Bonanni e Angeletti non si accontentano di aver abolito il contratto nazionale di lavoro accodandosi ai voleri di Confindustria e Governo, adesso, per il lavoro svolto, pretendono di essere pagati 27 milioni di euro, da quegli stessi lavoratori cui impediscono di esprimersi sugli accordi.
Con la busta paga di novembre verrà consegnato un modulo con cui si richiede ai lavoratori metalmeccanici il pagamento del “contributo sindacale straordinario”. Questo contributo, secondo l’Accordo del 2009 e il Protocollo d’intesa del 2010, siglati solo da FIM-CISL, UILM e Federmeccanica, consiste in 30 euro che vengono richiesti ai lavoratori non iscritti ai sindacati a titolo di quota associativa straordinaria a fronte dell’attività negoziativa svolta. Il meccanismo si basa sul principio del silenzio-assenso: se non si rimanda indietro il modulo negando il contributo, questo sarà prelevato direttamente nella busta paga di dicembre.
Facciamo un rapido conto. I metalmeccanici sono in Italia circa 1.600.000, togliendo le imprese artigiane arriviamo a 1.400.000. di questi circa 900.000 non sono iscritti a nessun sindacato. Quindi l’obolo che intendono mettersi in tasca CISL e UIL è pari a circa 27 milioni di euro.
Questo meccanismo non è una novità degli ultimi anni. non è molto simpatico ma ha una sua logica. Il contratto si applica a tutti, iscritti o no al sindacato. Se porta dei benefici salariali è giusto che chi ne beneficia paghi una sorta di una tantum.
Il problema è che finora le piattaforme contrattuali e gli accordi erano sottoscritte da tutti i sindacati. L’ultimo contratto unitario, quello del 2008, non solo è stato sottoscritto da tutti i sindacati, ma è stato sottoposto a referendum a tutti i lavoratori, anche i non iscritti, ottenendo la stragrande maggioranza dei voti.
Questa volta invece i 30 euro dovranno essere pagati (a FIM e UILM) senza aver avuto possibilità di esprimersi sugli accordi per esplicita opposizione di FIM e UILM.
Si può aggiungere che i sottoscrittori del contratto sono sindacati minoritari nella categoria. Tutti insieme non eguagliano gli iscritti alla FIOM
Facciamo un rapido conto. I metalmeccanici sono in Italia circa 1.600.000, togliendo le imprese artigiane arriviamo a 1.400.000. di questi circa 900.000 non sono iscritti a nessun sindacato. Quindi l’obolo che intendono mettersi in tasca CISL e UIL è pari a circa 27 milioni di euro.
Questo meccanismo non è una novità degli ultimi anni. non è molto simpatico ma ha una sua logica. Il contratto si applica a tutti, iscritti o no al sindacato. Se porta dei benefici salariali è giusto che chi ne beneficia paghi una sorta di una tantum.
Il problema è che finora le piattaforme contrattuali e gli accordi erano sottoscritte da tutti i sindacati. L’ultimo contratto unitario, quello del 2008, non solo è stato sottoscritto da tutti i sindacati, ma è stato sottoposto a referendum a tutti i lavoratori, anche i non iscritti, ottenendo la stragrande maggioranza dei voti.
Questa volta invece i 30 euro dovranno essere pagati (a FIM e UILM) senza aver avuto possibilità di esprimersi sugli accordi per esplicita opposizione di FIM e UILM.
Si può aggiungere che i sottoscrittori del contratto sono sindacati minoritari nella categoria. Tutti insieme non eguagliano gli iscritti alla FIOM
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