domenica 23 marzo 2014

Ora è l’Ucraina orientale a «dissociarsi» da Kiev — Simone Pieranni, Il Manifesto

Guerra o pace. Anche le regioni russofone dell’est sperano in Mosca e nel modello Crimea. A Belbek un’altra base strappata all'esercito ucraino
Al con­tra­rio di quanto hanno voluto far cre­dere i lea­der euro­pei, con la firma dell’«accordo di asso­cia­zione», la situa­zione in Ucraina non pare indi­riz­zarsi verso sce­nari otti­mi­stici, anzi.
Ieri, nelle regioni orien­tali del paese, mani­fe­sta­zioni filo russe hanno sot­to­li­neato tutta la distanza poli­tica da Kiev; una dif­fe­renza che l’accordo e il rico­no­sci­mento della legit­ti­mità del «governo di Maj­dan» da parte di Bru­xel­les rischiano di aumen­tare. Alcune migliaia di filo­russi hanno mani­fe­stato a Done­tsk e cen­ti­naia a Khar­kiv, due rile­vanti cen­tri urbani della della rus­so­fona Ucraina orientale.
A Done­tsk, ha fatto sapere l’agenzia Inter­fax, i dimo­stranti avreb­bero espli­ci­ta­mente richie­sto un refe­ren­dum per l’annessione alla Rus­sia come quello svol­tosi con suc­cesso in Cri­mea dome­nica scorsa. Per rispon­dere a que­ste mani­fe­sta­zioni, i ser­vizi segreti di Kiev hanno arre­stato ieri, in mat­ti­nata, Mikhail Ciu­ma­cenko, lea­der dell’autoproclamato «Eser­cito popo­lare del Don­bass» (la regione di Done­tsk e Lugansk).
Secondo le agen­zie di stampa, i migliaia di filo­russi scesi in piazza a Done­tsk avreb­bero anche chie­sto il ritorno al potere di Vik­tor Yanu­ko­vich, il pre­si­dente desti­tuito dalla rivolta di Maj­dan. A que­sto pro­po­sito, sui morti della bat­ta­glia di Kiev dei giorni di feb­braio, ancora non si è fatta chia­rezza, ma ser­peg­gia sem­pre di più la voce che vor­rebbe i cec­chini intenti a spa­rare tanto sui mani­fe­stanti quanto sui poliziotti.
Le regioni orien­tali del paese che con­si­de­rano il governo di Kiev come il frutto di un colpo di Stato, sono in ebol­li­zione. Il rico­no­sci­mento della Ue e la pos­si­bi­lità che Bru­xel­les irre­ti­sca il paese verso l’Occidente, non con­vin­cono le regioni dell’est, che pos­sono con­tare su un alleato tutt’altro che debole, la Rus­sia. E Mosca dopo la Cri­mea non è escluso fac­cia un pen­siero alla pos­si­bi­lità di acca­par­rarsi anche quelle zone. Del resto ieri i movi­menti mili­tari in Cri­mea ci sono stati (i sol­dati russi hanno con­qui­stato un’altra base, a Bel­bek, ferendo un sol­dato ucraino, nono­stante Kiev abbia ordi­nato da giorni la riti­rata) e pare che ci siano eser­ci­ta­zioni in corso ai con­fini orien­tali dell’Ucraina.
A peg­gio­rare la situa­zione inter­na­zio­nale la posi­zione della Polo­nia, paese euro­peo più inten­zio­nato ad appro­fit­tare dell’attuale sce­na­rio: rispetto alla Ue, Var­sa­via spinge sulla pro­pria alleanza con gli Usa, a loro volta in disac­cordo sulla scarsa forza delle san­zioni anti Mosca della Ue. «Gli Stati uniti dovreb­bero aumen­tare la pro­pria pre­senza mili­tare in Polo­nia e in altri paesi dell’Europa centro-orientale in seguito alla crisi ucraina», ha soste­nuto ieri il mini­stro della difesa polacco Tomasz Sie­mo­niak, aggiun­gendo che Washing­ton sarebbe aperta all’idea. Il vice­pre­si­dente Usa Joe Biden, che ha visi­tato la Polo­nia mar­tedì scorso, ha con­fer­mato il piano ame­ri­cano per lo scudo anti­mis­sile nel paese entro il 2018 (in chiara fun­zione anti russa).
Ed ecco che l’avvicinamento euro­peo a Kiev, dimo­stra tutto il suo poten­ziale deto­nante: le regioni orien­tali ucraine in sub­bu­glio, Mosca che intra­vede la pos­si­bi­lità di fare addi­rit­tura un passo in più, gli Usa su posi­zioni che potreb­bero anche spin­gere per un futuro inter­vento Nato.
Nel frat­tempo in Ucraina sem­brano con­ti­nuare le rese dei conti. Dopo l’arresto di un paio di giorni fa del respon­sa­bile dell’azienda che gestiva i rap­porti con Gaz­prom per quanto riguarda il gas russo, ieri la poli­zia ucraina ha seque­strato un vero e pro­prio tesoro all’ex mini­stro dell’energia, Eduard Sta­vi­tski, accu­sato di essersi appro­priato inde­bi­ta­mente di denaro pub­blico. Secondo il mini­stro dell’Interno Arsen Ava­kov, per­qui­sendo varie abi­ta­zioni di Sta­vi­tski, gli agenti avreb­bero seque­strato 4,8 milioni di dol­lari in con­tanti, 42 chili d’oro e borse piene di pie­tre pre­ziose, forse diamanti.

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