venerdì 30 agosto 2013

UN' ESTATE ALL'ITALIANA di Alessandro Antonelli, Glialtrionline.it


Ci sono gli imbecilli dell’orangotango, dei piccoli dementi e un’aquila reale che con tutta evidenza non è Calderoli.
C’è il matto, il “loco”, il Presidente. Non manca più nessuno, si vedono persino i due liocorni, eppure l’arca dell’estate politica continua a imbarcare fauna, flora, annessi e connessi: i falchi e le colombe, i mammasantissima e i peones.
Toh chi si rivede, la legge elettorale! È un solo un abbaglio, c’è la spinosa questione della vicepresidenza della Camera: “giusto o no darla a Santanchè?” si chiede attonito il mondo in preda a golpe e catastrofi.
Kazaki amari per Alfano, che non molla nessuno dei tre troni. Ma ecco ci siamo: processo Mediaset, ultimo grado prima di Porta a Porta. Occhi puntati sulla (tele)camera di consiglio: escono non escono, buon segno cattivo segno, Napolitano e Coppi. Arriva la sentenza, l’esercito di Silvio esulta, poi capisce. Boom.
Briatore certifica la rottura della pace sociale mentre un cameriere in livrea gli passa davanti alle lenti azzurrate. Bondi recepisce il messaggio e dall’alto del suo carisma ordina la guerra civile, Boldi non recepisce e se ne va coi Cinque Stelle. Cicchitto ha l’elmetto delle grandi occasioni, è dai tempi del Psi che è pronto alla pugna. Mussolini mette la maschera di Pulcinella e in aula fa la parodia del giudice Esposito, mentre il Pd (che bello il Pd…) promette un’altra generosa spaccatura al suo interno: se il Cav decade, Letta cade. E allora i pezzi, gli scontri, le psicosi, le scissioni, le auto-interdizioni. Le direzioni: Renzi vado non vado, mi si nota di più se mi candido o se non mi candido? Le 95 tesi del Nazareno, le dodici fatiche di Epifani, le nove ipotesi di Saccomanni: dai l’Imu, togli l’Imu, alla fine a pagare è solo Idem.
I cento anni di Priebke, la morte di Ersilio Tonini e la sintesi affilata di tutta una vita nell’occhiello di Repubblica: “condannò l’editto bulgaro”. Sotto le news del Corriere, nel frattempo, spuntano gli stati d’animo dei lettori e quasi sempre ci si diverte al 52%. Pure quando passa la legge sul femminicidio: se mi tocchi ti querelo, se querelo non cancello.
Papa Francesco fa il pienone sulla spiaggia di Rio, in aereo apre ai giornalisti e ai gay: i primi si fidano, i secondi no.
Il governo vara il decreto del fare baciare lettera testamento e come per incanto lo spread si abbassa e la disoccupazione si alza.
Silvio risorge, comizia sotto casa, rinasce Forza Italia, sventolano le vecchie bandiere e quelle, orgogliose, del Mir di Samorì. Sotto le ascelle degli sventolatori il segno inconfondibile della canicola romana. In grisaglia, inappuntabile, sta invece Mentana: le dirette de La7, gli speciali de La7, lo share che aumenta 7 volte 7.
Letta comincia ad abbronzarsi: è pronto per il meeting di Rimini dall’umile titolo “emergenza uomo”. In Cl sale Lupi, scende Formigoni; Rotondi approfitta delle ferie dei colleghi, svetta sulla massa e rilascia interviste di dieci minuti. Boldrini rimpiazza le pin-up nelle fantasie dei camionisti. Casini fiuta l’ora grave del Paese e scodella un’irresistibile ricetta anticrisi: convergenze in nome del Ppe. Anche il Pd fiuta qualcosa e indovina il nemico: via il Monopoli dalle strenne di Natale.
Mubarak esce dal carcere, la nipote – quella finta – invece rischia grosso.
Nessuno per le strade, solo i radicali.
 
 
P.S. :  

 
 








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