domenica 27 marzo 2011

Fai qualcosa di sinistra...

A Napoli Nichi Vendola e Sel appoggeranno Mario Morcone, ex capo della segreteria di Ciriaco De Mita. A Torino, Piero Fassino, l’amico di Marchionne





In queste settimane sono stati diversi i commenti e le riflessioni intorno al caso delle elezioni amministrative del Comune di Napoli. Un dibattito che si è sviluppato sostanzialmente intorno alla candidatura a sindaco della città di Luigi De Magistris, sostenuto oltre che dal suo partito e dalla Federazione delle Sinistre, anche da importanti e consistenti aree della società civile e dei movimenti della città. Abbiamo condiviso la lettura di chi riteneva cieca ed incomprensibile una eventuale scelta del partito di Vendola di sostenere il candidato del Partito Democratico, il prefetto Morcone. Infatti, riteniamo che si è sviluppato un laboratorio politico intorno alla candidatura di De Magistris, fatto di protagonismo dei movimenti, di voglia di discontinuità con il bassolinismo contro il malgoverno ed il malaffare, rappresentato a Napoli tanto dai Democratici quanto dal Pdl di Berlusconi e Cosentino.

L’ipotesi che Sel e Vendola non decidessero di fare parte di questa sperimentazione veniva evocata come un errore politico imperdonabile; non solo per le sorti politiche del progetto "Vendola", ma anche per rincorrere il principale obiettivo di battere le destre e sottrarre palazzo san Giacomo al blocco politico e agli interessi rappresentati in Campania da Cosentino & C; il nostro punto di vista parte dal registrare l'umore della città, che aspira al cambiamento e alla rottura con Bassolino ed il bassolinismo; il problema è che il cambiamento non sia peggiore del passato. Ci troviamo ad intervenire su quello che avviene nella nostra città, e sulle scelte che abbiamo condiviso con i tanti compagni e compagne che sosterranno la candidatura di Luigi De Magistris a sindaco di Napoli, nello spazio in cui il tempo delle ipotesi è finito: Nichi Vendola e Sel appoggeranno Mario Morcone, ex capo della segreteria di Ciriaco De Mita, scegliendo il passato al laboratorio politico dell’alternativa.

I disastri che hanno caratterizzato il ventennio di Antonio Bassolino hanno segnato profondamente la città che in questi due anni ha regalato al centro destra fatto di camorristi e neofascisti la Provincia di Napoli e la Regione Campania. Un moto di repulsione se vogliamo comprensibile e sacrosanto davanti ad una città messa in ginocchio dalla monnezza ai bilanci in rosso, dalle clientele alle riqualificazioni mai avvenute (Napoli Est, Bagnoli, Napoli Nord). Noi non stiamo scegliendo il meno peggio come spesso si è costretti a fare, stiamo provando a costruire direttamente un’alternativa. Pensiamo che non solo Luigi De Magistris sia il miglior candidato possibile alla carica di sindaco di Napoli, ma che oggi rappresenti l’opportunità dell’apertura di uno spazio di sperimentazione dove i saperi prodotti dai conflitti possano essere strutturati in proposta di pratiche di buon governo del territorio. Non dobbiamo camminare in equilibrio su un crinale ad alta quota, figli delle contraddizioni di un rapporto non sempre comprensibile tra movimenti ed istituzioni.

L’intero programma di governo, la proposta politica da fare alla città sta vedendo il contributo attivo di intelligenze, comunità, realtà organizzate che hanno animato i conflitti in città negli ultimi anni. E’ così sui rifiuti, sulla gestione degli spazi pubblici, sulla riqualificazione urbana come nel caso di Bagnoli, sul welfare, sulla cultura, su una idea di città sicura che significa innanzitutto una città senza paura. Contenuti, proposte, pratiche di buon governo. Oggi lo spazio politico delineato dalla candidatura di Luigi De Magistris significa questo. In un contesto dove gli stessi partiti, a cominciare dall’Italia dei Valori faticano notevolmente a trovare uno spazio di esistenza, travolti da un processo sociale e politico in atto nella città che li travalica e li scavalca.

