Oggi saremo in piazza per difendere la Costituzione. Non si tratta di un gesto rituale. La nostra Costituzione non solo fissa le regole attraverso cui costruire una civile convivenza nel paese. Indica la strada attraverso cui sviluppare le relazioni sociali per accedere ad una migliore , più libera ed egualitaria, convivenza civile. E' una buona Costituzione, scritta - come ci ricordava Duccio Galimberti - con il sangue dei partigiani, che noi vogliamo gelosamente conservare affinché la società possa progredire.
Con ogni evidenza la Costituzione è sotto attacco. Lo è da parte del governo Berlusconi che vuole stravolgere l'equilibrio dei poteri tra esecutivo e giudiziario e vuole ridisegnare il ruolo dell'impresa sgravandola da ogni responsabilità sociale per ergerla a potere sovrano e principio ordinatore delle relazioni sociali. Berlusconi è chiaramente un eversore, degno erede di Gelli, e come tale si comporta. Non è però il governo Berlusconi l'unico aggressore della Carta Costituzionale.
Anche la Confindustria ha preso a pieno il posto tra gli eversori. Quando Marchionne mette in discussione il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici di organizzarsi in sindacati autonomi ed indipendenti sta attaccando la Costituzione. Quando Marchionne mette in discussione il diritto di sciopero sta attaccando la Costituzione. Quando la Confindustria si pone l'obiettivo di generalizzare la distruzione del contratto nazionale di lavoro sulla scia di Marchionne, sta attaccando la Costituzione.
A questi due eversori interni, in questi giorni si sta aggiungendo un complice ulteriore: l'Unione Europea. Nello sciagurato accordo, pomposamene chiamato «Per l'euro», che stanno siglando in questi giorni i ministri economici, si discute lo scardinamento della Costituzione Repubblicana. E' infatti sul piatto la proposta che il Patto di stabilità - una stangata pesante e prolungata nel tempo dell'ordine di oltre 20 miliardi di tagli l'anno - venga recepito all'interno della Costituzione italiana stravolgendone completamente il senso. Se oggi la Costituzione mette al centro il diritto al lavoro e lo sviluppo dei diritti sociali e civili, l'Unione Europea discute di imporci una riscrittura della Costituzione attorno ai sacri dogmi del neoliberismo e delle politiche antisociali. Un vero e proprio colpo di stato monetario.
Oggi, mentre scendiamo in piazza per la difesa della Costituzione, vogliamo dire forte e chiaro che non lo facciamo solo contro Berlusconi, ma anche contro Confindustria e Unione Europea.
Con buona pace di larga parte del Centrosinistra, ci battiamo contro il sovversivismo delle classi dirigenti, italiane ed europee, di cui Berlusconi è un esponente. Forse tra i più determinati - e più grotteschi - ma certo non isolato nel panorama politico continentale.
Paolo Ferrero,
segretario nazionale PRC
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