Menzogne,
inganni, minacce sono quasi la norma della politica estera. E tuttavia
questi vasi di Pandora che circolano nelle relazioni internazionali,
dovrebbero avere quanto meno l’apparenza della plausibilità, vuoi che si
tratti di inesistenti armi di sterminio di massa, vuoi che siano false
fosse comuni in Kossovo, vuoi che sia l’incrociatore fatto saltare in
aria all’Avana nel 1898 per incolparne la Spagna tanto per tornare agli
esordi dell’imperialismo americano.
Ma qualcosa sta cambiando e non in meglio, segno evidente della
maggiore capacità di controllo dell’opinione pubblica acquisito dal
potere: come è successo in Ucraina, si tende ormai a spacciare per vero
ciò che palesemente è falso. Per esempio che il governo Yanukovich fosse
illegittimo, quando invece era stato regolarmente eletto con la
benedizione degli organismi internazionali, che sia invece legittimo un
governo insediatosi senza elezioni e con la forza o che gli ucraini
avessero la spasmodica voglia di entrare nella Ue quando invece da
un’indagine svolta pochi giorni prima del golpe dall’Usaid (United
States Agency for International Development, si fa per dire,
naturalmente) risultava che solo il 40% della popolazione voleva
l’opzione europea.
Ma il picco più delirante lo si è raggiunto ieri con le dichiarazioni
del massimo responsabile delle forze armate statunitensi, Martin
Dempsey, il quale ha minacciato un intervento militare Usa, usando come
pretesto una serie di argomenti deliranti, vere e proprie baggianate che
tuttavia sono state delibate come se nulla fosse dai media. Questa
specie di dottor Stranamore dice: ”Stiamo cercando di convincere la
Russia a non far degenerare ulteriormente la situazione nell’Ucraina
orientale e concordare qualche tipo di soluzione per la Crimea. Abbiamo
degli obblighi nei confronti dei nostri alleati della Nato. E se le
circostanze lo richiedessero, li rispetteremmo”. Di quali obblighi
parliamo e chi sarebbero questi misteriosi alleati della Nato? Forse
della protezione della piccola minoranza polacca, cioè dell’unico Paese
di questa organizzazione che ha protestato perché i nazifascisti di Kiev
esponevano l’immagine salvifica di Stepan Bandera, sterminatore di 100
mila polacchi?
Non si sa, ma il generale prosegue come se nulla fosse: ”Se alla
Russia è consentito intervenire in un Paese sovrano con il pretesto di
proteggere i russi in Ucraina, l’Europa orientale è esposta ad un
rischio significativo, perché ci sono enclavi etniche in tutta l’Europa
orientale e nei Balcani”. Già proprio i Balcani dove invece è stato
proprio il pretesto etnico quello utilizzato per giustificare
l’intervento Nato. Ma l’ineffabile Stranamore sembra ignorare del tutto
che il primo atto del governo golpista che egli difende è stato di
reprimere e cancellare qualsiasi autonomia dei gruppi etnici interni al
Paese.
Ma non sono queste gragnuole di sciocchezze ad impressionare, quanto
il fatto che esse siano riportate come se la loro totale e sconcia
incongruenza non fosse neanche percepita. E come se non fosse possibile
per l’amministrazione americane ricorrere a scuse e pretesti più
credibili e più dignitosi. Forse l’intento era proprio quello di far
abbaiare un mastino demente nella speranza di impaurire e di mostrare
che non ci sono ragioni che tengano, che Washington vuole il suo pezzo
di carne a prescindere. Forse si dovrebbe riflettere se non dare anche a
Stranamore un bel nobel per la pace.
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