domenica 20 marzo 2011

Aderisco alla FdS per una sinistra unitaria e libertaria

Care compagne e cari compagni,
scrivo a questo quotidiano che, come altri, ha ospitato alcuni miei interventi, per comunicare la mia adesione alla Federazione della Sinistra dopo un anno di instancabile militanza in Sinistra Ecologia e Libertà.
Non è da esule che vi scrivo, ma da motivato sostenitore dell'ipotesi di una sinistra unita e libertaria in Italia che possa andare oltre il limite oggettivo del personalismo, per traguardare l'obiettivo di mettere insieme pezzi di società - non di partiti! - in un contenitore nuovo, aperto, democratico, incisivo e rappresentativo. Non ho trovato più queste peculiarità in Sel, perché si è velocemente appiattita su un personalismo elettoralistico che oltrepassa il limite dell'individualizzazione, per tracimare in una forma concreta, e forse involontaria ancora, di individualismo carismatico.
Drammaticamente, quando la cortigianeria penetra con evidente e interessata pervicacia nella sinistra, si indebolisce la tenuta delle relazioni tra individui e viene meno il basamento stesso dello stare insieme: la fiducia. La fiducia è la sostanza democratica della convivenza, senza di essa aumentano le paure e saltano i patti, gli accordi, i nervi persino, a vantaggio di un clima di sospetto e di ostilità che non dovrebbe avere diritto di cittadinanza in politica. Sapientemente mentono quelli che pensano che l'umiltà del male (per dirla con Cassano) non possa risiedere a sinistra, o che possa essere riconvertita in bene senza passare attraverso il giudizio della storia, come avviene dentro Sel quando si fanno discutibili apologie di Craxi e del craxismo; per fortuna la politica ha i suoi tempi e i suoi modi, anche in epoca post-democratica. E questi tempi, stretti ma mai stritolanti, devono adeguarsi alla velocità media della gente comune, dei lavoratori e delle lavoratrici, non dei direttori dei palinsesti televisivi.
Pongo l'accento sulla categoria Tempo perché essa segna sempre più la differenza tra la politica che rincorre le emergenze artificiose e la politica che medita prima di intervenire su un fatto. E penso alla ponderatezza con la quale, in Giappone, si sta affrontando un problema nucleare di portata globale, senza gli inutili allarmismi occidentali dietro i quali si nasconde l'incompetenza dei nostri decisori politici.
Ora, tra la Federazione della Sinistra e Sel vi è una differenza nella concezione del tempo e della sua utilità. Sui tempi brevi, Sel è più competitiva, perché attrezzata elettoralmente in questa epoca di dominio dell'immaginario sulla complessità del materiale; sui tempi medi, invece, qualunque contenitore politico appiattito sul connubio tra personalismi e televisismi, retrocede e si sgretola contro la forza non carismatica del quotidiano. Il quotidiano è la Storia, conviene non dimenticarlo mai, compagne e compagni. E' nel quotidiano che si fanno le cose, che si costruiscono i fatti, che si sottopongono a verifica le opinioni, non nelle urne!
Tuttavia, la mia adesione alla Federazione della Sinistra non è scevra da critiche, anzi. Per non morire sotto la scure - questa sì reale! - del potere oltrepolitico, finanziario, militare, petrolifero, bancario, è necessario costruire subito un paradigma teorico di riferimento che sia comune a tutta la sinistra, anche a Sel, e permeato di quei temi che la globalizzazione del dolore ha finalmente posto nell'agenda di tutte/i noi:
1) la lotta alle dominazioni maschili, anche nel campo dell'immaginario collettivo;
2) la conservazione del pianeta in una prospettiva di distribuzione intelligente di tutte le risorse presenti e future, e di una risorsa del passato che si chiama Storia delle popolazioni;
3) il progresso civile, che deve fare il paio con il progresso etico, umanistico e tecnico dell'umanità.
Per fare questo, per uscire dal vuoto sociale che ci descrive sempre più spesso Touraine, dobbiamo testimoniare il bene, praticare il meglio della politica, bucare lo schermo dell'indifferenza altrui con gesti intellettuali e pratici di critica aperta del messianismo dei poteri. Mi aspetto, allora, di essere utile alla edificazione di una moralità nuova in questo pianeta, e di poter dire, tra qualche anno, di aver dato un contributo alla costruzione di una Sinistra Italiana e Civile.
Leonardo Palmisano,
Liberazione

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