mercoledì 28 agosto 2013

Siria, missili intelligenti e un pessimo remake di Andrea Purgatori, huffingtonpost.it

È dai giorni della prima Guerra del Golfo che assistiamo allo spettacolo dei missili intelligenti che dovrebbero regolare quei conti che la diplomazia internazionale è incapace di affrontare e risolvere. Adesso sembra proprio che tocchi al regime di Assad. Ma sono passati oltre due anni dall'inizio della guerra civile, e sono già morte centomila persone. E chissà perché sono le tremila o cinquemila vittime gasate a Ghouta ad aver ferito di colpo le coscienze, da Washington a Londra.
Come è andata veramente a Ghouta? Beh, ovvio: Assad ha autorizzato l'uso dei gas. No, l'aveva già fatto ma non se ne era accorto nessuno. Anzi, i gas erano finiti nelle mani dell'opposizione che ha massacrato i civili per far cadere nella trappola Obama, Cameron e lo stesso Assad. Comunque sia, meglio rompere gli indugi e affidarsi alla chirurgia (im)perfetta dei missili per mostrare al mondo che un'autorità superiore esiste e lotta insieme a noi. L'autorità dell'Occidente che finora non ne ha azzeccata una, da Tripoli a Kabul.
C'è sempre una guerra da fare, in tempi di crisi. La guerra distrae, appassiona, disgusta. La guerra svuota gli arsenali e impone nuove spese per riempirli di nuovo. Comunque sia, smuove qualcosa. Perché si sa, basta un missile nel cielo del Medio Oriente per far schizzare alle stelle il prezzo del barile di petrolio. La guerra è un affare. Ma questa non-guerra (il missile non sporca le mani), dove ci può portare? A fianco dei qaedisti che hanno infiltrato l'opposizione armata siriana? E come reagirà la coalizione anglo-americana se al primo missile sulla Siria ne dovesse partire un altro per ritorsione dall'Iran su Israele? Coi Paesi arabi incapaci di esprimere una posizione univoca, con l'Egitto che rischia di implodere, con l'Europa che prende le distanze (basi si, basi no?), con un presidente degli Stati Uniti in calo verticale di popolarità e consensi?
Penso a Domenico Quirico e a padre Paolo Dall'Oglio, nelle mani di chissà chi e chissà dove, in quell'inferno. Penso a loro ma anche a quelle vittime "collaterali" e innocenti dei missili intelligenti che abbiamo sempre lanciato per mostrare la bandiera dove non siamo riusciti a mettere la faccia e la testa.
Penso alla prima Guerra del Golfo, che avrebbe dovuto spazzare via Saddam Hussein. E a tutto ciò che non abbiamo visto ne' saputo per anni di quell'Iraq che immaginavamo di democratizzare e restituire alla libertà.
Penso alle lezioni che non abbiamo dato o abbiamo dato inutilmente in ritardo e a questo film che si annuncia come un pessimo remake. Certo che lo avremmo potuto girare meglio, cambiando tutti i registi però.

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