Presa Diretta racconta la crisi che divide l’Italia in due
Nonostante i buoni propositi, anche ieri sera non sono riuscita a trattenermi e ho guardato “Presa Diretta”
in tv, suRai3. Ho guardato, insieme a milioni di italiani che non erano
sintonizzati sul concerto di Jovanotti, il racconto di un’Italia
medioevale dove i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più
ricchi… e sono i più ricchi d’Europa. E mi ha procurato una gastrite
senza precedenti. Passino
le grandi barche, le ville eleganti e i fuochi di artificio, non è la
ricchezza in sé che demonizzo, ma il fatto che in questo paese la
pseudosinistra che si arrogava la pretesa di rappresentarmi, banchetti
con la stessa fetta di Italia che non sa neanche la crisi che faccia
abbia, proprio non lo posso accettare.
È la forbice tra chi ha non ha più nulla e chi non sa che farsene dei soldi che mi fa impressione, il fatto che la ricchezza privata degli italiani sia quasi cinque volte il debito pubblico italiano, ma sia concentrata in pochissime mani. Così come mi indigna che la nobildonna Marisela Federici, la signora più chic dei salotti romani e grande organizzatrice di feste nella Capitale, si conceda il lusso di dire che chi si suicida per problemi economici più che altro ha altri tipi di problemi.
E poi… poi sono arrivati i disperati, ma più dignitosi sicuramente “di chi farnetica di crisi che non esistono”, quelli in cassa integrazione; oppure sbattuti fuori dal mondo del lavoro; quelli che si fanno il pane in casa perché non bastano i soldi per comprarlo; che fanno le file alla Caritas o per avere i farmaci. E qualcuno dice anche che il peggio deve ancora venire. Mi fa rabbia che non riusciamo a reagire, che incassiamo decisioni prese dall’alto in maniera ineluttabile, come lo spreco in spese militari di risorse che avrebbero potuto risollevare la vita di tante persone, mi fa rabbia che noi soltanto dobbiamo pagare. E penso anche che questo Paese lo sento sempre più come un nemico, e che mi sta costringendo a scappare, perché almeno i miei figli non glieli lascio macellare.
È la forbice tra chi ha non ha più nulla e chi non sa che farsene dei soldi che mi fa impressione, il fatto che la ricchezza privata degli italiani sia quasi cinque volte il debito pubblico italiano, ma sia concentrata in pochissime mani. Così come mi indigna che la nobildonna Marisela Federici, la signora più chic dei salotti romani e grande organizzatrice di feste nella Capitale, si conceda il lusso di dire che chi si suicida per problemi economici più che altro ha altri tipi di problemi.
E poi… poi sono arrivati i disperati, ma più dignitosi sicuramente “di chi farnetica di crisi che non esistono”, quelli in cassa integrazione; oppure sbattuti fuori dal mondo del lavoro; quelli che si fanno il pane in casa perché non bastano i soldi per comprarlo; che fanno le file alla Caritas o per avere i farmaci. E qualcuno dice anche che il peggio deve ancora venire. Mi fa rabbia che non riusciamo a reagire, che incassiamo decisioni prese dall’alto in maniera ineluttabile, come lo spreco in spese militari di risorse che avrebbero potuto risollevare la vita di tante persone, mi fa rabbia che noi soltanto dobbiamo pagare. E penso anche che questo Paese lo sento sempre più come un nemico, e che mi sta costringendo a scappare, perché almeno i miei figli non glieli lascio macellare.
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