
Anche su questo nulla di più falso. A parte i super ricchi come lui e gli evasori fiscali che non vengono minimamente colpiti, i tagli alle regioni significheranno riduzioni di servizi e aumenti delle rette. La finestra unica annuale per andare in pensione determinerà che chi, senza lavoro, attende la pensione di vecchiaia perderà 7150 euro. Si potrebbe proseguire. Basta dire che in questi vent’anni i «sacrifici» sono stati a senso unico poiché i salari gli stipendi e le pensioni hanno perso il 20% del loro potere di acquisto a vantaggio del profitto e della rendita.A proposito di questo scenario si potrebbero fare tanti ragionamenti. Io ne faccio uno, forse un po’ semplicistico, ma è quello che penso. I padroni hanno fatto il loro mestiere, le forze che dovevano tutelare i lavoratori e i ceti sociali più deboli hanno fallito su tutta la linea. La rincorsa delle politiche liberiste e le privatizzazioni hanno fatto arricchire i soliti noti e tolto dalle mani dello stato settori strategici. L’assunzione del maggioritario e del presidenzialismo ha alimentato la personalizzazione della politica, svuotato le assemblee elettive.Tutte le svolte attuate dal maggiore partito della sinistra, dallo scioglimento del Pci ad oggi (Pds, Ds, Pd), hanno avuto questa impostazione e non solo il consenso elettorale è diminuito, ma la mancanza di proposta politica, come giustamente rilevava Valentino Parlato nell’editoriale di domenica scorsa, è totale. Lo dimostra il fatto che, pur in presenza di una crisi profonda del governo e del Pdl, non emerge un’alternativa. Tuttavia se Atene piange, Sparta non ride! Anche noi, forze che in questi anni hanno tentato di costruire una alternativa sia alle destre che al centrosinistra, abbiamo fallito e siamo divisi.Dobbiamo provare a fare qualcosa per uscire da questa afasia. A sinistra del Pd ci sono vari progetti in campo. Non intendo metterli in discussione, anzi. Per parte mia sono impegnato nella costruzione della Fds, poiché credo che sia necessaria una riunificazione delle forze della sinistra, ma penso che ciò debba avvenire senza rinunciare all’autonomia dal Pd e senza cancellare la propria identità.Detto questo, e quindi dando per scontato che ognuno persegue legittimamente il proprio progetto, perché non provare a unire le forze sulle tante cose che ci uniscono? Cosa ci dice il successo della raccolta di firme del referendum sull’acqua, se non che l’unità su contenuti chiari funziona da moltiplicatore e suscita energie? Visto che diciamo le stesse cose, perché non lavorare assieme per contrastare la manovra economica del Governo e il vergognoso accordo proposto dalla Fiat per Pomigliano?Perché non costruire un «luogo comune» dove si possa discutere di questo e di altro e trovare le possibili soluzioni? In questi giorni è circolato un appello. Sta raccogliendo numerose adesioni. A settembre ci si propone di riunirsi per vedere cosa si può fare. Perché il manifesto e l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, da sempre luoghi plurali della sinistra, non ne diventano promotori?
Claudio Grassi, segreteria nazionale PRC
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