!
Alessandro Robecchi,
Il Manifesto
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