Spesso in parlamento si affrontano temi,
compreso quello complesso delle migrazioni, in maniera superficiale. A
volte trattasi della ormai stantia ma sempre efficace riproduzione della
fabbrica del consenso fondata sulla xenofobia, in altri casi – e forse è
peggio – semplicemente si sommano nozioni confuse e contraddittorie per
trovare applausi più che soluzioni. Se le riflessioni che in tali
contesti si maturano giungono ad un confronto con il mondo
dell’informazione raramente capita che il giornalista di turno si provi a
confutarle, a dimostrarne l’inadeguatezza o peggio ancora
l’infondatezza. Dover dire in pubblico che la realtà non è semplice…non è
semplice.
Proviamo a prendere una dichiarazione del Cittadino Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera dei Deputati ed eletto nel M5S.
Di Maio se la prende giustamente con «i partiti che oggi stanno facendo caciara sugli immigrati sono gli stessi che hanno creato il disastro dell’immigrazione».
Cittadino Di Maio, in un pianeta in cui guerre, disastri ambientali,
crollo delle economie in nome del libero mercato producono catastrofi
umanitarie quotidiane, le migrazioni sono un risultato naturale,
inevitabile, partiti o non partiti italiani. Cittadino Di Maio, nel
piccolissimo Libano sono almeno 1 milione e 200 mila i rifugiati
provenienti solo dalla Siria, senza contare le centinaia di migliaia di
esuli palestinesi. Il Libano è leggermente meno esteso dell’Abruzzo il
cui numero complessivo di abitanti è minore del numero complessivo dei
rifugiati in Libano. Ha presenti le differenze? Non si pretende certo
di diventare come il Libano ma è così drammatico e impossibile ospitare
un decimo dei loro profughi? Comunque ad oggi in Italia il numero dei
richiedenti asilo incide per lo 0,13 rispetto all’intera popolazione. Un
dramma?
Concetti ribaditi dal suo collega di partito e in parlamento il Cittadino Di Battista. Secondo lui, (affermazione televisiva) «I
cittadini non ce la fanno più con i troppi clandestini. Questo non è
razzismo è realismo. La colpa è di un governo inefficace».
Fosse per lui, lascerebbe decidere ai cittadini se accettare o meno
profughi. Pilato non avrebbe saputo dire di meglio ignorando o saltando a
piè pari quello che dovrebbe essere il ruolo delle istituzioni.
Al Cittadino Di Maio invece va
riconosciuta pienamente ragione quando condanna il Regolamento Dublino,
che però dimostra di non conoscere. Egli infatti afferma che «ci obbliga a tenerci in Italia tutti i clandestini o richiedenti asilo che sbarcano sulle nostre coste».
La Direttiva Rimpatri, approvata in U.E. nel 2008 e recepita in Italia
nel 2011 in maniera restrittiva obbliga invece gli stati membri a
rimpatriare a determinate condizioni chi è privo di regolare permesso di
soggiorno e con Dublino questa situazione, come diceva un personaggio
politico del passato, «che c’azzecca?». La direttiva in questione
(definita in America Latina “della vergogna”) e votata in massa tanto a
Strasburgo che a Roma, si è dimostrata l’ennesimo buco nell’acqua e non
per motivi casuali. In Italia regolarizzarsi trovando lavoro è
praticamente impossibile (Cfr Bossi-Fini), manodopera irregolare da
assumere (leggi sfruttare) al nero fa tanto comodo e di fatto si
condannano sempre più persone alla clandestinità in attesa di sanatorie
più o meno camuffate. Il Cittadino Di Maio dovrebbe sapere che se si
espellessero contemporaneamente tutti coloro che non hanno permesso di
soggiorno, crollerebbe una parte consistente delle attività produttive
(agricoltura, edilizia, cura alla persona ecc..) e i costi (a cui il suo
movimento è tanto attento) per i rimpatri dovrebbero essere coperti da
una ulteriore manovra finanziaria. Ma sono tanti poi i “clandestini” che
intanto continuano ad arrivare Cittadino Di Maio? No! Perché ormai il
nostro Paese, come gli altri dell’Europa Meridionale, non è più una meta
