giovedì 18 febbraio 2010

REDDITO SOCIALE:


Melasecche: "Il reddito sociale? Un salario facile per tutti che significa essere fuori dalla storia"
L’esperienza di questi anni in Regione ci ha insegnato cose importanti. L’Umbria ha molti problemi che si acuiscono in questa crisi dura e difficile ma la demagogia è la soluzione peggiore che si possa offrire a chi ha bisogno di aiuto e spera nella ripresa, dalle famiglie che non vedono un futuro sereno per i propri figli, alle imprese che con estrema difficoltà cercano di tenere il mercato e chiedono alla istituzioni un approccio serio ma concreto ed amico. Ebbene riempire le piazze dell’Umbria di migliaia di manifesti promettendo un salario facile per tutti, ovviamente senza lavorare, significa soltanto vivere fuori dalla storia. Finanziare poi il salario sociale togliendo aiuti alle imprese che debbono viceversa crescere e fortificarsi prima di riprendere ad assumere è pura follia. Per non parlare dell’attuale Piano Regionale per l’Energia che, sotto il ricatto di Rifondazione, ha impedito di realizzare una centrale a turbogas, come se i forni delle acciaierie o le filiere della Basell potessero funzionare grazie al vento che muove quattro pale eoliche! Chi glielo spiega agli operai che lavorano in tutte le multinazionali della chimica ternano-narnese, che il loro futuro è legato ad un filo sottilissimo, in cui le valutazioni di redditività di quegli impianti fortemente energivori, sono prese in altri Paesi, da azionisti cui neanche sfiorano le minacce di chi agita i lavoratori? L’economia va governata. Può l’Umbria andare avanti in questo modo? Catiuscia Marini oggi ha una grande responsabilità: o ha il coraggio di liberarsi dal ricatto continuo di chi vuole la conservazione per la conservazione, oppure, anche in caso di vittoria, l’attendono tempi durissimi e procellosi relegando la nostra regione alla marginalità economica e politica. L’esatto contrario di ciò che occorre agli umbri.

di Enrico Melasecche, consigliere regionale dell'Udc

Vinti:" E' il ciclo centrista ad essere antistorico. Italia unico paese d'Europa senza una misura simile

Capisco che la lucidità di analisi del collega Melasecche sia offuscata dal tormento infertogli da questi primi giorni di cilicio, ma qualche precisazione a proposito della sacrosanta battaglia di Rifondazione comunista per il reddito sociale va fatta. Il collega Melasecche accusa Rifondazione di aver riempito “le piazze dell’Umbria di migliaia di manifesti promettendo un salario facile per tutti, ovviamente senza lavorare”: questo per lui significa “vivere fuori dalla realtà”. Informiamo Melasecche che l’Italia sta vivendo una profonda anomalia rispetto a quanto è stato costruito in questi decenni in paesi notoriamente dediti al bolscevismo e ai piani quinquennali come Francia, Inghilterra e Germania. Tra coloro che si occupano di questa materia si indicano infatti l’Italia e la Grecia come un vero e proprio modello mediterraneo di assenza di interventi di sostegno alle persone che hanno perso un’occupazione o che addirittura non sono mai entrate nel circuito occupazionale. Tutto ciò mentre gli altri paesi hanno dato vita a misure che rappresenterebbero un sogno per gli inoccupati, i precari e i disoccupati italiani. Basti pensare che nel Regno Unito il reddito sociale, l’importo garantito, è di circa 1.834 euro, di 1.300 euro in Svezia e di 1.859 euro nella Germania della “compagna” Merkel. Non più tardi di ieri il “compagno” Tito Boeri, professore della Bocconi, sottolineava come “l’Italia è l’unico Paese dell’eurozona dove non esiste un sussidio unico garantito per tutti i disoccupati”. “Chi perde il lavoro in Italia – aggiungeva il professore - ha una probabilità di diventare povero sei volte superiore alla media: per questo c’è bisogno di una riforma organica, che copra tutti i tipi di lavoratori e dia certezza a chi si aspetta di essere aiutato se perde il posto”. Capisco che al collega piaccia il sottosviluppo tipico di paesi come Grecia e Italia, ma allora non venga ad accusare Rifondazione di essere “la forza della conservazione antistorica e marginale”. Ad essere antistorico e marginale è il cilicio centrista: “L’esatto contrario – tanto per concludere come il collega – di quello che occorre agli umbri”.

di Stefano Vinti, segretario regionale Prc Umbria

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