Sinistre. La capolista siederà nel Gue a Strasburgo. Escluso il giovane candidato di Sel Marco Furfaro. La notizia arriva da Parigi alla fine dell’assemblea. Che le chiedeva un confronto
A
oltre dieci giorni dal voto, dopo uno psicodramma che stava
consumando una comunità politica da un milione di voti, Barbara
Spinelli decide: siederà a Strasburgo, a differenza di quanto
promesso in campagna elettorale. Ieri, con una mail arrivata da
Parigi giusto al termine di un’assemblea romana della lista — alla
quale non aveva partecipato ma dove era stata duramente contestato
l’annuncio di una sua scelta in solitaria — ha messo la parola fine
quantomeno alla sua tormentata riflessione: «Il mio collegio
naturale, la mia città è Roma. È qui che ho ricevuto il maggior
numero di voti. A Sud non ero capolista ma seconda dopo Ermanno Rea,
e da molti verrei percepita come «paracadutata» dall’alto. Mi
assumo l’intera responsabilità di quest’opzione, che mi pare la più
giusta, nella piena consapevolezza dei prezzi e dei sacrifici che
essa comporterà».
Quello che comporta è l’elezione di
Eleonora Forenza, Prc. E l’esclusione del giovane Marco Furfaro, di
Sel, che non è un complimento per un partito che sulla scommessa
della lista Tsipras si sta giocando la tenuta interna. «Sono certa che
i tanti elettori di Sel», scrive Spinelli, «approveranno
e comunque accetteranno una scelta che è stata molto sofferta»,
«conto non solo sulla loro fedeltà alla lista ma sulla loro
partecipazione immutata al progetto iniziale, che ha come
prospettiva un’aggregazione di forze alternativa all’odierno
centro-sinistra e alle grandi intese».
Quello che succederà davvero lo si
vedrà nelle prossime ore. Certo è che la decisione arriva ’a
prescindere’ dalla lunga e travagliata discussione che si era
consumata nella giornata di ieri alla Sala Umberto, dove si erano
riuniti i comitati della lista Tsipras per discutere delle prossime
mosse. Una discussione durissima, segnata dall’assenza di Spinelli —
da dieci giorni ritirata a casa sua a Parigi, con pochi contatti con i
’garanti’ della lista, che pur avendole chiesto di accettare il
seggio hanno contestato la sua riflessione solitaria,
«unilaterale», aveva detto Marco Revelli. E va anche detto che
mentre a Roma dal palco sfilava lo «Psico-Tsipras», come titola Huffington Post, in tutt’altra atmosfera alla festa del quotidiano Repubblica,
a Napoli, Curzio Maltese, anche lui eletto (in forza della rinuncia
di Moni Ovadia), anche lui assente dal dibattito romano, già
anticipava la scelta.
Dibattito duro. La platea si divide
fra chi chiede a Spinelli di restare a qualsiasi costo, chi — di più,
soprattutto i giovani — «non capisce perché lei non voglia
discuterne con noi», Luca Spadon, già portavoce di Link,
«innescando una disumanizzazione in rappresentanti di partiti
di due ragazzi in prima fila nelle lotte contro la precarietà e per
l’università. Al prossimo passo dobbiamo arrivarci tutti assieme».
«La politica in cui tutto rimane sottinteso è vecchia politica»,
spiega Jacopo Argilli. La questione generazionale a metà assemblea
esplode, dal palco i ragazzi attaccando: «Non si è autorevoli solo se
si hanno più di 65 anni e una cattedra». Ma non è neanche un derby
giovani-vecchi, negli interventi rimbalza il tema del «prendersi
cura» di una creatura politica nascente.
Lei sa «che molti sono delusi: il
proposito espresso all’inizio di non andare al Parlamento europeo
sarebbe disatteso, e questo equivarrebbe a una sorta di
tradimento. Non sento tuttavia di aver tradito una promessa.
