domenica 17 ottobre 2010

LE DICHIARAZIONI DELL'INPS E LA "RIBELLIONE" DELLA RETE

L'Inps censura le pensioni dei precari e la Rete si rivolta

Magari alla pensione non ci pensate perché non avete ancora trovato uno straccio di lavoro oppure è un pensiero che mettete da paraltte perché non sapete – visto l’andazzo – neanche se ce l’avrete. Eppure l’argomento è caldo e circola sulla rete, soprattutto dopo le dichiarazioni - riportate da Agoravox e riprese dal blog Conti in tasca di Blogosfere a cura di Eleonora Bianchini - da parte di Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, Istituto nazionale di previdenza, al Corriere della Sera.Quando gli è stato chiesto come mai, a differenza degli altri, i parasubordinati – per intenderci tutti coloro che lavorano con contratto a progetto, co.co.co., ritenuta d’acconto, partita Iva, contratto a prestazione occasionale – non potessero sul sito dell’Inps simulare la loro pensione futura, ha così risposto: «Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale». Come dire: meglio che i precari non sappiano a cosa vanno incontro.
SOMMOVIMENTO SOCIALE O "QUIETO VIVERE"?
Sommovimento sociale, sono proprio queste le parole usate da Mastraopasqua e in parte è ciò che sta avvenendo sulla Rete e sul social network Facebook dove molti stanno postando i vari articoli in cui si racconta della vicenda. Allo stato delle cose, chi ha un contratto a progetto o lavora con ritenuta d’acconto o ancora ha una partita Iva o un contratto di collaborazione occasionale, non riceverà neanche la pensione minima. I precari di adesso non si lamenteranno come fanno oggi gli anziani che la pensione non basterà loro, per loro la situazione, se le cose continueranno così, sarà molto peggio: si ritroveranno senza una base economica e con la convinzione di avere faticato per nulla. Visione catastrofica? Non proprio. Il problema è anzi che c’è scarsa consapevolezza di tutto questo e che i ragazzi, alle prese con la ricerca di un lavoro, quando magari lo trovano, non pensano al loro futuro da vecchi e al fatto che ora come ora versano i contributi non per se stessi, ma per gli altri.
IL PARERE DI ACTA...
Anche l’Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato, ha dichiarato in un comunicato stampa che «la Gestione Separata INPS (quella cui vengono iscritti i subordinati, ndr) ha principalmente l’obiettivo di drenare risorse con cui coprire i buchi dell’Istituto di Previdenza. Questa operazione non soltanto è iniqua, ma grava sulle categorie più deboli del nostro mercato del lavoro». E ancora: «l’affermazione di Antonio Mastrapasqua conferma la consapevolezza intorno alla situazione e la volontà di tenere nell’ignoranza i contribuenti sulla pensione che riceveranno. È un atto di deliberato sovvertimento dei principi più elementari di governo democratico delle Istituzioni». Acta nel suo comunicato stampa ha poi chiesto al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi di rispondere di queste omissioni e di mantenere le promesse.
E DEL BLOG CONTI IN TASCA
In proposito, abbiamo chiesto il parere di Eleonora Bianchini, giornalista e blogger di Conti in tasca del circuito Blogosfere che ha seguito tutto fin dall’inizio e ha intervistato Anna Soru di Acta: «C'è stata un'attenzione particolare per le dichiarazioni dell'Inps che di solito passano sotto traccia. Quanto ha dichiarato Mastropasqua era infatti uscito sul Corriere della Sera il 6 ottobre. E chi l'aveva visto lì? Nessuno. È stato rilanciato nei giorni successivi anche da forum che parlano di gossip, game online, su Twitter. Il risveglio è stato generato da un evento di chiara e premeditata omertà che non lascia dubbi. Credo che in tutto questo siano determinanti alcuni fattori. Per primo psicologico: sei giovane fino a 40 anni e come tale, con i versamenti contributivi da precario, devi aspettarti la stessa dignità di un lavoratore dipendente. Secondo, di rispetto delle regole: nella maggior parte dei contratti a progetto si è lavoratori dipendenti a tutti gli effetti e vengono richiesti preavvisi bulgari fino a tre mesi. E terzo, culturale: vista la precarietà, legittimazione dello sfruttamento e non un'opportunità, siamo abituati a navigare a vista. in Francia i lavoratori scendono in piazza mentre in Italia non possiamo nemmeno permetterci di calcolare quanto ci spetti con i contributi versati e lo ha detto chiaramente Mastrapasqua. Anche i liberi professionisti non sono al sicuro e, a mio parere, sbagliano anche i lavoratori dipendenti a tempo determinato e indeterminato se si ritengono sotto una campana di vetro. Si tratta di una guerra tra poveri – conclude Eleonora - mentre i lavoratori devono unirsi esclusivamente in nome dei loro diritti».Adesso è attesa la risposta delle istituzioni per non continuare a lavorare senza prospettive future e soprattutto reali.

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