Il Confronto delle Idee invita tutti i lavoratori a rifiutare un pagamento dal sapore di beffa.
Poveri operai metalmeccanici, cornuti e mazziati.
Prima si beccano il contratto separato tra Federmeccanica e i sindacati minoritari (FIM e UILM).
Poi si trovano fra capo e collo un nuovo accordo, sempre separato, che prevede delle deroghe al contratto di cui sopra, cancellando di fatto il contratto nazionale.
Infine viene negato, sempre da FIM e UILM, il diritto di discutere e votare quel che è stato deciso, senza delega alcuna, sulla loro pelle.
Potrebbe bastare, e invece no; l’accordo separato prevede che a pagare per la tripla fregatura debbano essere i lavoratori non iscritti a FIM e UILM, previa trattenuta di 30 euro in busta paga.
Perché le trattative costano fatica, e si sa che FIM e UILM hanno dovuto faticare parecchio per strappare a Federmeccanica quel bidone di accordo. Ma siccome Bonanni e Angeletti sono democratici, chi non volesse pagare l’obolo, dovrebbe riempire un modulo da consegnare al padrone rifiutando il contributo. Altrimenti vale la regola del silenzio-assenso.
Pensate ai lavoratori di Pomigliano che hanno votato contro il referendum truffa e adesso dovrebbero pagare 30 euro chi li vuole (sindacalmente morti). Poi dicono che due uova strapazzate sono una forma di violenza criminale.
Dopo la manifestazione del 16 ottobre, in molti hanno insistito per ricostruire l’unità sindacale. Ma dovrebbero anche dire come sia possibile ricostruire un percorso unitario con gli autori di queste politiche sindacali.
Facciamo un esempio: ieri la FIAT ha presentato i conti del terzo trimestre 2010 con un utile netto di 190 milioni di euro. Peccato che il fatturato del settore auto sia fortemente diminuito per il calo delle vendite di auto, come è caduta la quota di mercato della FIAT sia in Italia che in Europa.
Ma allora come riesce a fare utili Marchionne? Azzerando gli investimenti in Italia per l’anno in corso e per il prossimo, visto che i nuovi modelli previsti per il 2011 sono slittati al 2012. Tenendo in cassa integrazione un quarto dei dipendenti del gruppo, e nell’auto molti di più. Non pagando il premio di risultato ai lavoratori che corrisponde ad una mensilità per il 2008 e mezza per il 2009.
Così si fanno gli utili per Marchionne: con i soldi della cassa integrazione e con il premio di risultato dei lavoratori. Così si distribuiscono i dividendi agli azionisti e si paga il suo stipendio pari a 435 volte quello di un suo operaio.
Di fronte a questi dati un qualsiasi sindacalista avrebbe avanzato almeno qualche obiezione alla FIAT. Sapete invece quale è stato il commento del segretario della CISL Bonanni? “Sono dati positivi, dovremmo avere una abbondanza di dati come questi per capire che stiamo uscendo dalla crisi”. Forse lui pensa solo a uscire dalla crisi della CISL, magari mettendo le mani nelle tasche dei lavoratori a cui ha tolto diritti, poteri, salario e voto.
Loris Campetti, Il Manifesto
Prima si beccano il contratto separato tra Federmeccanica e i sindacati minoritari (FIM e UILM).
Poi si trovano fra capo e collo un nuovo accordo, sempre separato, che prevede delle deroghe al contratto di cui sopra, cancellando di fatto il contratto nazionale.
Infine viene negato, sempre da FIM e UILM, il diritto di discutere e votare quel che è stato deciso, senza delega alcuna, sulla loro pelle.
Potrebbe bastare, e invece no; l’accordo separato prevede che a pagare per la tripla fregatura debbano essere i lavoratori non iscritti a FIM e UILM, previa trattenuta di 30 euro in busta paga.
Perché le trattative costano fatica, e si sa che FIM e UILM hanno dovuto faticare parecchio per strappare a Federmeccanica quel bidone di accordo. Ma siccome Bonanni e Angeletti sono democratici, chi non volesse pagare l’obolo, dovrebbe riempire un modulo da consegnare al padrone rifiutando il contributo. Altrimenti vale la regola del silenzio-assenso.
Pensate ai lavoratori di Pomigliano che hanno votato contro il referendum truffa e adesso dovrebbero pagare 30 euro chi li vuole (sindacalmente morti). Poi dicono che due uova strapazzate sono una forma di violenza criminale.
Dopo la manifestazione del 16 ottobre, in molti hanno insistito per ricostruire l’unità sindacale. Ma dovrebbero anche dire come sia possibile ricostruire un percorso unitario con gli autori di queste politiche sindacali.
Facciamo un esempio: ieri la FIAT ha presentato i conti del terzo trimestre 2010 con un utile netto di 190 milioni di euro. Peccato che il fatturato del settore auto sia fortemente diminuito per il calo delle vendite di auto, come è caduta la quota di mercato della FIAT sia in Italia che in Europa.
Ma allora come riesce a fare utili Marchionne? Azzerando gli investimenti in Italia per l’anno in corso e per il prossimo, visto che i nuovi modelli previsti per il 2011 sono slittati al 2012. Tenendo in cassa integrazione un quarto dei dipendenti del gruppo, e nell’auto molti di più. Non pagando il premio di risultato ai lavoratori che corrisponde ad una mensilità per il 2008 e mezza per il 2009.
Così si fanno gli utili per Marchionne: con i soldi della cassa integrazione e con il premio di risultato dei lavoratori. Così si distribuiscono i dividendi agli azionisti e si paga il suo stipendio pari a 435 volte quello di un suo operaio.
Di fronte a questi dati un qualsiasi sindacalista avrebbe avanzato almeno qualche obiezione alla FIAT. Sapete invece quale è stato il commento del segretario della CISL Bonanni? “Sono dati positivi, dovremmo avere una abbondanza di dati come questi per capire che stiamo uscendo dalla crisi”. Forse lui pensa solo a uscire dalla crisi della CISL, magari mettendo le mani nelle tasche dei lavoratori a cui ha tolto diritti, poteri, salario e voto.
Loris Campetti, Il Manifesto
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