I patti si perfezionano per volontà di almeno due parti e gli
elettori il patto non l’hanno accettato, accordandomi oltre 78mila
preferenze», e crede anzi con il suo ripensamento di «proteggere
la lista» dalle «logiche di parte. Proprio le divisioni
identitarie che si sono create sul mio nome mi inducono a pensare
che la mia presenza a Bruxelles garantirebbe al meglio la
vocazione, che va assolutamente salvaguardata, del progetto —
inclusivo, sopra le parti — che si sta costruendo».
Sono risposte che non rispondono alle domande poste dal palco romano, né potrebbe essere diversamente: Spinelli non le ha ascoltate.
La lista Tsipras va avanti, prossimo appuntamento un’assemblea nazionale il 19 luglio. Ma inutile nascondere che la scelta di Spinelli apre problemi almeno quanti vorrebbe chiuderne. L’esclusione di Furfaro non piacerà a molti dei ragazzi che hanno animato i comitati.
Sono risposte che non rispondono alle domande poste dal palco romano, né potrebbe essere diversamente: Spinelli non le ha ascoltate.
La lista Tsipras va avanti, prossimo appuntamento un’assemblea nazionale il 19 luglio. Ma inutile nascondere che la scelta di Spinelli apre problemi almeno quanti vorrebbe chiuderne. L’esclusione di Furfaro non piacerà a molti dei ragazzi che hanno animato i comitati.
E quell’allusione a una forza
«alternativa al centrosinistra» suona come un messaggio a Sel,
che pure scommettendo sulla lista Tsipras non ha chiuso con l’idea di
un ancora possibile centrosinistra.
Intanto il costituzionalista
Stefano Rodotà a Roma benedice la lista e chiede di andare avanti
sulla strada unitaria: non dividere «l’Altra Europa» dall’«Altra
Italia», «ricostruire una cultura politica non astratta ma
innervata nel lavoro sociale. Ma un primo tratto, straordinario,
è stato fatto. Io, per quello che posso, proverò a starci dentro»,
annuncia. «Dobbiamo costruire una coalizione sociale», spiega il
giurista, e ne snocciola una bozza di programma: cambiare l’art.81,
ovvero il pareggio in bilancio in Costituzione; via l’art.8 della
legge Sacconi, ovvero le deroghe ai contratti nazionali;
opposizione «a una riforma costituzionale che porterà a una nuova
divisione fra cittadini e istituzioni»; «ricostruzione morale»
della cultura della sinistra, che è «incompatibile con le intese
larghe, strette, corte o qualsiasi esse siano». È lo slancio che in
molti aspettavano da mesi. Dal palco arriva anche il sì di Francesco
Campanella, ex M5S, a testimonianza che la compagnia si potrebbe
allargare. Ma la partenza è amara.
DANIELA PREZIOSI
da il manifesto
Intervista a Massimo Torelli: “La partenza non è stata forse la migliore ma questa non è una coalizione elettorale, è un progetto di cambiamento”
«Barbara
doveva essere presente alla nostra assemblea. La sua presenza
sarebbe stata un valore in sé, e invece la sua assenza ha trasmesso
ansia». Massimo Torelli, coordinatore della lista L’Altra Europa con
Tsipras, stavolta non condivide la scelta di Barbara Spinelli,
capolista nel centro e nel sud, di non partecipare
all’appuntamento con i comitati, che ieri a Roma hanno discusso sulla
prosecuzione dell’esperienza unitaria. «E poi sono proprio
amareggiato dal ricevere la lettera a fine assemblea, era meglio
averla e discuterne oggi».
Spinelli si confronterà con i suoi elettori e gli attivisti solo dopo aver comunicato la sua scelta definitiva?
Immagino di sì. Il confronto è fondamentale nella pratica di un soggetto collettivo ed è condizione assolutamente necessaria per portare avanti il soggetto stesso. La sua assenza in questi giorni, così rilevante, scatena una dimensione di angoscia che fa un brutto contrasto con la fiducia e speranza che si sono messe in moto con la vittoria della lista.
Immagino di sì. Il confronto è fondamentale nella pratica di un soggetto collettivo ed è condizione assolutamente necessaria per portare avanti il soggetto stesso. La sua assenza in questi giorni, così rilevante, scatena una dimensione di angoscia che fa un brutto contrasto con la fiducia e speranza che si sono messe in moto con la vittoria della lista.
