Si
sa l’essenza della politica è quella di battersi per un mondo migliore,
comunque la si veda: più immobile nelle sue radici, più classista, più
autoritario o paternalistico come predica la destra o più giusto, più
eguale, più libero come in genere nella tradizione della sinistra. Ma in
Italia esiste anche una terza via in cui tra più classista e più
giusto, tra più autoritario e più libero, tra più immobile e più eguale
c’è sempre una conciliazione retorica, sono visioni che fanno parte di
una dialettica dei diversi di crociana memoria che coesiste e non porta a
nulla poiché il massimo punto dell’autocoscienza è stare in Parlamento,
vendersi l’anima a filetti.
Questo è un modo di battersi per un mondo MIGLIORE. Purtroppo nel
senso di Gennaro che da Sel ha concluso il cammino che lo ha portato
dalla ricerca di una società alternativa fino a Matteo Renzi, vale a
dire agli antipodi. Nel sindaco di Firenze il capogruppo di Sel ,
Vendola compiacente, ora scorge qualcuno “che intercetta quella che è la
vecchia idea della sinistra”. A questo punto delle due l’una o Gennaro
Migliore non sa nemmeno dove stia di casa la sinistra o è Briatore,
altro fan renziano, che non ha capito niente. Ma comunque sia è fin
troppo chiaro che il gruppo dirigente di Sel, non ha la minima
intenzione di restare a piedi e comincia a fare l’autostop per saltare
sul carro del probabile vincitore pur sapendo benissimo che va dalla
parte esattamente opposta a quella proclamata. Da Rifondazione comunista
a rifondazione del billionaire: almeno lo champagne non manca.
Del resto non è un mistero che Sel sia ormai molto vicina a Goffredo
Bettini, sia quasi Pd con tutto quello che questo comporta, visto che la
corpulenta eminenza grigia dei democratici è tenuta letteralmente per
le palle dai berlusconiani che sanno molte cose riguardo alle sue
“ansietà d’oriente”. Però è abbastanza evidente che le esternazioni di
Gennaro Migliore non vengono a caso: probabilmente sono anche un
messaggio in codice al Quirinale sulla possibilità che Sel voti al
Senato un eventuale Letta bis nel caso che Berlusconi faccia saltare
tutto.
Ma insomma tutto
questo è la dimostrazione palmare che con le piccole elite residuali
della vecchia sinistra non si va da nessuna parte, anzi si va diretti a
destra se questa è la direzione giusta per conservarsi posizioni e
stipendi e rendite: l’opinione progressista, nelle sue articolazioni
politiche è da ricostruire nella sua totalità. Perciò è con viva e
vibrante soddisfazione che possiamo vedere come Sel sia diventata
“migliorista”.
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