Infelice Paese, e infelice sinistra, che – a quanto sembra – non
riesce a stappare bottiglie di spumante nemmeno per la condanna
definitiva del suo nemico giurato, il massimo esponente del blocco
reazionario che ha governato l’Italia per vent’anni, e la governa
ancora. Ciò accade perché, in questo infelice Paese che è il nostro, si
riesce a occultare, anzi a rimuovere i fatti. Tutto, anche questa volta,
sembra cospirare ad occultare il fatto: la trama delle complicità di
cui Berlusconi ha goduto e gode, la protezione costante
dell’innominabile Napolitano (che parla, proprio oggi!, della necessità
di “riformare la giustizia”: chi ha orecchie per intendere intenda), il
costante strapotere mediatico che ancora dopo la sentenza ha permesso al
delinquente condannato di tenere un messaggio alla Nazione a reti unificate,
e senza contraddittorio, per ribadire la sua “narrazione” menzognera e
aprire la campagna elettorale; infine (ma soprattutto) ha cercato di
occultare il fatto, la viltà senza fine del PD che nelle ultime
settimane ha saputo solo ripetere ossessivamente il mantra insensato «La
politica non sia influenzata dalle vicende giudiziarie», come se la
difesa della verità e della dignità fossero compiti della Magistratura
soltanto e non anche della politica e di tutti/e noi.
Eppure, nonostante
tutto questo, ora niente può riuscire più ad occultare il fatto, e il
fatto è che Berlusconi Silvio, tessera P2 n.1816, è stato giudicato in
via definitiva (cioè a dire da ben tre diversi collegi giudicanti)
colpevole di un reato odioso, non una semplice evasione fiscale (come Al
Capone) ma una immensa frode fiscale compiuta – come specifica la
sentenza – avvalendosi anche dei vantaggi che gli derivavano dalla sua
posizione di Presidente del Consiglio. In nessun Paese del mondo un uomo
politico riconosciuto colpevole di un tale crimine potrebbe andare in
giro senza farsi prima una radicale plastica facciale (chissà? Potrebbe
essere una proposta per Berlusconi già abituato a lifting e trapianti e
pompette). La cifra di cui si legge di solito, 7 milioni e 300.000 euro,
è solo la piccola parte del maltolto non ancora caduta in prescrizione,
ma il maltolto nel suo complesso è di oltre 270 milioni di euro
(Giannini di “Repubblica” parla di 400 milioni); quelli bravi in
matematica possono anche calcolare quale cifra sia stata sottratta in
modo truffaldino a ciascuno/a di noi, e quante tasse le persone per bene
abbiano dovuto pagare in più al posto di Berlusconi. Ma c’è di più:
questo colossale tesoretto criminale è stato una vera matrice di
corruzione e di ulteriori reati: vengono da lì i “fondi neri” che
Berlusconi ha impiegato per comprare e corrompere, si tratti di
testimoni e di giudici, di “olgettine” pagate per tacere o di senatori
comprati in contanti perché votassero secondo i suoi comandi. Dunque la
prima cosa che dobbiamo fare è mettere tutti davanti a questi fatti,
scavalcando il mare di saliva dei Vespa e dei Telese, che cerca ancora
di occultarli. Ha certamente ragione Marco Travaglio quando ricorda che
in fondo non c’era bisogno di questa sentenza per sapere chi è Silvio
Berlusconi, dato che parliamo del “compare” del mafioso Mangano e del
piduista Licio Gelli, e del complice di Craxi, di Dell’Utri e di
Previti, cioè di un uomo già amnistiato per falsa testimonianza, e
(grazie a leggi e leggine ad personam) prescritto due volte per
corruzione giudiziaria, cinque volte per falso in bilancio e una per
rivelazione di segreto d’ufficio, nonché imputato per la compravendita
di senatori e deputati e altre simili cosette e già condannato in primo
grado per concussione e prostituzione minorile. E tuttavia una sentenza
definitiva, e dunque esecutiva, è un’altra cosa perché ora nessuno,
nemmeno il PD, può più dire di non sapere o di dubitare.
Le domande
politiche che si impongono oggi, dopo questa sentenza, sono dunque due.
La prima, di ordine generale, è capire una volta per tutte che roba sia
la borghesia italiana, una borghesia delinquente, organicamente (cioè
anche economicamente) intrecciata con la mafia e il crimine organizzato,
che si è riconosciuta per decenni in un uomo come questo e si è
affidata a lui – in nome dell’anticomunismo – per compiere la propria
politica di macelleria sociale, di distruzione dei diritti del lavoro,
di attacco frontale al reddito di lavoratori e pensionati, di lenta
asfissia della scuola e della sanità pubblica, di assalto frontale alla
democrazia costituzionale. Tutti dobbiamo sapere che se pure Berlusconi
fosse davvero morto (come dice Grillo) tuttavia il berlusconismo (cioè
il cuore della sua politica antipopolare) è ben vivo e continua ad
operare e a fare danni, ben radicato ed anzi egemone nel Governo di
Letta-nipote. La seconda domanda riguarda le forze del centro-sinistra, a
cominciare dal PD: come potete continuare a stare al Governo con
Berlusconi? E come potete pensare di affidarvi, per uscire dalla vostra
crisi, al piccolo Renzi, l’assiduo frequentatore di Arcore? Ma
soprattutto: come potete pensare di manomettere la Costituzione, come
state facendo proprio in queste settimane in Parlamento con la vostra
maggioranza “blindata” PD-PdL, la quale sta imponendo lo stupro
dell’art.138 e prepara la fine del sistema parlamentare previsto dalla
nostra Costituzione e l’instaurazione di una Repubblica presidenziale
neo-autoritaria? Che queste domande risuonino forti in ogni assemblea e
in ogni festa dell’ “Unità” o del PD, che anche i compagni del PD le
facciano proprie senza esitazioni, per ottenere che la condanna di
Berlusconi segni anche immediatamente la condanna dell’infame inciucio
che assieme a Berlusconi il PD sta portando avanti contro la
Costituzione. Per queste due condanne, insieme, noi stapperemo bottiglie
di spumante.
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