sabato 2 febbraio 2013

Acqua: bollette fuorilegge. Ora i rimborsi




Con il famoso decreto 201, il cosiddetto Salva-Italia (6 dicembre 2011) il neonato governo Monti affidava l’acqua all’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Aeeg. Per non sapere né leggere né scrivere l’Autorità, chiamata così in causa, si rivolgeva al Consiglio di stato per un parere sulle tariffe. Si poteva trascurare l’esito del referendum del 2011? O bisognava prenderlo sul serio, alleggerendo le tariffe del 7% di «remunerazione del capitale» che il referendum prendeva di mira? Nell’attesa del responso l’Autorità prendeva per buoni i bilanci dei gestori che mantenevano il 7%, occultandolo in qualche forma. Veniva suggerito di scrivere «costo della risorsa finanziaria» invece di «remunerazione del capitale». Ora il consiglio di stato ha risposto «confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta».
Parlare di risorsa finanziaria invece che di remunerazione del capitale non è solo un gioco di parole per confondere le masse e mantenere tutto immutato, strizzando l’occhio agli amici informati e ai loro amici, industriali e banchieri. C’è anche dell’altro, molto preoccupante. Si prefigura, nel sistema di grandiosi investimenti idrici che si renderanno forse necessari nel futuro e per i quali potrebbe servire un finanziamento altrettanto grandioso, anche quale sarà l’autore degli interventi; anzi se ne scrive già il nome: «Risorsa» e il cognome: «Finanziaria»; insomma un mago della finanza; uno di quelli che presta oggi e si fa pagare per tutti gli anni seguenti, tenendo un elegante cappio intorno al collo del debitore che è una città, una regione intera. In questo caso idrico il contratto-ricatto sarà anche più efficace e pulito perché costringerà alla sete l’intera popolazione, lesinando anche la goccia d’acqua a chi si rifiuterà di pagare.
Senza saperlo abbiamo allora raggiunto un giorno felice? La maggioranza della popolazione potrebbe davvero fare festa; i 27 milioni di sì del 12-13 giugno 2011 potrebbero essere contenti di avere vinto allora e della conferma autorevole delle proprie buone ragioni. Per una volta si potrebbero trascurare le abituali cattive notizie che ci perseguitano. Solo che poche persone lo verranno a sapere…
L’acqua pubblica non piace alle grandi agenzie di notizie che dunque non le danno soverchio spazio, provoca il prurito al grande padronato che amministra i giornali e che sull’acqua privata ci contava; distrae i partiti, che in larga maggioranza considerano uomini e donne come pecore da contare, soprattutto in tempo di elezioni. E pensano all’acqua, bene pubblico, come a una tematica assai strana che in definitiva è loro estranea.



Le bollette dell’acqua non rispettano la volontà espressa da 27 milioni di italiani con il referendum. In special modo perché c’è ancora la remunerazione del 7% del capitale bocciata dalla consultazione.
Lo ha ribadito ieri il Consiglio di Stato confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale:dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria,la remunerazione del capitale doveva cessare di essere calcolata in bolletta.
5 mesi di bollette da restituire in contanti
L’effetto concreto della decisione dei giudici sarà la restituzione agli utenti dei maggiori esborsi da loro pagati in bolletta dal 21 luglio al 31 dicembre dello stesso anno. La restituzione,secondo quanto stabilito dall’autorità per l’energia,non avverrà in forma di conguaglio in bolletta,bensì in forma di restituzione vera e propria.
Altri rimborsi per le fatture del 2012
Non è ancora finita,però. A non tornare sono anche i calcoli delle bollette emesse dal primo gennaio 2012 ad oggi. A partire da quella data bisogna rifare i conti attenedosi al nuovo regolamento tariffario ( che doveva tener conto dell’abrogazione dell’aumento del 7%) messo a punto sempre dall’Autorità.
Ciò significa che la stessa Autority dovrà esaminare uno ad uno tutte le tariffe dei singoli gestori,verificare le eventuali discrepanze dal regolamento (cosa già fatta dalla nostra organizzazione in Umbria), e in questo caso stabilendo nuovi rimborsi in bolletta.
La Federonsumatori chiede alla Regione Umbria di convocare immediatamente un tavolo con i tre ATI ( in fase di superamento dalla riforma i discussione) per concordare in che modo i gestori procederanno nel quantificare e restituire utente per utente,la cifra da rendere.
Questa sentenza rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l’AEEG nella formulazione della nuova tariffa emessa un mese fa,in cui “ la remunerazione del capitale investito” veniva reintrodotta sotto mentite spoglie.
Da Lunedì 11 febbraio 2013- a San Sisto ( Pg ) in via Gaetano Doninzetti n 59-( presso nuova sede Federconsumatori) ufficio dedicato a tutti i chiarimenti in merito.
Oppure: federconsumatori.perugia@umbria.cgil.it
alepetruzzi1956@gmail.com

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