Una platea sterminata di precari freelance partite IVA non
avranno gli 85 euro di Renzi ne’ avranno la Naspi, il sussidio contro
la disoccupazione che ha il nome di un idrante. Anonimo freelance
ci scrive: “ci fanno la guerra, ci dividono”
***
Sono una partita Iva. Guadagno 1.000 euro lordi al mese, poco più
poco meno. Ecco, la media è questa. Senza vergogna. Nel 2013 ho messo
da parte un reddito netto disponibile di 545 euro. Faccio il
grafico, correggo bozze, l’interprete, ho inventato anche una
collana editoriale per un piccolo editore. Non sono ancora stato
pagato, ma è una mia passione, traduco libri dalla Germania.
Parlano del nuovo lavoro, quello indipendente. Parlo di me quando
pubblico i racconti, le inchieste, le immagini di un mondo che
è molto simile a quello in cui vivo io. Questo è il mio lavoro. Questa
è la mia vita. Non la cambierei con nient’altro. Penso però che abbia
il diritto ad una tutela, a garanzie sociali, a un fisco equo, ad una
previdenza che sia anche a carico dei miei datori di lavoro, anche se
per loro lavoro solo per qualche mese. E’ giusto che per quelli come
me, e per tutti coloro che sono precari, ci sia
E, nei casi in cui sia io a darmi un lavoro? E in quelli in cui il
lavoro non lo trovo? O viene pagato poco? E quando non vengo pagato per
nulla? Ecco io sono questo. E come me ci sono milioni e milioni di
persone. Intermittenti, precari, autonomi, quinto stato,
chiamateci come volete. Noi siamo indipendenti.
Io sono fra quelli che non riceveranno gli 80–85 euro promessi dal
presidente del Consiglio Matteo Renzi a 10 milioni di lavoratori
dipendenti che hanno un reddito inferiore (o quasi) ai 25 mila euro
lordi all’anno. Io di euro ne guadagno poco più, poco meno, di 12 mila
lordi all’anno. Mi salvo solo perché con la mia compagna vivo nella
casa di proprietà dei suoi nonni. Non ho l’affitto da pagare, insomma.
Ma sono un lavoratore, proprio come quelli a cui pensa Renzi, a cui
pensano i sindacati quando applaudono a questa misura.
Preciso: non faccio guerre di religione, non voglio la guerra
sociale. Mille euro all’anno in più vanno bene, benissimo, per chi li
riceverà. Questa guerra la stanno facendo loro, che ci dividono, che
vogliono farci odiare tra di noi. Mentre invece noi siamo uguali. Nella
stessa barca.
Voglio parlare della Naspi.
Io non ho una busta paga, dunque non rispetto il prerequisito per
ottenere il sussidio: avere ricevuto una busta paga almeno per tre
mensilità. Oppure essere stato assunto. E poi licenziato. E poi avere
avuto una cassa integrazione in deroga.
Quando arriverà questo “sussidio universale” (proprio così lo
chiamano!) verrà tra un anno, forse più. Perché la legge delega
annunciata lo rimanda alle calende greche mentre ci sono milioni di
persone che avrebbero bisogno, e diritto, a percepire adesso un
reddito minimo. Che in ogni caso non riguarderà noi indipendenti.
Che confusione. Che truffa. Per tutti.
Misure ingiuste, cieche, che non sanno. Ma lo voglio dire chiaro.
Io non rimpiango, nè aspiro a fare il dipendente. Loro fanno il loro
lavoro, io il mio. E’ giusto così. Sono orgoglioso di fare il
freelance, anche se sono povero, anche se sono proletario.
Caro Matteo Renzi farò a meno delle tue promesse. Oggi è dura.
Domani lo sarà di più. Non si campa d’aria. Io meno che mai. Conosco
come andrà la mia vita. Ma saprò fare a meno dei tuoi 85 euro al mese.
Non ho soluzioni. Non faccio politica. La mia è una reazione di
pancia. E ringrazio la furia dei cervelli per averla voluta
ospitare. Voglio solo prendere le distanze da chi ci fa la guerra. Da
chi ci vuole morti. Bisogna unirsi, stare insieme. Facciamolo.
Bisogna avere spalle grandi per reggere questo urto.
Lo facciamo tutti i giorni da soli.
Perché non provare a farlo insieme?
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