sabato 5 luglio 2014

La disuguaglianza che piace a Telemaco By ilsimplicissimus


TELEMACOOggi la Die Welt, giornale merkeliano per eccellenza, ancor più della paludata Frankfurter Allgemeine, spara in grande spolvero un articolo in cui si afferma che “La disugualianza è il motore dello sviluppo” ( qui per chi sia interessato), tanto per replicare ai timori espressi dall’Ocse circa l’aumento della povertà in tutto il “primo” mondo. Mi sembra un’ottima introduzione alla nuova bugia inaugurata dai media italiani come non mai di regime, circa un dissenso tra il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, visto come emissario dei poteri finanziari e l’Angela cancelliera sul tema della flessibilità.
Non potendo più plausibilmente sostenere che Renzi sia riuscito a strappare qualcosa in Europa, anzi segretamente depressi per l’inconcludente discorso di coniglietto mannaro a Strasburgo, nonostante il tentativo di cavar sangue dalla rapa, ora si inaugura una nuova linea sull’albero genealogico delle bugie e delle illusioni: quello che Renzi sia riuscito a imporre alla Merkel una nuova linea, ma che i cattivoni della Buba ( così è chiamata la Bundesbank) si oppongono. E infatti ora si finge che il guappo di Firenze faccia  polemica direttamente con la banca centrale tedesca e non con la cancelliera. Il tutto non solo per la salvare la figura del baby salvatore della patria, ma anche per alimentare la speranza, oltre ogni ragionevole realismo, che forse si riesce a strappare qualche virgola di respiro alle imposizioni di Bruxelles. Che in ogni caso sarebbe davvero robetta, una briciola per gli affamati, buona solo per gli allocchi , quelli secondo cui il disperante Renzi sarebbe l’ultima speranza, quelli che proprio hanno capito tutto.
Del resto questo presunto accredito internazionale che viene pervicacemente mantenuto,  come fu con Monti, nonostante la figura di palta  fatta a Strasburgo con la mitologia da liceale e i quintali di fuffa italica, serve evidentemente a compensare il patto di ferro con Berlusconi e portare il Paese fuori dai binari democratici pur di salvare l’ex Cavaliere. Ma, temo, soprattutto per confondere le acque sul vero retroterra culturale del liberismo e dell’ austerità nel quale appunto le disuguaglianze vengono viste come un fattore di sviluppo del capitale e dunque vanno conservate, accudite,  sviluppate utilizzando tutti gli strumenti a disposizione: i fiscal compact, come i media, gli stanchi feticci dell’europeismo di maniera, come la miserabile politica da bar di paese. Ed evitando che i disuguali  con il voto possano davvero decidere qualcosa, che le promesse non mantenute possano essere punite nelle urne. Così il condannato e il non eletto decideranno la forma del futuro stato oligarchico che in pratica non permetterà alcuna possibilità di cambiamento politico.
Siamo arrivati al punto di dover fare il tifo per l’energumeno tascabile Brunetta o per l’ex giornalista di corte Minzolini che si oppongono al Senato come assemblea di salvataggio dei corrotti perché in questo modo Berlusconi baratta la sua salvezza personale con la visibilità politica di Forza Italia e dunque con la loro cadrega. Conflitto di interesse. Del resto è anche ovvio che sia così: siamo passati da un tele venditore di tappeti che aveva a cuore solo i propri interessi e le proprie illegali libertà a un venditore di aspirapolvere che fa però gli interessi dei burattinai. Altro che Telemaco,

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