sabato 29 marzo 2014

L’ostinazione bellica di Tommaso di Francesco, Il Manifesto

La mini­stra della difesa Roberta Pinotti ha le idee dav­vero chiare sugli F-35. Ieri è stata cate­go­rica par­lando all’anniversario dell’Aeronautica, rivolta ai ver­tici dello stato mag­giore non ha esi­tato a ri-ripensarci: «State sereni, nes­suno passo indie­tro, il pro­blema non sono gli F35 ma gli sprechi».
Ma che rispon­de­rebbe la mini­stra della difesa Pinotti se qual­cuno facesse notare che appunto di spre­chi si tratta? Per­ché nes­suno ha ancora capito a cosa ser­vono dav­vero i cac­cia­bom­bar­dieri della Loc­kheed Mar­tin, fatti appo­sta per essere stru­mento d’offesa, da «primo attacco», vale a dire per essere uno stru­mento non di difesa ma di guerra dichiarata.
E quindi con­ti­nuiamo a fare domande sull’utilità del mici­diale sistema d’armi che tanti miliardi ci costa? Ecco la rispo­sta — da noi pun­tual­mente regi­strata — che la mini­stra Pinotti stessa ha dato nell’intervista alle Inva­sioni Bar­ba­ri­che di gio­vedì sera alla domanda di Daria Bignardi «A cosa ser­vono i cac­cia­bom­bar­dieri F35: «… di fatto i cac­cia­bom­bar­dieri ser­vono per­ché, a parte che se tu hai delle truppe, dove c’è neces­sità di avere difesa aerea, però potrebbe suc­ce­dere che qual­cuno decide di sparare…un mis­sile magari…e potrebbe deci­dere, ormai ci sono mis­sili che pos­sono arri­vare a distanze estreme, potreb­bero deci­dere di volere, con quello, distrug­gere o…ehm…ovviamente creare, oggi pur­troppo le armi sono micidiali».
Chiaro no? Final­mente, tra lo spro­lo­quio lun­gi­mi­rante di Razzi e la sicu­mera ver­bale di Tra­pat­toni, arriva la chia­rezza con­fusa della mini­stra della guerra Pinotti.

Gli F35 ora sono “buoni” e “utili”

Difesa. Pronta una nuova mozione dei deputati pacifisti
f35-2506Con un sin­cro­ni­smo per­fetto (con la visita di Obama) la mini­stra della difesa Pinotti e il capo­gruppo del Pd Spe­ranza sono ieri scesi in campo per difen­dere gli F35. La prima, di fronte ai ver­tici dell’aeronautica, ha detto che in fondo non sono aerei cat­tivi, cioè che sono buoni; e il secondo ha dichia­rato che non sono inu­tili, cioè che sono utili. Per le spese mili­tari entrambi hanno par­lato di «com­pa­ti­bi­lità eco­no­mi­che» e della neces­sità di ridurre gli spre­chi. Tra gli spre­chi evi­den­te­mente non ci sono i 14 miliardi di euro da spen­dere nei pros­simi anni per 90 cac­cia­bom­bar­dieri capaci di fare la guerra e di tra­spor­tare ordi­gni nucleari e che sono dal punto di vista eco­no­mico e tec­no­lo­gico dei veri e pro­pri bidoni. Pesano troppo, devono atter­rare al primo tem­po­rale, hanno un soft­ware che fa cilecca e il casco dei piloti è da but­tare. I loro costi aumen­tano ver­ti­gi­no­sa­mente anno dopo anno. La corte dei conti ame­ri­cana (il Govern­ment Accoun­ta­bi­lity Office) ha detto che è un pro­gramma tutto da rivedere.
Invece, solo il 25 marzo scorso — con­trav­ve­nendo alle mozioni par­la­men­tari appro­vate nel giu­gno del 2013 che chie­de­vano la sospen­sione dei nuovi acqui­sti — il mini­stero della Difesa di F35 ne ha com­prati altri due. A fine set­tem­bre ne aveva presi tre. C’era da aspet­tare la fine dei lavori di inda­gine della Com­mis­sione difesa sui sistemi d’arma prima di fare altri con­tratti, ma prima Mauro e poi Pinotti non ne hanno tenuto conto, con la scusa che le pro­ce­dure erano state già avviate. La Com­mis­sione Difesa ter­mi­nerà i suoi lavori mer­co­ledì pros­simo: c’è il docu­mento dei depu­tati Pd che almeno chiede (e con­ferma) la sospen­sione di nuovi con­tratti per gli F35, ma evi­den­te­mente il capo­gruppo alla Camera di quel par­tito ha un’altra idea, come la mini­stra della Difesa.
Vedremo cosa suc­ce­derà in un Pd in grande con­fu­sione e diviso: tra chi (e sono tanti) gli F35 non li vuole o li vuole signi­fi­ca­ti­va­mente ridurre e chi — il governo — invece pensa che siano buoni e utili. Solo poco più di un anno fa (in cam­pa­gna elet­to­rale) i lea­der del Pd dice­vano che il lavoro viene prima degli F35 (Ber­sani) e che si tratta di un pro­gramma insen­sato (Renzi): ora quel par­tito non si sa che idea abbia, anche se — in con­tra­sto con una parte signi­fi­ca­tiva del suo gruppo par­la­men­tare e con il senso comune del suo elet­to­rato — sem­bra che la bus­sola della lea­der­ship stia tor­nando nuo­va­mente ad orien­tarsi verso il sostan­ziale man­te­ni­mento del pro­gramma. Sarebbe una scelta disa­strosa che avrebbe effetti lace­ranti sulla base sociale di quel partito.
Para­dos­sal­mente ha avuto più corag­gio l’ex mini­stro della Difesa — mili­tare e ammi­ra­glio della marina — Di Paola nel ridurre con il governo Monti gli F35 da 131 a 90 che l’ex mar­cia­trice di Porto Ale­gre e l’ex mani­fe­stante con­tro la mostra navale bel­lica di Genova — ovvero l’attuale mini­stra della Difesa — che non perde occa­sione per avva­lo­rare tutte le peg­giori scelte dei sistemi d’arma delle nostre Forze Armate.
Magari il governo e la mag­gio­ranza par­la­men­tare ten­te­ranno di rin­viare la deci­sione finale per l’ennesima volta (uti­liz­zando la ste­sura di un libro bianco da fare entro la fine dell’anno), men­tre nel frat­tempo si con­ti­nuerà a pro­ce­dere a sin­ghiozzo con nuovi con­tratti che per­met­tono di andare avanti nella pro­du­zione fino al 2016. Oppure con­ce­de­ranno un con­ten­tino: qual­che aereo in meno. Si tratta di una stra­te­gia dila­to­ria e comun­que miope. Una scelta dan­nosa per l’Italia e rite­nuta sba­gliata dalla stra­grande mag­gio­ranza degli elet­tori di sini­stra e sicu­ra­mente anche dalla mag­gior parte del paese. Tra qual­che set­ti­mana ci sarà una nuova mozione dei depu­tati paci­fi­sti per lo stop agli F35: quella potrebbe essere l’occasione per cam­biare strada. Pos­siamo ancora fer­marci e desti­nare que­sti soldi al lavoro e a cause più buone e utili.

GIULIO MARCON
da il manifesto

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