domenica 16 febbraio 2014

"Per sostenere Tsipras il modello è il movimento per l'acqua pubblica". Intervista a Zaccagnini (ex-M5S)

Lei ha messo in evidenza come la candidatura di Tsipras abbia dato spessore alle elezioni europee. Per quali ragioni?
Ha alzato l’asticella su un punto chiaro che è quello dell’Europa che va rinegoziata e dalla quale non si può prescindere. E questo non era un punto chiaro nell’area socialista, dove c’erano sì alcune posizione critiche ma non erano sufficientemente chiare. E poi basta guardare a tutti quelli che dicono di opporsi all’austerità, spesso con una soluzione basata su un forte nazionalismo e pochissima critica al neoliberismo. Cioè si muovono dentro una deriva post-capitalista ma sempre nell’alveo del profitto. Tsipras invece sposta in avanti rispetto al capitalismo superando la polarizzazione degli schieramenti. Questa polarizzazione è attivamente cercata e prodotta proprio dai poteri forti che vedono con favore una alternativa sterile tra antieuropeisti e nazionalisti. Invece Tsipras porta il conflitto sociale da sinistra e mette in discussione questo schema ordinato dai poteri forti riunificando a partire dal blocco anticapitalista ma per tutti coloro che si trovano in difficoltà nella crisi e non hanno una risposta.
Questo nodo della riunificazione dei movimenti è un po’ quello che aveva promesso Grillo e che invece non è riuscito ad attuare.
Grillo fa una operazione in cui prende in prestito alcune istanze dei movimenti senza nemmeno averglielo chiesto. Non è chiaro su dove voglia andare e come si pone rispetto a certi valori storici che non possono essere confusi con altri. E questo attira le persone più superficiali che non riescono a capire la sua strategia. In realtà, lui non vuole dare voce ai movimenti ma metterci il cappello sopra. E’ riuscito a raccogliere lo scontento nel gioco dei poteri forti legittimando le larghe intese e sposando la parte pseudo nazionalista. Quello che i movimenti dovrebbero fare è creare un network forte che si autogoverna attraverso liste civiche. Senza farsi mettere il cappello da nessuno, però. L’esempio sono i No Tav, che utilizzano il Movimento 5 stelle e non si sono fatti mettere il cappello. E’ chiaro che altri movimenti non hanno questo peso e si ritrovano schiacciati dal peso di M5S. Da questo punto di vista l’attività di Grillo rispetto ai movimenti è un po’ subdola. Ciò non toglie che c’è un lavoro lento e difficile spesso frammentato a carico dei movimenti, come è stata frammentata la sinistra per anni. Quando questa frammentazione non c’è come nella grande esperienza dell’acqua nessuno è riuscito a metterci il cappello Quello è il modus operandi su come dovrebbe costituirsi questo network.
Quello che manca a Grillo non è anche una dimensione europea, insomma siamo al solito provincialismo italico.
Il suo respiro europeo è funzionale solo alle elezioni europee. Quello che fa Grillo è appunto ridurre il dibattito all’interno dello Stato nazione nella logica del produrre un terreno fertile per i nazionalismi pseudo destrorsi. E’ una mancanza grave che alla lunga renderà chiaro come il M5S è un progetto molto caricato sui due personaggi che lo gestiscono e la piccola piramide sotto di loro.

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