giovedì 27 febbraio 2014

Sel - Venti di scissione? di Ciuenlai



La parola opposizione, oggi in Italia, si coniuga con il vocabolo tempesta. Non sono solo i 5 stelle a dover fare i conti con rotture e spaccatura interne. La situazione di Sel infatti è esplosiva, quanto quella dei grillini. Il recente congresso, conclusosi con una improvvisa giravolta di 360 gradi che ha stravolto il documento iniziale, soprattutto sulle vicende europee, ha spaccato,  quasi a metà, il gruppo parlamentare. Ma, proprio per non farsi mancare niente, questa  seconda parte si è, a sua volta, divisa tra quelli di Gennaro Migliore che hanno già optato per continuare la loro “battaglia” all’interno del partito ( ma i maligni sussurrano che è solo una finta perché  Migliore e Fratoianni farebbero solo il gioco delle parti per tenere tutti insieme sotto l’ombrello, “pieno di buchi”, di Vendola) e quelli di Claudio Fava che , invece, sembrano fermamente intenzionati a navigare verso altri lidi della sinistra.
L’unica cosa in discussone sarebbero i tempi. Prima o dopo le elezioni di maggio. E naturalmente, avendo tutte queste piccole correnti degli agganci a livello regionale, questo potrebbe determinare qualche sconquasso anche in Umbria. Per non smentire Roma, nei congressi locali, anche la Perugia di Sel si è spaccata in due parti praticamente uguali per consistenza e numeri, creando non poche difficoltà all’impostazione di un’attività politica condivisa.  E gli effetti si sono visti subito. Il Coordinatore Regionale non è stato ancora eletto per effetto di un ricorso, con il quale è stata chiesta, addirittura, l’invalidazione del Congresso regionale stesso. Ricorso al quale la direzione nazionale non avrebbe ancora dato una risposta. Il segretario Provinciale di Perugia sarebbe stato eletto con appena 21 voti su 40. Ma c’è di più, una parte considerevole di questa seconda metà sarebbe propensa a seguire Fava in caso di scissione. Ma rispetto alla situazione romana ci sarebbe una diversità non da poco.
Quelli a cui Fava non piace, non farebbero opposizione interna, ma entrerebbero nella grande area degli stand by della sinistra, determinando, di fatto, un doppio abbandono. “Ci troviamo di fronte – afferma uno dei possibili scissionisti – a due linee politiche per certi versi inconciliabili. Noi restiamo fedeli al progetto iniziale di Sel, quello di un nuovo e largo soggetto politico della sinistra, che superi tutte le altre forme del passato e che liquidi, una volta per tutte, la cultura del minoritarismo. Cercare espedienti per sopravvivereavendo come unico obiettivo quello di trovare un posto a qualcuno in Parlamento o nelle amministrazioni locali, non ci interessa”. Queste voci attendono , naturalmente, la prova dei fatti. Quello che è certo e che per Giuliano Granocchia, neosegretario provinciale di Sel, trovare la quadra non sarà semplice. 

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