Condivide la scelta ’solitaria’ di Spinelli?
Ero convinto che dovesse accettare il seggio, lo sono tutti ’garanti’. Non mi convince una scelta individuale sull’opzione tra Forenza e Furfaro. Non le fa e non ci fa bene. Lo dico da giorni, per questo ho chiesto sempre che lei non entrasse in questa questione, essendo la garante di tutti. E poi bisogna confrontarsi in prima persona. Lei ha il carisma per farlo, anche se fosse stata tra noi sarebbe stata travolta dal rispetto e dagli applausi. E averla sul palco con Rodotà sarebbe stato bello.
Ero convinto che dovesse accettare il seggio, lo sono tutti ’garanti’. Non mi convince una scelta individuale sull’opzione tra Forenza e Furfaro. Non le fa e non ci fa bene. Lo dico da giorni, per questo ho chiesto sempre che lei non entrasse in questa questione, essendo la garante di tutti. E poi bisogna confrontarsi in prima persona. Lei ha il carisma per farlo, anche se fosse stata tra noi sarebbe stata travolta dal rispetto e dagli applausi. E averla sul palco con Rodotà sarebbe stato bello.
Veramente
molti attivisti invece non hanno affatto applaudito al cambio di
opinione che l’ha portata dal candidarsi chiarando di non voler
essere eletta a fare la parlamentare.
Lo capisco e lo rispetto, ma con lei parlamentare saremo più forti in Europa. E poi tutti sappiamo che questa lista è il progetto Spinelli. Certamente tanto più lei la rivendica come scelta sua, tanto più deve avere la forza di sostenerla. Mandare la sua scelta doppia a fine assemblea non è felice.
Lo capisco e lo rispetto, ma con lei parlamentare saremo più forti in Europa. E poi tutti sappiamo che questa lista è il progetto Spinelli. Certamente tanto più lei la rivendica come scelta sua, tanto più deve avere la forza di sostenerla. Mandare la sua scelta doppia a fine assemblea non è felice.
Questo psicodramma iniziale azzopperà la partenza della «coalizione» che si è unita intorno alla lista Tsipras?
Ma no, è un problema ma piccolo rispetto a quelli superati. E questa non è una coalizione elettorale, è un progetto di cambiamento. La partenza non è stata forse la migliore, doveva essere solo un festeggiamento e ancora non lo è stato. Ma a tutto questo c’è rimedio, insomma la superiamo e bene. Sono convinto che sarà un’ottima parlamentare, di un ottimo gruppo e che tutti faremo un gran lavoro. Ora deve confrotnarsi, stare e ringraziare i suoi elettori e anche i tanti non eletti, che hanno portato tanti voti alla lista ed hanno permesso un risultato largamente inaspettato. Ripeto, la lista Tsipras non si indebolisce, anzi si rafforza con lei parlamentare e in politica. Con Renzi al 41 per cento capisco che si parli di un ’cambio’ di condizioni politiche. Questo comporta cambiare: la scelta di passare da un ruolo di servizio a ruolo politico impone di stare fisicamente nei confronti, anche quelli più difficili.
Ma no, è un problema ma piccolo rispetto a quelli superati. E questa non è una coalizione elettorale, è un progetto di cambiamento. La partenza non è stata forse la migliore, doveva essere solo un festeggiamento e ancora non lo è stato. Ma a tutto questo c’è rimedio, insomma la superiamo e bene. Sono convinto che sarà un’ottima parlamentare, di un ottimo gruppo e che tutti faremo un gran lavoro. Ora deve confrotnarsi, stare e ringraziare i suoi elettori e anche i tanti non eletti, che hanno portato tanti voti alla lista ed hanno permesso un risultato largamente inaspettato. Ripeto, la lista Tsipras non si indebolisce, anzi si rafforza con lei parlamentare e in politica. Con Renzi al 41 per cento capisco che si parli di un ’cambio’ di condizioni politiche. Questo comporta cambiare: la scelta di passare da un ruolo di servizio a ruolo politico impone di stare fisicamente nei confronti, anche quelli più difficili.
M.D.C. - il manifesto
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua