Le esternazioni di Marchionne sono come le barzellette di Berlusconi. sono reazionarie, non fanno ridere nessuno, ma servono a copreire la realtà.
ormai gli attacchi di Marchionne alla FIOM hanno una corrispondenza pressochè millimetrica con i risultati produttivi della FIAT. Tutte le volte che vengono dati i risultati delle vendite in Italia e in Europa, ci si deve aspettare un attacco alla FIOM.
Un anno fa la FIAT aveva dichiarato che la quota di sicurezza nel mercato italiano doveva essere superiore al 30% delle vendite, oggi è al 28%. In Europa le quote FIAT stanno crollando sotto il 7%, quando l’obbiettivo era arrivare al 10%.
Nello stesso tempo la Wolkswagen - i cui operai prendono 2.500 euro netti al mese e che ha si l’orario flessibile, ma nel senso che quando va male si fanno 28 ore alla settimana e quando ci sono picchi produttivi se ne fanno 40, restando l’orario medio a 35 ore- la Wolkswagen, dicevamo, vende sempre più auto.
Insomma la FIAT perde quote di mercato a favore di aziende dove gli operai vengono pagati di più e lavorano di meno, ma, naturalmente per Marchionne, per il Governo e per il sistema dei mass media è tutta colpa della FIOM.
In Italia la musica è sempre quella: peggio vanno le cose, peggio debbono andare per i lavoratori e per quei sindacati che non accettano semplicemente di arrendersi.
Le esternazioni di Marchionne sono in realtà l’emblema della crisi italiana, la crisi di un paese che dovrebbe fare investimenti nel lavoro e nelle politiche industriali, nella tecnologia e nell’innovazione e che invece regredisce chiedendo ai lavoratori di pagare tutto.
L’accordo separato che hanno fatto CISL e UIL per distruggere il contratto nazionale, non è solo una drammatica ingiustizia, ma è anche un danno per l’industria e l’economia dell’Italia. Con quell’accordo, infatti, si dice a tutti gli industriali: non vi preoccupate, troverete il modo di guadagnare aumentando lo sfruttamento del lavoro, non rispettando i contratti, cancellando i diritti.
Lo possono fare perché finora gran parte dell’opposizione parlamentare sta lì a sperare di essere riconosciuta come l’interlocutore principale di non si sa cosa, mentre la CGIL ha paura di esprimere i veri sentimenti di coloro che rappresenta.
Per questa ragione bisogna rispondere con fermezza ai discorsi reazionari di Marchionne ed esprimere totale solidarietà ai lavoratori metalmeccanici di Livorno e della Same di Treviglio, la cui criminalizzazione per il lancio di due uova è un ulteriore segno dell’imbarbarimento e della regressione democratica del Paese.
Giorgio Cremaschi,
Presidente Comitato Centrale FIOM
Un anno fa la FIAT aveva dichiarato che la quota di sicurezza nel mercato italiano doveva essere superiore al 30% delle vendite, oggi è al 28%. In Europa le quote FIAT stanno crollando sotto il 7%, quando l’obbiettivo era arrivare al 10%.
Nello stesso tempo la Wolkswagen - i cui operai prendono 2.500 euro netti al mese e che ha si l’orario flessibile, ma nel senso che quando va male si fanno 28 ore alla settimana e quando ci sono picchi produttivi se ne fanno 40, restando l’orario medio a 35 ore- la Wolkswagen, dicevamo, vende sempre più auto.
Insomma la FIAT perde quote di mercato a favore di aziende dove gli operai vengono pagati di più e lavorano di meno, ma, naturalmente per Marchionne, per il Governo e per il sistema dei mass media è tutta colpa della FIOM.
In Italia la musica è sempre quella: peggio vanno le cose, peggio debbono andare per i lavoratori e per quei sindacati che non accettano semplicemente di arrendersi.
Le esternazioni di Marchionne sono in realtà l’emblema della crisi italiana, la crisi di un paese che dovrebbe fare investimenti nel lavoro e nelle politiche industriali, nella tecnologia e nell’innovazione e che invece regredisce chiedendo ai lavoratori di pagare tutto.
L’accordo separato che hanno fatto CISL e UIL per distruggere il contratto nazionale, non è solo una drammatica ingiustizia, ma è anche un danno per l’industria e l’economia dell’Italia. Con quell’accordo, infatti, si dice a tutti gli industriali: non vi preoccupate, troverete il modo di guadagnare aumentando lo sfruttamento del lavoro, non rispettando i contratti, cancellando i diritti.
Lo possono fare perché finora gran parte dell’opposizione parlamentare sta lì a sperare di essere riconosciuta come l’interlocutore principale di non si sa cosa, mentre la CGIL ha paura di esprimere i veri sentimenti di coloro che rappresenta.
Per questa ragione bisogna rispondere con fermezza ai discorsi reazionari di Marchionne ed esprimere totale solidarietà ai lavoratori metalmeccanici di Livorno e della Same di Treviglio, la cui criminalizzazione per il lancio di due uova è un ulteriore segno dell’imbarbarimento e della regressione democratica del Paese.
Giorgio Cremaschi,
Presidente Comitato Centrale FIOM
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