La manifestazione di sabato 16 ottobre a Roma ha visto una partecipazione straordinaria e pacifica di lavoratori, giovani, pensionati, precari, studenti, una giornata di lotta che ha rimesso al centro il lavoro, i diritti, la democrazia su una piattaforma, quella della Fiom, che ha colto la natura vera dell’attacco antidemocratico e antipopolare sferrato da governo e Confindustria al mondo del lavoro italiano. Da Pomigliano fino alla disdetta del contratto nazionale da parte di Federmeccanica. Un attacco che si inserisce su una serie di provvedimenti dell’Unione Europea che non incidono sulla crisi e che non hanno rimesso in discussione il modello di sviluppo. Anzi. Tra i tagli e il nuovo patto di stabilità interno l’Europa è sempre più liberista. In Italia l’asse Berlusconi-Marchionne, approfittando di questa situazione, si caratterizza sostanzialmente per la volontà di destrutturare alle fondamenta sull’altare del federalismo “padano” lo stato sociale, dal contratto nazionale fino alla scuola. Ma sabato davvero qualcosa è cambiato.La Fiom ha dimostrato concretamente di rappresentare oggi nel Paese un punto di riferimento centrale per la ricostruzione di una opposizione sociale degna di questo nome, legando insieme rivendicazioni di lavoro, vita e studio con la questione democratica. Non solo. Le organizzazioni politiche e sociali presenti alla manifestazione hanno ritrovato nel lavoro, nella sua dignità e nella sua difesa, il senso profondo della propria azione e della propria proposta. Di grande rilievo è stata la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori umbri e straordinario il contributo di Rifondazione comunista e della Federazione della Sinistra. Ecco, dobbiamo ripartire da qui anche nella nostra regione, dare continuità nei territori alla manifestazione attraverso la mobilitazione e la proposta politica. E possiamo farlo provando a lavorare insieme sui contenuti, anche attraverso la sperimentazione di Comitati 16 ottobre, un processo concreto di unità a sinistra che si possa poggiare in Umbria sul Piano regionale del lavoro, sul reddito sociale e sulla legge contro la delocalizzazione delle imprese. Proprio continuando a dimostrare l’impegno di parte nella difesa dei posti di lavoro e dei diritti del lavoro la sinistra può tornare ad essere protagonista della proposta politica per un nuovo modello di sviluppo: cambiare non solo è necessario, ma da sabato è anche possibile.
di Luciano Della Vecchia, Segreteria Regionale Prc Umbria - Responsabile Lavoro
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua