mercoledì 13 ottobre 2010

Sabato 16 tutti a Roma con la Fiom. Contro Berlusconi e Marchionne, per il lavoro e la democrazia

È in corso un attacco gravissimo al lavoro e alla democrazia, per scaricare i costi della crisi, tutt’ora in corso, sulle lavoratrici e i lavoratori, i giovani, i pensionati. È un attacco al lavoro e allo stato sociale. È un attacco alla Costituzione e alla democrazia.
Federmeccanica, sotto il diktat della Fiat, ha disdettato il contratto sottoscritto nel 2008 e votato democraticamente da tutte le lavoratrici e i lavoratori, perché vuole imporre il .modello Pomigliano. a tutto il mondo del lavoro e a tutta la società. Vuole imporre che non vi siano più contratti collettivi né sindacati che rappresentino i lavoratori. Vuole cancellare il diritto di sciopero, quello di ammalarsi, quello di contrattare condizioni di lavoro e salari dignitose. Vuole poter licenziare chiunque non è d’accordo, come è avvenuto a Melfi. L’unica regola deve essere il comando dell’impresa. Non importa che si violi la legge e la Costituzione. È la riduzione del lavoro a merce usa e getta. È un’idea barbara della società.
Marchionne e Confindustria agiscono forti dell’appoggio del governo Berlusconi, che dal suo insediamento, ha attaccato sistematicamente i diritti del lavoro e sociali. Ha aumentato la precarietà, annullato il contratto nel pubblico impiego, attaccato scuola e università pubbliche. Invece di investire in politiche industriali che riqualificassero e riconvertissero il nostro apparato produttivo per l’occupazione e l’ambiente, ha destinato soldi alle grandi opere, al nucleare e alle spese militari. Invece di tassare i grandi patrimoni a favore dei redditi da lavoro ha favorito i grandi evasori con lo scudo fiscale, e tagliato il welfare.
Ora vuole approvare il “collegato lavoro” per impedire che i lavoratori possano far valere i propri diritti davanti alla magistratura e sostituire il giudice del lavoro con “arbitri” privati che possono decidere, su ogni controversia, senza rispettare le leggi e i contratti. Vuole arrivare ai contratti individuali, per eliminare ogni organizzazione collettiva dei lavoratori. Vuole smantellare lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori e l’articolo 18.
Per difendere l’apparato produttivo dell’Umbria ad iniziare dalla Merloni e dalla Basell. Per salvaguardare il sistema delle piccole imprese e i lavoratori della nostra regione dal pericolo di licenziamento e di messa in cassa integrazione.Per cacciare Berlusconi e battere Marchionne va costruita mobilitazionee conflitto sociale. Va costruita un'alleanza democratica e unita la sinistra di alternativa.
Per questo è necessario che anche dall’Umbria, sabato 16 a Roma, sia presente una grande rappresentanza dei lavoratori, dei precari, degli studenti e dei pensionati
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Stefano Vinti,
segretario regionale Prc Umbria

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