In questi ultimi mesi ho partecipato a molti dibattiti sull'unità della sinistra.
Ho sempre parlato delle cose che dovrebbero unirci: la difesa intransigente delle ragioni del lavoro, la tutela dell'ambiente, il rilancio del welfare a partire da un fisco che prelevi dai ricchi e non dai poveri, la lotta alla corruzione e ai privilegi.
Devo dire che chiunque fossero gli interlocutori mi sono sempre sentito a casa, al di là delle sfumature e di qualche ovvia differenza.
Mi stupirebbe molto quindi se i vertici di Mdp avessero deciso di seguire Pisapia su una linea che porta dritta alle due liste a sinistra e quindi a dividere un popolo che aspira all'unità.
Pisapia lo fa per ragioni politiche evidenti, puntando oggi a puntellare senza se e senza ma il governo dei voucher e della genuflessione alle banche, per tenere aperta domani la strada dell'alleanza col Pd renziano. Imbarca in questa avventura di dubbia utilità ex democristiani di ogni risma, con preferenza per quelli di origine Udeur, e personaggi che rappresentano solo se stessi, ma utili a mettere in scena la pantomima dell'Ulivo che fu.
Pone un veto su Sinistra Italiana e sulla proposta di Montanari e Falcone, perché non ci deve essere traccia di chi in questi cinque anni si è opposto con rigore alle politiche renziane, fino alla vittoria referendaria.
Conta sull'appoggio di parte dei poteri immobili di questo Paese, il cui unico interesse è fare i propri interessi.
Potrei sbagliarmi ovviamente, ma mi sembra di non vedere nulla di diverso in un'operazione costruita a tavolino con l'intenzione di imporla a colpi di botte mediatiche, per normalizzare l'unico campo potenzialmente antagonista al neoliberismo di marca Bce.
Come procediamo?
Innanzitutto continuando con tenacia a costruire lo spazio dell'alternativa di sinistra, a partire dalle persone in carne e ossa che in questi anni hanno animato sui territori liste dalla medesima ispirazione e che ora si sentono vicine all'appello del Brancaccio.
Tutte le assemblee che si sono svolte in queste settimane si sono distinte per grande partecipazione, intensità e condivisione.
In secondo luogo tendendo la mano verso le compagne e i compagni di Mdp, che fatico a immaginare entusiasti di un percorso che li allontana dalla sinistra, per riportarli esattamente al punto da cui vengono. Forse non è loro chiaro in questo momento, ma certamente lo diventerà nei prossimi mesi, quando sarà evidente l'errore fatale di aver messo le chiavi del progetto in mano a chi dall'inizio ha come unico obiettivo la ricostruzione di un'alleanza con il Pd.
Infine non dimenticando mai che lo scopo del nostro impegno non è spostare lo zero virgola sul tabellone elettorale, ma riportare alla partecipazione politica gli sconfitti del neoliberismo, per riconquistare insieme a loro un futuro radicalmente diverso.
Sappiamo che non è facile, mentre monta forte l'onda di una brutta destra, ma sappiamo anche che quell'onda si arresta solo alzandone una più forte e contraria, non abbassando la testa per farla passare.
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