giovedì 1 agosto 2013

Vinti:"Sanità pubblica umbra prima in italia per qualità e efficienza. Ottimo!"


Di Stefano Vinti
La notizia che è l’Umbria a guidare il gruppo delle cinque Regioni tra le quali saranno scelte le tre Regioni di riferimento, per la definizione dei criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario, conferma l’importanza dell’impegno di Rifondazione Comunista nella difesa della sanità pubblica.
A redigere la classifica è stato lo stesso Ministero della Salute sulla base di una procedura ed una metodologia che ha definito degli indicatori di efficienza che hanno riguardato: lo scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza collettiva sul totale della spesa (5%); lo scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza distrettuale sul totale della spesa (51%); lo scostamento dallo standard previsto per l'incidenza della spesa per assistenza ospedaliera sul totale della spesa (44%); spesa procapite per assistenza sanitaria di base; spesa farmaceutica pro capite; costo medio per ricoverato acuto; spesa per prestazione per assistenza specialistica-attività clinica; spesa per prestazione per assistenza specialistica-laboratorio; spesa per prestazione per assistenza specialistica-diagnostica strumentale. Dopo aver individuato, sulla base di questi criteri, le Regioni "eligibili", si è proceduto a calcolare l'Indicatore di qualità e di efficienza (IQE) per ciascuna delle Regioni individuate e sancendo, quale modello di riferimento, il sistema sanitario regionale umbro.
Questo traguardo è un vanto per le amministrazioni regionali che si sono susseguite negli anni e di cui Rifondazione Comunista è stata parte integrante, ma non solo: che il modello sanitario umbro possa rappresentare un modello di riferimento assesta, infatti, un colpo durissimo ai fautori delle privatizzazioni senza se e senza ma. Un risultato conseguito grazie al contributo fondamentale degli operatori sanitari: medici, paramedici, tecnici, personale amministrativo, dirigenti e direttori delle aziende, che hanno profuso un grande sforzo e dispiegato un lavoro di qualità. Grazie anche all’impegno di tutti i professionisti, che nonostante gli sforzi delle varie Giunte regionali, ancora subiscono contratti di lavoro a tempo determinato o precario, sebbene in questi anni si siano effettuate molte stabilizzazioni.
La salute - e il modo in cui lo Stato organizza il sistema sanitario - è una questione politica di prima grandezza. Incidono sulla nostra salute l'ambiente fisico e quello sociale, la distribuzione del reddito e l'organizzazione del lavoro, il sistema educativo come l'ambiente urbano e quello naturale. Per questo, il sistema sanitario, l'attenzione che si presta al complesso di attività di prevenzione, cura e riabilitazione è uno dei più sensibili misuratori del livello di civiltà di un paese: un paese che assicura la salute solo a chi può pagare è un paese barbaro e senza futuro. Le politiche neoliberiste, in particolare l’apertura di un mercato delle prestazioni sanitarie e l’impulso alla sanità privata, che le destre e una parte del centro – sinistra a livello nazionale hanno perseguito in questi anni, rischiano di pregiudicare il diritto alla salute per tutti.
Rifondazione Comunista ha fatto, da sempre, una decisa scelta di parte anche in tema di salute, in Italia come in Umbria: siamo per il miglioramento e il potenziamento del sistema sanitario pubblico e universalistico improntato sulla giustizia sociale e sulla qualità per realizzare un servizio accogliente ed efficace.
In Umbria abbiamo condotto una battaglia contro l’introduzione dei ticket regionali perché convinti che avrebbero scaricato i costi sulle fasce più deboli della società. Oggi possiamo dire che avevamo ragione. Il 96% del Servizio Sanitario Regionale umbro è pubblico nonostante i tagli che negli anni si sono susseguiti, dai tagli di operati da Tremonti nel 2010 fino a quelli previsti nel 2014 che ammontano a 180 milioni di euro. l’Umbria ha saputo reagire e resistere non mettendo in discussione l’universalità del sistema sanitario e non facendo pagare i costi delle scelte sconsiderate assunte a livello nazionale a coloro che avevano meno.
Proprio in questi mesi, la sanità umbra è stata riformata nella sua architettura istituzionale, passando da sei a quattro aziende, razionalizzando o ottimizzando i servizi offerti, potenziando la medicina del territorio e quella preventiva, definendo una nuova convenzione con l’Università di Perugia, accorpando ospedali ed investendo sull’edilizia sanitaria, riformando il servizio di 118 e dotandosi di elisoccorso in cooperazione con le Marche, razionalizzando le spese per la farmaceutica, siglando un nuovo accordo con i medici di base, ecc.
È ovvio che questo non basta. I problemi esistono e vanno risolti, senza però cedere alle tentazioni di chi pensa che solo nello smantellamento della sanità pubblica a favore dei privati e del mercato possiamo trovare le soluzioni.
Se l’Umbria è oggi un modello di riferimento per qualità e costi dei servizi lo si deve anche a chi, come Rifondazione Comunista, negli anni ha tenacemente combattuto quell’idea e altrettanto convintamene ha difeso la salute come un diritto universale e non come una merce.

