lunedì 6 maggio 2013

Santanché verso la vicepresidenza della Camera di Alessandro Robecchi


Santanché verso la vicepresidenza della Camera
Difficile un’equa distribuzione dei sottosegretari: i venusiani pretendono due poltrone e si scontrano con il veto degli sherpa tibetani. Napolitano media. Il PdL lancia segnali di disponibilità al centro sinistra: “Noi non interferiamo: il centrosinistra può scegliere in piena libertà l’attrezzo affilato con cui tagliarsi i coglioni”.
A una settimana dall’ insediamento del governo Letta, a Palazzo Chigi si respira aria di soddisfazione: “Non ci aspettavamo di durare tanto”. Ma la tranquilla navigazione del governo è ora messa alla prova dalla consueta battaglia per i sottosegretari. Dovrebbero essere una settantina, ma le pressioni che vengono dalla componente kirghisa del governo, da Alpha Centauri e dalle minoranze di lingua vallona faranno probabilmente lievitare il numero. “E’ sempre così con le larghe intese – dice un latifondista boliviano che punta a diventare viceministro delle politiche giovanili – più sono larghe e più servono poltrone”. I montiani, per esempio, pretendono otto viceministri, due commissioni e un posto da barista alla buvette. Rispondono a muso duro dal PdL: “Ci spettano trentadue sottosegretari, sei questori della Camera, cinque elettrauti specializzati e due shampiste”. Ma il Pd fa sapere: “Non scherziamo, per competenze e merito le shampiste spettano a noi”. Si discute molto anche sulla vicepresidenza della Camera. “Goebbels – dicono al PdL – ha un impegno, quindi proporremo Santanché”. “Peccato – ribattono al Pd – Goebbels andava benissimo. In quel posto è sempre meglio un moderato”.

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