Nichi Vendola e Sel hanno deciso di non esserci. Hanno deciso di continuare con il passato. Qualcuno prova a leggere il caso Napoli come una dinamica locale, ma ciò che avviene all’ombra del Vesuvio è paradigmatico di uno scenario complessivo che si sta delineando. Da un lato la rincorsa dei democratici di D’Alema – Bersani – Bindi – Veltroni all’estremo centro di Casini –Caltagirone, in una idea di alternativa a Berlusconi che altro non è che una resa dei conti interna ai poteri forti del paese, dove si deve cambiare cavallo per mantenere gli assetti, dove il modello Marchionne, come ci ricorda Piero Fassino, candidato a sindaco di Torino con l’appoggio di Sel, diventa modello di società. Dall’altro il figlio diverso della personalizzazione della politica, ovvero Nichi, che piuttosto che provare a mantenere quel rapporto dialettico con i movimenti ed i segmenti sociali in conflitto nel paese, rincorre il Partito Democratico fin sulla Luna, per aspirare ad agognate primarie per aspirare al ruolo di nuovo cavalluccio dei poteri forti.

La vicenda delle elezioni napoletane si iscrive in questo contesto. Un terzo polo che corre da solo, un Pdl che corre monco – con Clemente Mastella candidato sindaco per l’Udeur – ed un Partito Democratico che per mesi ha rincorso il partito di Casini. La candidatura di De Magistris non solo ha sbaragliato i piani dei centristi e dei democratici, già naufragati dopo la vergognosa sceneggiata delle primarie napoletane del Pd tra brogli e scandali, ma ha messo in crisi la stessa Sel. Non è vero, come in chiave giustificazionista si vuole far credere, che la scelta di Sel di sostenere Morcone sia frutto di equilibri locali. La rincorsa di Vendola al Pd che rincorre l’Udc ben si sposa con la voglia locale di continuità con il bassolinismo, con la voglia di continuità con le clientele e le aberrazioni di vent’anni di malgoverno della città. Quando alcuni mesi fa, Nichi Vendola cominciò a stabilire un dialogo costruttivo con alcuni pezzi del movimento nel paese, ci permettemmo di sottolineare lo scetticismo nella possibilità di coniugare la costruzione di alternativa dal basso al modello Berlusconi – Marchionne e l’aspirazione a diventare premier del paese attraverso le primarie dei democratici. Quello scetticismo non ci impedì un approccio laico e costruttivo a quel rapporto dialettico, che come tale andava messo a verifica periodicamente.

Non sappiamo bene se la verifica è rappresentata da ciò che si è consumato nella vicenda delle amministrative napoletane, ma sappiamo bene che dopo la vicenda del “lancio” di Rosy Bindi premier, la scelta di non sostenere De Magistris a Napoli (sostenendo poi Fassino l’amico di Marchionne a Torino) suppone una mutazione genetica dell'idea di sinistra che hanno. I drammi li lasciamo ad altri. Il “sogno infranto” non appartiene alla dialettica tra movimenti ed istituzioni a meno di non cadere nel fideismo tardo piccista.

A Napoli daremo un contributo alla costruzione della lista civica e dei movimenti che sosterrà la candidatura di Luigi De Magistris a sindaco di Napoli, provando a caratterizzare la specificità della nostra area di movimento in quel contesto. Come andrà a finire lo scopriremo solo vivendolo. Insomma, il tanto evocato rinnovamento della sinistra caldeggiato da Vendola con il laboratorio Puglia sembra aver già esaurito la sua spinta propulsiva, il vendolismo uscito dal tacco d'Italia, non riesce a divenite discorso politico. A Sel restano da dire poche cose. La prima è che non ci pare un bello spettacolo definire “una bella prova di democrazia” il “referendum” tra gli iscritti promosso per decidere chi sostenere se De Magistris o Morcone. Pur non essendo avvezzi alla vita di partito ci pare naturale che la composizione del quadro dirigente dei partiti è definito dalla composizione degli iscritti…insomma perché mai gli iscritti avrebbero dovuto votare diversamente dalle indicazione dei loro organismi dirigenti, se sono stati loro ad eleggerli ?

La seconda è rivolta direttamente a Nichi. Ricordi il "di qualcosa di sinistra" rivolto a quel tale? Ci chiediamo quando farai mai qualcosa di sinistra… Ce lo siamo chiesti quando abbiamo visto che in Puglia ci sono sei inceneritori ed a costruirli c’è la presidente di Confindustria; ce lo siamo chiesti quando abbiamo compreso l’impatto ambientale ed economico dell’avvento delle energie rinnovabili in Puglia sponsorizzate da Enel e da De Benedetti; ce lo siamo chiesti dopo la mossa Rosi Bindi e dopo quella Morcone. Ovviamente dovrai pure venire a Napoli a sostegno del candidato democratico, applaudito da Bassolino.

di Antonio Musella e Pietro Rinaldi

FONTE: Global project

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