La grande menzogna consiste nel volerci
persuadere che le azioni dei governi, l’austerità, la svendita del
patrimonio nazionale e l’erosione dei diritti e delle garanzie servano
per contrastare la crisi. Invece è la crisi che serve a contrastare
conquiste dei lavoratori, per promuovere l’economia informale e le nuove
schiavitù e scoraggiare l’accesso di molti a quello che vorrebbero
fosse appannaggio di pochi, per favorire, soprattutto, l’alienazione dei
beni comuni in favore della proprietà, la cancellazione della
sovranità, già ampiamente attuata, preliminare all’annientamento della
scomoda democrazia.
Ha subito un’accelerazione la profezia
contenuta nel Manifesto: «Tutti gli antichi e arrugginiti rapporti della
vita con tutto il loro seguito di opinioni e credenze ricevute e
venerate per tradizione si dissolvono, e i nuovi rapporti che subentrano
passano fra le anticaglie (…) Tutto ciò che aveva carattere stabile (…)
si svapora, tutto ciò che era sacro viene profanato e gli uomini si
trovano a dover considerare le loro condizioni di esistenza con occhi
liberi da ogni illusione». Così prendono il posto delle radiose visioni
del futuro le disincantate narrazioni della teologia del profitto, e la
grande fede di una umanità in marcia verso i lidi dell’emancipazione
universale è sostituita dal «concetto puramente geometrico del procedere
innanzi» dall’ossessione del primato della tecnologia, dall’egemonia
della scienza come capisaldi della crescita, possibilmente illimitata e
profittevole. È persuasiva quella trasformazione “privata” del
progresso al cui centro si erge la libertà - o meglio, le licenze –
degli individui, l’eliminazione delle burocrazie, il premio al merito,
il libero mercato come supremo ed equo regolatore delle relazioni
sociali, tanto da esercitare una formidabile capacità di fascinazione,
anche sui vecchi partiti della sinistra … e su giovani già vecchi. Ma
quale futuro della nostra condizione possiamo intravedere dietro queste
promesse? Quale pubblica felicità? Dopo trent’anni di propaganda
“progressiva” il risultato è che le prossime generazioni vivranno
peggio delle precedenti, i figli peggio dei padri, depredati già nella
culla di suoli, boschi acqua e futuro.
Il Governo continua a puntare sulle
privatizzazioni per dare ossigeno ai conti pubblici, ha annunciato il
presidente del Consiglio. “ Presenteremo in autunno, appena sarà
definito, il piano di privatizzazioni: ora non sono in grado di dire che
cosa e quanto. Non voglio dare adito a speculazioni: ci lavoreremo fra
agosto e settembre”. Perfino Quadrio Curzio ha dei dubbi: “Dismettere
adesso in Italia sarebbe difficile o sbagliato per due ordini di motivi.
Perchè i mercati sono deboli; perché le privatizzazioni/dismissioni
devono essere precedute in alcuni settori da razionalizzazioni mentre in
altri è necessaria una presenza pubblico-privato con una strategia di
medio-lungo termine”.
Anche per irriducibili realisti, anche
per gli ultras del pragmatismo, le svendite sono un passo irragionevole,
controproducente e autolesionista fino al suicidio. Ma come stupirsi,
hanno privatizzato partiti, parlamento, Costituzione. E proseguono su
un terreno fertile per il profitto: l’etere, privatizzato da tante
potenze economiche, l’aria che respiriamo, gli spazi urbani della nostra
mobilità quotidiana, la bellezza del paesaggio, il tempo di vita. Sono
stati traditi i referendum. La recente proposta di legge della giunta
campana, nel ridisegnare i confini degli ambiti territoriali ottimali in
cui è suddiviso il servizio idrico in Campania e quindi l’affidamento
dello stesso, è esplicitamente studiata per provare ad seppellire la
prima esperienza di ri- pubblicizzazione definitivamente completata dopo
i referendum di 2 anni fa, quella che si è costruita attorno alla nuova
Azienda speciale Abc di Napoli. Ieri il Pd, allineato come un
ubbidiente soldatino ha salvato i fondi per la scuola privata, dando uno
schiaffo alla consultazione popolare. In Sicilia il governo Crocetta ha
deciso di mettere da parte la proposta di legge di iniziativa popolare
promossa a suo tempo dal Forum siciliano per l’acqua, sostenuto da più
di 135 amministrazioni locali e da 35.000 siciliani, in favore di una
furba mediazione, che, nella sostanza, lascerebbe inalterato il quadro
di gestione privatistica lì esistente. A Mantova è in corso una
fortissima accelerazione per riavviare la procedura di gara per la
scelta di un socio privato nella gestione del servizio idrico. Per non
dire di quello sul finanziamento pubblico ai partiti, proditoriamente
aggirato da appetiti insaziabili.
E d’altro canto ci sono sponsor delle
liquidazioni che premono, Unione europea e Fondo Monetario
Internazionale. L’ Europa tramite 6 raccomandazioni chiede di ”
promuovere l’accesso al mercato per la prestazione dei servizi pubblici
locali”; il secondo, sollecita e raccomanda: ” l’agenda delle
privatizzazioni, specialmente a livello locale,…deve essere implementata
velocemente”.
I salvatori dei conti della patria sanno
bene – ammesso che sappiano qualcosa – che con le privatizzazioni la
qualità dei servizi diminuisce, che quelle realizzate per far cassa
nell’Europa Centrale e Orientale si sono tradotte in fallimenti,
incrementando solo le disuguaglianze. In Grecia, in Spagna, in
Portogallo si procede per privatizzazioni express, isole, porti,
aeroporti, ferrovie.
Ci liquidano,: piazze sostituite da
centri commerciali, spazi comuni trasformati in shopping mall. E presto
perfino questa cittadinanza virtuale sarà circoscritta, ridotta,
limitata, già oppressa da spot, inserzioni, consigli per gli acquisti.
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