Sono proprio contento, il centrosinistra ha trovato il suo “uomo della provvidenza”, l’Obama bianca, il Profeta del Tavoliere, il Berlusconi buono.
Il suo nome è Niki Vendola, più che un uomo un simbolo, una speranza audace ed ottimista, con tanta voglia di vincere e farla finita con la Sinistra votata alla sconfitta e alla bella morte.
Vendola ha i suoi comitati griffati, le “Fabbriche di Niki”, cha dalla Puglia si espanderanno in franchising per tutto il mondo, fra poco arriverà certamente un inno sul genere “Per fortuna che Niki c’è”
Vendola però è l’uomo giusto, con la concorrenza che si ritrova vincerà senz’altro le primarie e se la destra si presenta divisa come in Puglia vincerà anche le elezioni nazionali.
Con quale programma di governo? “Che palle!”, l’importante è vincere, poi Vendola troverà il modo per mettere d’accordo padroni ed operai, tartassati ed evasori, politici e magistrati, Vaticano e popolo gay.
Chissà perché di fronte a tanto entusiasmo, a tanta eccitazione, mi viene addosso una grande tristezza. Forse perché mi piace essere infelice o perché il pessimismo della ragione e lo spirito critico prevalgono in me sull’ottimismo della volontà e sul principio di seduzione.
O semplicemente perché non credo più alle favole, soprattutto in quest’epoca dominata dal marketing.
Vendola mi sembra un ottimo esemplare di riposizionamento politico, quello che un tempo si chiamava trasformismo.
Antonio Rusconi, lettera al Manifesto, 23.07.2010
Il suo nome è Niki Vendola, più che un uomo un simbolo, una speranza audace ed ottimista, con tanta voglia di vincere e farla finita con la Sinistra votata alla sconfitta e alla bella morte.
Vendola ha i suoi comitati griffati, le “Fabbriche di Niki”, cha dalla Puglia si espanderanno in franchising per tutto il mondo, fra poco arriverà certamente un inno sul genere “Per fortuna che Niki c’è”
Vendola però è l’uomo giusto, con la concorrenza che si ritrova vincerà senz’altro le primarie e se la destra si presenta divisa come in Puglia vincerà anche le elezioni nazionali.
Con quale programma di governo? “Che palle!”, l’importante è vincere, poi Vendola troverà il modo per mettere d’accordo padroni ed operai, tartassati ed evasori, politici e magistrati, Vaticano e popolo gay.
Chissà perché di fronte a tanto entusiasmo, a tanta eccitazione, mi viene addosso una grande tristezza. Forse perché mi piace essere infelice o perché il pessimismo della ragione e lo spirito critico prevalgono in me sull’ottimismo della volontà e sul principio di seduzione.
O semplicemente perché non credo più alle favole, soprattutto in quest’epoca dominata dal marketing.
Vendola mi sembra un ottimo esemplare di riposizionamento politico, quello che un tempo si chiamava trasformismo.
Antonio Rusconi, lettera al Manifesto, 23.07.2010
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