per cercare lavoro, al massimo di transito. L’85% delle persone che
giungono dai temuti barconi, provengono da paesi in guerra e vorrebbero
chiedere asilo. Lo vorrebbero chiedere in uno Stato dove la parola
accoglienza non sia sinonimo di malaffare o di abbandono e non obbligati
questi si da “Dublino” a farlo nel paese in cui si specula meglio sui
loro destini. Su questo Regolamento torneremo ma preferiamo seguire il
filo logico del Cittadino Di Maio che nota con acume come in Germania
non giungeranno mai i temuti barconi, dimostrando di conoscere si la
geografia ma meno la materia di cui prova ad occuparsi. La Germania,
senza barconi, ha ricevuto nel 2014 (dati Eurostat) oltre 200 mila
domande di asilo, un terzo di tutta l’Europa, al secondo posto in valori
assoluti c’è la Svezia e solo al terzo appare l’Italia con 64 mila
domande presentate. Cittadino Di Maio, come arrivano i barconi in
Germania? Se lo scopre ce lo faccia sapere, escludiamo che Germania e
Svezia vengano circumnavigate! Seguendo sempre il suo filo logico, non è
il solo Pd a non aver mai voluto intaccare il Regolamento Dublino. Si
chiamano rapporti di forza caro Cittadino, che in Europa non mi sembra
stiano ancora per cambiare e in cui il Pd è complice più per ragioni
politiche (cfr larghe intese) che prettamente affaristiche e/o
economiche e su cui gran parte dell’opposizione espressa dal suo gruppo
di appartenenza, sembra avere idee molto confuse. Convivono infatti a
Strasburgo parlamentari come Corrao e Ferrara che sostengono apertamente
le iniziative messe in campo dal GUE/NGL e parlamentari che attendono
in silenzio. A speculare su una accoglienza che è sempre rimasta
colpevolmente gestita in condizioni emergenziali, dall’inizio degli anni
Novanta, sono stati un po’ tutti (cfr memoria) e le diverse fasi hanno
garantito affari e lavoro a enti gestori, cooperative, consorzi di
differenti colore e sfumatura (manca il rosso originale). Laici e
religiosi, bianchi e rosa, neri e crociati, insomma in tanti hanno
obbedito al credo “gli immigrati non li vuole nessuno, i soldi degli
immigrati li vogliono tutti” certo che se invece di continuare ad urlare
in maniera sguaiata contro la politica ci si fosse impegnati per
istituire strumenti indipendenti di controllo rispetto all’uso fatto di
tali risorse, strumenti pubblici si intende, forse avremo qualche Buzzi
di meno con cui dover fare i conti.
Riportiamo per correttezza di
informazione in maniera integrale il pensiero del Cittadino Di Maio per
porre altri dubbi. Egli afferma: «La nostra proposta è chiara:
modifichiamo quel regolamento. (Dublino). Se in Italia arrivano 100
migranti, 3 ce li teniamo e 97 se li dividono gli altri Paesi europei.
Per fermare gli sbarchi poi, basterebbe creare delle agenzie in nord
Africa dove gli africani possano fare la domanda d’asilo. Solo chi avrà i
requisiti potrà venire in Italia (a spese sue). Chi non ha i requisiti è
inutile che si metta sul barcone, potrà solo essere respinto».
Quindi l’Italia, fra le 7 potenze mondiali, terza per numero di
abitanti in Europa e vagamente più estesa di Lussemburgo, Olanda e
Belgio, ad esempio (che in proporzione hanno più rifugiati) dovrebbe
tenere 3 persone su 100 e, e gli altri? Forse è il caso di rivedere
questa bizzarra ripartizione? Magari tenendo anche conto della volontà,
dei legami parentali o affettivi dei profughi che non sono pacchi? E poi
fermare gli sbarchi con agenzie in Nord Africa. Ovvero occupare
militarmente la Libia, da cui arriva il 90% dei fuggitivi? Sarebbe il
solo modo per poter aprire agenzie in quel Paese ma come il Cittadino Di
Maio sa bene ci sarebbero controindicazioni non da poco. Se pensa
questo è perfettamente concorde con Renzi e soci, strane convergenze
vero? Continuando l’esegesi del pensiero del Cittadino Di Maio, si parla
di requisiti. E qui viene il bello. L’Italia, come gran parte dell’U.E.
