Ritengo interessante interloquire con i contenuti del documento
“Comunisti adesso”, promosso da diversi compagni provenienti dal Pdci,
come pure con i contenuti dell’assemblea che si è tenuta sabato scorso a
Roma, presso i Magazzini Popolari Casal Bertone.Il superamento del
quorum alle europee del 25 maggio da parte della lista L’Altra Europa
con Tsipras determina un salto di qualità e consente di tenere aperta la
prospettiva della costruzione della sinistra di alternativa nel nostro
Paese. Se in tale costruzione sono preziose la partecipazione e la
presenza di movimenti, associazioni e “pezzi” di sinistra diffusa,
voglio soffermarmi sul contributo che hanno dato e devono dare le
comuniste e i comunisti. E’ un contributo peculiare, diverso dagli
approcci di gran parte degli altri settori della sinistra, perché
fondato sulla necessità di superare il lavoro salariato e la
mercificazione integrale delle cose e dei rapporti sociali quale
possibilità di uscita dalla crisi in cui si dibatte l’umanità; perché
basato sul nesso tra l’obiettivo di costruire un forte movimento operaio
in Italia e in Europa e la presenza nei movimenti e nelle lotte
sociali. Senza questo contributo, ogni tentativo di ricostruire la
sinistra italiana rischia di sbandare e di perdere di vista i propri
obiettivi di fondo. Per questo, dobbiamo contribuire allo sviluppo del
progetto della sinistra di alternativa – di cui la lista Tsipras è stato
un primo passo – e, al contempo, lavorare per una ricomposizione delle
comuniste e dei comunisti disponibili ad andare in tale direzione, sulla
base di un rinnovato processo della rifondazione comunista. Il Prc ha
sempre ritenute insufficienti e fuorvianti formule quali “l’unità dei
comunisti” o “l’unità della sinistra”, poiché l’unità in sé, sganciata
da un progetto comune e dalla collocazione politica e sociale, è
destinata ad andare in frantumi al primo tornante impegnativo.A noi
interessa proseguire lungo la linea della rifondazione dell’ipotesi
comunista e di una sua soggettività politica organizzata, contribuendo a
definire un terreno di lavoro comune delle comuniste e dei comunisti
che metta al centro la costruzione del conflitto di classe dal basso e,
appunto, la prospettiva della sinistra di alternativa, nemica radicale
delle destre e antitetica al Pd. Del resto, se il partito di Renzi ha
raggiunto più del 40% dei consensi, questo ha a che fare con l’assenza
nel nostro Paese di un conflitto sociale generale in grado di
“smascherare” le politiche neo-liberiste e i suoi sostenitori e di
mobilitare. La nostra direzione è incompatibile tanto con l’opzione del
fare “la sinistra del centrosinistra” quanto con la collocazione nelle
“terre di mezzo” e dice, appunto, che ampliare e rafforzare il percorso
della rifondazione comunista è possibile.
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