A Parigi il Governo ha assunto impegni molto pesanti sul nucleare, nell'ambito degli accordi italo-francesi. Quanti ancora si illudono che questo governo non tenterà di procedere per reintrodurre il nucleare in Italia debbono ricredersi. Solo una ferma opposizione e una risposta forte dell'opinione pubblica possono fermare la folle scelta nucleare del Governo.
Non sarà facile, ma ci si può riuscire perchè nell'opinione pubblica le contrarietà o almeno le perplessità sono molto forti. Tanto è vero che i candidati della destra alla Presidenza delle Regioni, durante la recente campagna elettorale, hanno tutti dichiarato: nucleare si ma non in questa regione. Per di più ora Berlusconi ha dichiarato che si impegnerà personalmente a fare propaganda per il nucleare per farlo accettare dagli italiani, confermando implicitamente che fino ad ora non lo è.
Il ricorso delle Regioni
E' molto importante il ricorso che hanno fatto le Regioni alla Corte Costituzionale contro la legge 99/2009 che reintroduce il nucleare, contestando il mancato rispetto del titolo V della Costituzione e dei poteri che assegna alle Regioni. Per di più il primo decreto legislativo di attuazione della legge 99/2009 - riguardante la localizzazione delle centrali nucleari - ha peggiorato ulteriormente la situazione perchè è stato adottato dal Governo senza il previsto parere delle Regioni e per di più con la previsione che senza accordo il Governo deciderà comunque sostituendosi alle Regioni e - per completare il quadro - imponendo la costruzione delle centrali alle comunità locali anche con la militarizzazione dei siti.
Una legge di iniziativa popolare
Per questo nel riconoscere il valore dell'iniziativa delle 11 Regioni che hanno impugnato la legge occorre guardare oltre. Per fermare il Governo e la lobby nuclearista capeggiata in Italia da Enel occorre mettere in campo tutte le iniziative possibili. In questa direzione nelle prossime settimane il "Comitato Si alle energie rinnovabili No al nucleare" promuoverà una legge di iniziativa popolare per rilanciare l'uso delle energie da fonti rinnovabili e il no al nucleare.
Italia dei Valori ha deciso di promuovere per conto proprio - purtroppo - un referendum abrogativo della legge 99/2009 e del decreto legislativo 8/3/2010. Questa iniziativa unilaterale e solitaria dell'IdV purtroppo mette a rischio l'esito del referendum perchè nell'attuale situazione italiana solo un fronte largo e unitario può sperare di fare il quorum e quindi di vincere il referendum abrogativo. Non è in questione il referendum. Anzi avevamo proposto all'IdV semmai di promuoverlo insieme costruendo un largo consenso all'inizitiva. A questo punto sarebbe importante avere da almeno 5 Regioni (numero minimo per promuoverlo) l'impegno a promuovere il referendum abrogativo. Infatti anche per le Regioni si pone non solo il problema di difendere il loro ruolo costituzionale e le loro prerogative ma anche di contestare il merito della scelta nucleare.
Un errore clamoroso
Il nucleare assorbirà interamente le poche risorse disponibili in Italia, bloccherà nei fatti lo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili, ricadrà sui cittadini con le bollette e sulle finanze dello Stato.
Per di più anche dal punto di vista dello sviluppo e dell'occupazione è un errore clamoroso. Uno studio rivela che a parità di energia prodotta (1TWh) il nucleare crea 75 posti di lavoro mentre l'eolico 980 e il fotovoltaico addirittura 76.000.
Non è più conveniente come dimostrano ormai molti studi. Del resto per far tornare i conti i costi di costruzione sono stati calcolati alla metà del reale e ignorati quelli dello smantellamento e poi della gestione delle scorie che da soli fanno più che raddoppiare ulteriormente i costi finali.
Il nucleare è pericoloso per la salute e l'ambiente, produce scorie che rimarrano pericolose anche per centinaia di migliaia di anni. E' questa l'eredità che vogliamo lasciare alle future generazioni ? Perchè l'Italia dovrebbe scegliere una via energetica costosa e pericolosa? Per questo le Regioni dovrebbero - come chiede loro il Comitato - mettersi alla testa di un'iniziativa referendaria per abrogare la legge 99/2009 e il relativo decreto legislativo 8/3/2010
Non sarà facile, ma ci si può riuscire perchè nell'opinione pubblica le contrarietà o almeno le perplessità sono molto forti. Tanto è vero che i candidati della destra alla Presidenza delle Regioni, durante la recente campagna elettorale, hanno tutti dichiarato: nucleare si ma non in questa regione. Per di più ora Berlusconi ha dichiarato che si impegnerà personalmente a fare propaganda per il nucleare per farlo accettare dagli italiani, confermando implicitamente che fino ad ora non lo è.
Il ricorso delle Regioni
E' molto importante il ricorso che hanno fatto le Regioni alla Corte Costituzionale contro la legge 99/2009 che reintroduce il nucleare, contestando il mancato rispetto del titolo V della Costituzione e dei poteri che assegna alle Regioni. Per di più il primo decreto legislativo di attuazione della legge 99/2009 - riguardante la localizzazione delle centrali nucleari - ha peggiorato ulteriormente la situazione perchè è stato adottato dal Governo senza il previsto parere delle Regioni e per di più con la previsione che senza accordo il Governo deciderà comunque sostituendosi alle Regioni e - per completare il quadro - imponendo la costruzione delle centrali alle comunità locali anche con la militarizzazione dei siti.
Una legge di iniziativa popolare
Per questo nel riconoscere il valore dell'iniziativa delle 11 Regioni che hanno impugnato la legge occorre guardare oltre. Per fermare il Governo e la lobby nuclearista capeggiata in Italia da Enel occorre mettere in campo tutte le iniziative possibili. In questa direzione nelle prossime settimane il "Comitato Si alle energie rinnovabili No al nucleare" promuoverà una legge di iniziativa popolare per rilanciare l'uso delle energie da fonti rinnovabili e il no al nucleare.
Italia dei Valori ha deciso di promuovere per conto proprio - purtroppo - un referendum abrogativo della legge 99/2009 e del decreto legislativo 8/3/2010. Questa iniziativa unilaterale e solitaria dell'IdV purtroppo mette a rischio l'esito del referendum perchè nell'attuale situazione italiana solo un fronte largo e unitario può sperare di fare il quorum e quindi di vincere il referendum abrogativo. Non è in questione il referendum. Anzi avevamo proposto all'IdV semmai di promuoverlo insieme costruendo un largo consenso all'inizitiva. A questo punto sarebbe importante avere da almeno 5 Regioni (numero minimo per promuoverlo) l'impegno a promuovere il referendum abrogativo. Infatti anche per le Regioni si pone non solo il problema di difendere il loro ruolo costituzionale e le loro prerogative ma anche di contestare il merito della scelta nucleare.
Un errore clamoroso
Il nucleare assorbirà interamente le poche risorse disponibili in Italia, bloccherà nei fatti lo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili, ricadrà sui cittadini con le bollette e sulle finanze dello Stato.
Per di più anche dal punto di vista dello sviluppo e dell'occupazione è un errore clamoroso. Uno studio rivela che a parità di energia prodotta (1TWh) il nucleare crea 75 posti di lavoro mentre l'eolico 980 e il fotovoltaico addirittura 76.000.
Non è più conveniente come dimostrano ormai molti studi. Del resto per far tornare i conti i costi di costruzione sono stati calcolati alla metà del reale e ignorati quelli dello smantellamento e poi della gestione delle scorie che da soli fanno più che raddoppiare ulteriormente i costi finali.
Il nucleare è pericoloso per la salute e l'ambiente, produce scorie che rimarrano pericolose anche per centinaia di migliaia di anni. E' questa l'eredità che vogliamo lasciare alle future generazioni ? Perchè l'Italia dovrebbe scegliere una via energetica costosa e pericolosa? Per questo le Regioni dovrebbero - come chiede loro il Comitato - mettersi alla testa di un'iniziativa referendaria per abrogare la legge 99/2009 e il relativo decreto legislativo 8/3/2010
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