tende a non concedere lo status di rifugiato. Uno status che da noi
dimezza i tempi per ottenere la cittadinanza e garantisce (o quantomeno
dovrebbe farlo) stabilità e standard di accoglienza. Tale status viene
riconosciuto solo ad una percentuale minima (10% circa, fonte Cir), per
un altro 50% circa scattano status di protezione che non permettono il
rimpatrio nel paese di origine ma condannano ad una perenne precarietà.
Che fine farebbero nel “pacificato” Nord Africa queste persone Cittadino
Di Maio? Resterebbero nei paesi in cui avviene l’esame, garantendo con
la loro presenza che le frontiere invalicabili della “Fortezza Europa”
si sono spostate nel Sahel? Il dubbio ci viene e, seconda coincidenza,
si tratta degli stessi obbiettivi che vorrebbero raggiungere i vari
Renzi, Alfano, Berlusconi e in fondo farebbe felice anche Salvini.
Interessante vero? Da ultimo, chi parte nei barconi da cui in tanti sono
ossessionati, il viaggio se lo paga già a caro prezzo, da un minimo di
2000 euro ad un massimo della vita, quindi viaggiare a costi inferiori
sarebbe certamente una novità apprezzata. Vincerebbe la concorrenza. Ma
cosa farebbe Cittadino Di Maio chi non rientrerebbe nella selezione
preventiva operata nel “pacificato” Nord Africa, dopo essersi fatto
qualche migliaio di chilometri nel deserto? Partirebbe lo stesso, con i
prezzi dei barconi che crescono alle stelle. Verrebbero fermati? La
Convenzione di Ginevra (che non è stata scritta dagli odiati partiti)
stabilisce il divieto di non-refoulement ovvero non si possono
fermare collettivamente richiedenti asilo in mare. La si vuole abolire o
non applicare? Piacerebbe tanto al Cittadino Salvini peccato che questo
comporterebbe non solo vergogna ma sanzioni internazionali, come è già
accaduto per alcuni respingimenti ai tempi del Cittadino Maroni. Ma
basta con la protesta si faccia anche la proposta Cittadino Di Maio.
1) Corridoi umanitari che raggiungano le
persone in fuga nei paesi limitrofi e assicurino un transito sicuro e
accoglienza in Europa.
2) Canali legali per entrare in Europa con la propria identità e con i propri progetti di inserimento
3) Politica estera in cui invece di
finanziare conflitti o sostenere dittature si contribuisca alla pace,
(sarebbero in tanti/e a volersene tornare a costruirsi un futuro a casa)
4) Diritto d’asilo europeo. Se l’Europa
non ha frontiere per i propri cittadini non deve averne neanche per chi
ottiene asilo o protezione.
5) Sistema integrato di accoglienza (in
alcuni Paesi accade) con cui chi è fuggito possa trovare inserimento
sociale ed economico, rendersi autonomo e contribuire alla crescita
6) Cooperazione paritaria con i Paesi
del Mediterraneo, dimenticando le miserabili esperienze dei decenni
passati e contribuendo a rafforzare le economie dei paesi rivieraschi.
7) Lotta al lavoro nero (non ai lavoratori in nero) e all’evasione fiscale che da questo si determina.
8) Abrogazione in Europa del Regolamento
Dublino, in Italia della Bossi Fini e realizzazione di una legge quadro
sul Diritto d’Asilo. Proposte scomode, che impongono di riflettere, che
non nascono da ragionamenti etici o buonisti ma da pragmatismo da
veicolare, che non parlano alla pancia ma che potrebbero portare più
soluzioni e minori sofferenze.
Ci pensi Cittadino Di Maio, e anche lei Cittadino Di Battista, e fateci sapere.
di Stefano Galieni, Responsabile nazionale immigrazione Rifondazione Comunista
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