mercoledì 3 febbraio 2010

GAP TORGIANO


ESCI DAL SUPERMERCATO
ENTRA DAI PRODUTTORI
ENTRA A FAR PARTE DEI

GRUPPI di ACQUISTO POPOLARE

IL GAP è UN GRUPPO DI ACQUISTO POPOLARE
L'iniziativa che è partita da Roma, da PRC ed ACTION, si ispira al lavoro fatto dai GAS ( gruppo di acquisto solidale). I GAS e la rete che li mette insieme www.retegas.org infatti hanno nel tempo svolto un lavoro molto importante in termini di innovazione sul versante dei consumi critici; i GAS, pur essendo molto diversi fra loro sono stati riconosciuti dalla Finanziaria del 2008 – negli art. 266 –267 - 268.
Il Gas può essere riconosciuto quindi come ente associativo o come gruppo di persone informale che si mettono d’accordo per ordinare direttamente il prodotto al produttore. Quello che lo contraddistingue è il fatto che esso è un soggetto associativo senza scopo di lucro costituito al fine disvolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale.

CARTA D'INTENTI
Il gesto di fare la spesa può assumere una forte e chiara valenza sociale, economica e politica. Prendere consapevolezza di questo potere permette di elaborare una strategia di condizionamento della politica di approvvigionamento, produzione e distribuzione delle imprese.Accanto a questa finalità il GAP ispira la sua azione anche a criteri legati alla qualità merceologica e alla valutazione delle politiche compiute dalle imprese produttrici in termini di:
· Impatto sociale: rispetto delle norme di sicurezza e dei diritti dei lavoratori, tipo di rapporti adottati con i regimi oppressivi, forme di presenza nei Paesi del Sud del Mondo.
· Impatto ambientale: rispetto della natura e dei suoi ritmi, rispetto delle norme e convenzioni internazionali, scelte in materia di imballaggi e di riciclaggio, test sugli animali.

Essere un Gruppo d’acquisto popolare perciò vuole dire risparmiare, ma anche chiedersi che cosa c’è dietro a un determinato bene di consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato le risorse naturali e le persone che le hanno trasformate; quanto del costo finale serve a pagare il lavoro e quanto invece la pubblicità e la distribuzione; qual è l’impatto sull’ambiente in termini di inquinamento, imballaggio, trasporto fino a mettere in discussione il concetto stesso di consumo attuale ed il modello di sviluppo che lo sorregge.

I CRITERI DI SCELTA DEI PRODUTTORI
· L’occupazioneI produttori piccoli sono in generale ad elevata intensità di mano d’opera (ore di lavoro utilizzate per un prodotto), rispetto alle aziende grandi che sono per lo più ad elevata intensità di capitale (quota di finanziamenti utilizzata per un prodotto). La scelta dei primi rispetto ai secondi è quindi uno strumento importante per creare occupazione, ovvero per fare in modo che i soldi che spendiamo servano a pagare in misura maggiore chi ha lavorato rispetto alle banche o agli azionisti.
· Le condizioni di lavoro
L’economia mondiale, nell’era della globalizzazione, sta portando ad una corsa verso il fondo nelle condizioni di lavoro: le multinazionali spostano la loro produzione dove i costi sono più bassi, ovvero dove la manodopera è pagata meno ed i diritti dei lavoratori sono meno rispettati. L’unico modo per uscire da questa corsa che danneggia tutti è richiedere un livello minimo accettabile nelle condizioni di lavoro, che venga rispettato in qualsiasi parte del mondo.
· Cultura e coltura
I prodotti locali spesso si accompagnano a colture e culture tradizionali della propria zona; entrambe rischiano di scomparire sotto le spinte di uniformità del mercato globale. Mangiare prodotti tradizionali è un modo per allungare la loro vita e proteggere la biodiversità, oltre che conservare un mondo di sapori, ricette e tradizioni

Per maggiori informazioni
inviare una mail con un recapito all'indirizzo: gap.torgiano@hotmail.it
Oppure chiama il numero 347-9408649 (Andrea)

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