Marini, Tomassoni e Vinti: Grande successo sanità pubblica umbra

"È un riconoscimento molto importante per tutta l'Umbria, che dimostra come sia possibile avere un sistema sanitario pubblico in grado di garantire la massima qualità delle prestazioni, assieme all'equilibrio di bilancio". È quanto ha affermato, nel corso dell'incontro con i giornalisti, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini che ha altresì sottolineato il fatto che "se l'Umbria è la prima delle cinque Regioni 'benchmark', ciò testimonia anche la possibilità per una piccola Regione - penalizzata dall'economia di scala dovendo comunque sostenere costi fissi a prescindere dal numero degli abitanti - di raggiungere equilibrio di bilancio, pur mantenendo alto il livello della qualità delle prestazioni".
"Se a questo risultato - ha detto - aggiungiamo i dati che emergono dal rapporto Istat relativi alla valutazione della qualità dei servizi da parte dei cittadini, allora possiamo affermare che davvero la sanità pubblica in Umbria ha un modello sostenibile economicamente e efficiente per qualità delle prestazioni".
Per la presidente Marini tale risultato, "che ci impone anche una particolare responsabilità, è frutto di un lavoro di squadra che ha visto e vede impegnati tutti i soggetti che operano nel mondo della sanità pubblica, dalle strutture regionali, alle Aziende sanitarie ed ospedaliere, alle organizzazioni professionali dei medici, dei farmacisti, di tutto il personale sanitario e degli stessi cittadini. Ciascuno - ha rilevato - ha offerto il proprio positivo contributo per il raggiungimento di un obiettivo che è essenzialmente quello di avere una sanità pubblica efficiente in grado di essere universalistica. Un risultato che è anche il frutto della capacità di programmazione in sanità che questa Regione ha espresso da molti anni".
"Voglio anche dire in questa circostanza - ha soetenuto - che questo Paese dovrebbe riflettere sulla insostenibilità di un sistema sanitario pubblico che pesa soprattutto sui cittadini che al sistema sanitario sono costretti a rivolgersi. Ritengo infatti che la sanità, per un fatto di equità, debba essere finanziata dalla fiscalità generale e non, come avviene ora, dai cittadini costretti a pagare oltre che con le tasse anche con ticket che coprono ad oggi il 25 per cento della dotazione del Fondo sanitario".
Di "bella giornata per l'Umbria" ha parlato l'assessore alla Sanità Franco Tomassoni: "Un risultato che ci gratifica per il lavoro svolto in questi anni e che assume un particolare rilievo se si considera che proprio in questi ultimi tre anni abbiamo registrato una forte riduzione delle risorse".
Per l'assessore Tomassoni, inoltre, "quella che abbiamo effettuato con la nostra riforma sanitaria e soprattutto avendo scelto il modello delle due Aziende sanitarie e ospedaliere, si rivela la scelta migliore. Certo, permangono per la sanità sia italiana che umbra delle criticità, a partire dalla inadeguatezza del Fondo sanitario nazionale che quest'anno per la prima volta ha registrato una diminuzione delle risorse. Così - ha concluso - come dobbiamo ulteriormente lavorare affinché diminuiscano ancora i tempi delle liste di attesa".
Alla conferenza-stampa è intervenuto l'assessore regionale Stefano Vinti, che ha parlato di uno straordinario risultato politico per l'Umbria.

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