mercoledì 13 febbraio 2013

Mira, la giunta “grillina” licenzia l’assessore donna perché è incinta


MIRA. Assessore donna a casa perché incinta. La gestione “grillina” del terzo Comune della provincia scivola sulla questione femminile. Roberta Agnoletto, avvocato e assessore della giunta del sindaco Alvise Maniero con delega a Sport e Ambiente ha ricevuto l’avviso: a casa dal 30 marzo perché il suo stato interessante è incompatibile con la sua funzione.
«Sono davvero molto dispiaciuta, non me l’aspettavo», spiega l’avvocato Agnoletto, «me l’ha comunicato la presidente del Consiglio (Serena Giuliato, anche lei del Movimento 5 Stelle ndr) su ordine del sindaco: mi toglierà la delega dal 30 marzo perché aspetto un bambino e secondo lui non sarò in grado di svolgere, perché incinta, i compiti previsti dal referato. Davvero, non me l’aspettavo».
La gestione “grillina” del quarto Comune della provincia era già stata offuscata dal rifiuto di svolgere il referendum popolare sulla Città metropolitana (chiesto dal Movimento 5 Stelle in tutti gli altri Comuni), dall’aver mantenuto i gettoni di presenza per Consigli e commissioni e dalla “parentopoli” che vede molte coppie “di partito” all’interno di Consiglio e ufficio di presidenza.
Ora il ritiro della delega all’assessore incinta. «Una cosa che mi ha fatto agitare», dice l’assessore Agnoletto, «invece ora devo stare calma, me l’ha detto anche il medico».
Secondo la maggioranza “grillina” invece l’assessore verrà sostituita perché “poco presente”, una formula generica che però non ha convinto l’interessata e molti dipendenti e residenti che hanno espresso all’assessore la propria solidarietà.
«Mi spiace davvero che questo sia successo», conclude l’avvocato Agnoletto, «e sono molto grata alla collega assessora Orietta Vanin che mi ha sempre aiutato. Ma dagli altri colleghi non ho ricevuto il minimo sostegno».

Il caso 5 Stella a Mira, la lettera dell’assessore: «Profonda delusione»

Ecco lo scambio tra l’assessore Roberta Agnoletto e il sindaco Alvise Maniero sulla sostituzione in giunta decisa dal primo cittadino. Un caso che coinvolge l’intero MoVimento di Grillo

MIRA. Ecco la lettera inviata a tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle da parte dell’assessore Roberta Agnoletto, dopo aver appreso della sua «sostituzione» in giunta a causa della maternità. Di seguito la risposta, postata sul blog di Beppe Grillo, del primo cittadino Alvise Maniero.
Carissimi tutti,
il giorno 30 gennaio 2013, alla 33° settimana di gestazione, mi è stato comunicato per le vie brevi dalla Presidente del Consiglio Comunale, su una sorta di delega del Sindaco, della volontà di questa Amministrazione di procedere ad una mia sostituzione a causa della gravidanza e, quindi, dell’imminente parto e degli impegni materni conseguenti. Sostituzione che dovrebbe operare dalla fine di marzo 2013.
Vi lascio solo immaginare il mio stato emotivo e la profonda delusione registrata di fronte alla soluzione pensata dai miei colleghi, non foss’altro per la sacralità indiscutibile del diritto alla maternità ma anche all’indomani di proficui mesi di lavoro nei Referati di mia competenza.
Facendo appello al mio buon senso e cercando comunque di preservare il mio equilibrio emotivo in questo momento delicato della mia vita, mi sono comunque resa disponibile ad un confronto aperto con tutti i Consiglieri e gli Assessori, manifestando loro la mia volontà e capacità di proseguire l’incarico conferitomi nei termini con i quali l’avevo assunto ed esortandoli a seguire un migliore modello organizzativo per svolgere il nostro lavoro assieme a tutti voi dipendenti.
Con stupore ho, tuttavia, registrato la ferma intenzione della maggior parte dei miei Colleghi di procedere alla mia sostituzione anziché cercare altre soluzioni. Solo alcuni di loro hanno manifestato apertamente contrarietà a tale sostituzione, sia nella forma che nella sostanza. E ciò che è peggio vi è stato il tentativo di motivare la mia sostituzione con pretesti assurdi e infondati, primo fra tutti la poca presenza presso l’Ente e la scarsa attività della sottoscritta nonché una cattiva distribuzione dei Referati.
Purtroppo questo momento mi ha generato, e mi sta generando, una profonda tensione ed uno stato di malessere e angoscia con conseguenti disturbi al sonno, fenomeni frequenti di nausea e vomito, stati di agitazione ripetuti e senso di disagio costringendomi a controlli medici che raccomandano riposo evitando qualsiasi sollecitazione emotiva.
La mia professionalità, il mio carattere deciso e combattivo nonché la consapevolezza dell’importanza del ruolo conferitomi mi stanno comunque sostenendo nel continuare la mia attività in questi difficili giorni pur sentendo al contempo l’obbligo di preservare la mia salute ma, in primis e di conseguenza, la salute della mia bambina.
E tanto mi sforzerò di fare, posto che non ho intenzione di dimettermi avendo svolto con scrupolo e professionalità i compiti e le indicazioni politiche fornitemi nell’ambito del rapporto di fiducia che mi lega al Primo Cittadino. Tuttavia, visto il momento difficile e particolare, vi prego di inviarmi qualsiasi comunicazione a mezzo e-mail mettendo sempre p er conoscenza sia il Sindaco che la Presidente del Consiglio.
In questi giorni sento prezioso e fondamentale il sostegno che mi sta garantendo l’Assessore Orietta Vanin nonché la sua premura per il mio stato di salute e la esorto a continuare lo splendido lavoro che ha iniziato e la difesa dei valori di cui è sincera e autentica testimone affinché scelte come quella che mi hanno raggiunto non abbiano a verificarsi più e pensieri di questa natura non si sedimentino nei valori del nostro Movimento 5 Stelle. Un Movimento del quale mi sento parte e che appoggerò fino in fondo.
Con stima e sincerità
Avv. Roberta Agnoletto
 
Ecco la risposta del sindaco Alvise Maniero
 
Quando si hanno degli obiettivi ambiziosi, ogni tanto, bisogna fermarsi per capire se la strada intrapresa è quella giusta e se, quanto si è fatto va nella direzione voluta. Nei primo 8-9 mesi di mandato abbiamo fatto molte cose, nonostante non siamo esperti politici, ed anzi tutto questo sia per noi un'esperienza nuova: siamo stati scelti anche per questo.Ma noi non ci vogliamo certo fermare; di conseguenza crediamo sia doveroso capire se tutte le decisioni fino ad ora adottate siano il meglio che potessimo fare.A volte bisogna avere il coraggio di ammettere che qualche cosa si poteva fare in modo diverso e con risultati migliori. Bisogna avere il coraggio di cambiare se si ha l'obiettivo di fare ancora meglio.
I primi ad essere sotto esame, sempre, per quanto facciamo e per quanto dobbiamo affrontare, assieme a me, sono proprio coloro che devono mettere in pratica ciò che i nostri cittadini si aspettano: gli assessori, che sono stati scelti per portare avanti il programma di mandato il meglio possibile, e che hanno questa funzione e questo solo scopo per il loro incarico. Per questo la loro nomina e le loro deleghe sono conferite e modificate (o revocate) dal Sindaco, che deve decidere (cosa tutt'altro che semplice) se, come e quanto ciascuno sia la persona adatta al ruolo di grande responsabilità che ricopre, per rispondere alle necessità di tutti i cittadini.
Per fortuna/purtroppo, a volte i soli titoli e le competenze pregresse non garantiscono l'efficacia nell'operato. Questa considerazione e, come si diceva, gli obiettivi ambiziosi, ci chiedono di analizzare continuamente (e con difficoltà!) l'attività dei vari assessori, ed eventualmente di porre in atto dei correttivi: la giunta lavora e si articola per i cittadini, non per sè stessa. Stiamo quindi considerando in questi giorni, giunta e gruppo consiliare tutti insieme, quali decisioni sulla giunta siano le migliori, per poter fare di più ed in qualche caso in modo diverso: per il cittadino, e nel rispetto delle persone. Tale è il motivo per cui siamo qui e non esistono altre motivazione in gioco.
Altre voci o comunicazioni riguardanti qualsiasi altro parametro di valutazione o discriminazioni di qualsiasi tipo, sempliciemente, non appartengono a noi, le rigettiamo e non sappiamo come commentarle.


I precedenti che hanno offuscato le 5 stelle del Movimento a Mira

Dal mancato referendum sulla Città metropolitana alla “parentopoli dei poveri”, fino al gettone di presenza tenuto stretto

di Ugo Dinello
MIRA. Che qualcosa proprio non andasse liscio lo si era capito poco dopo la sbornia di popolarità per l’elezione. Era cominciato con quell’atteggiamento in Consiglio della serie: «Votate e tacete» e la poca voglia di discutere con il “popolo” se non quello dei meetup, cioè con gli iscritti alle discussioni online gestite dal Movimento 5 Stelle.
La cosa si era aggravata quando era arrivata l’opportunità della Città Metropolitana. Mira gravita sia su Venezia che su Padova, quindi in molti erano convinti di poter decidere con un bel referendum, uno dei sistemi di autogestione promessi dal Movimento 5 Stelle. Tanto più che tutti i consiglieri “grillini” sparsi nel Comuni della Provincia facevano a gare per fare inserire negli ordini del giorno le loro richieste di “Referendum sulla Città Metropolitana”.
Invece a Mira silenzio. Al punto che dopo un po’ era stata avviata una raccolta firme. «Glielo diciamo, fateci votare, così faranno il referendum. Sono grillini, no?». A quanto pare non lo erano più. Dopo qualche giorno (si sarà consultato con qualcuno?) il sindaco Alvise Maniero ha ufficializzato il “No”. Con una motivazione: “No all’ennesimo carrozzone”. Che è un’opinione legittima, ma appunto una opinione, del signor sindaco, mica di tutti i miresi che già pregustavano la possibilità di esprimersi così come promesso in campagna elettorale.
Niet, nisba, nein. Mugugni, primi dubbi, primo rinchiudersi di sindaco a giunta: meno comunicati stampa, meno contatti, Consigli comunali sempre più “a scatola chiusa” con una serie di punti all’ordine del giorno, alzata di mano e via.
Poi qualcuno aveva cominciato a fare il “gioco delle coppie”. Perché va bene che i grillini all’inizio erano pochi, va bene che è un movimento nato quasi in famiglia. Ma in paese ci si conosce tutti: che il sindaco avesse la fidanzata consigliere, passi. Che marito e moglie siano altri due consiglieri di maggioranza, forse faceva alzare qualche sopracciglio. Ma che per la presidenza del Consiglio comunale venisse scelta la convivente del primo eletto in un Consiglio comunale della provincia, vero leader del movimento a livello locale, beh, questa aveva fatto mugugnare gli stessi grillini, che avevano cominciato a chiamare la presidente con l’irriguardoso nomignolo di “la convivente”
E questo malessere di movimento deve aver cominciato a creare qualche distinguo anche nelle segrete stanze di giunta, così come ai meetup, dove non si leggevano più tra i partecipanti alcuni nomi storici del M5S.
Poi la questione dei gettoni di presenza, l’ennesima promessa fatta prima delle elezioni. Se n’era ricordato Paolino D’Anna, Pdl, assessore in provincia e consigliere ed era partita la provocazione: «Ma non avevate promesso di rinunciare? Eccomi, io voterò con voi, diamo quei soldi ai disoccupati». Un bell’amo, che però era stato ingoiato fino in fondo. Perché 36 euro per ogni Consiglio e commissione cominciano a fare un qualcosina. Ma le facce attonite tra i banchi “grillini” facevano capire che qualcuno aveva cominciato a farsi due conti. Una coppia può portare a casa sugli 800 euro. Una presidente del Consiglio parecchi di più. E qui il “meetup” dev’essere stato davvero febbrile, se, a occhi bassi, giunta e maggioranza avevano spiegato che: «No, la politica ha un costo, il gettone verrà mantenuto». Ed è stata una delle poche volte (forse l’unica) in cui tutti i consiglieri di maggioranza si erano alzati a parlare, a spiegare che il gettone doveva restare.
Ora tocca all’assessore donna, che andrà a casa perché incinta. Forse la definitiva, sicuramente la peggiore tra le figure che resteranno appiccicate a questa esperienza di governo di un ente locale.
Ma, vada come vada, per un movimento nato tra le file progressiste questo non è più il bemolle mal riuscito. È la stecca finale.

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