martedì 10 giugno 2014

Ferrero (Prc): “A Livorno ha perso il Pd di Renzi. Sel adesso scelga tra lui e la vera sinistra”

ferreroLa sinistra a Livorno ieri non ha perso, anche perché non ha partecipato al ballottaggio. Questo il pensiero di Paolo Ferrero che, nell’intervista a IntelligoNews, sottolinea come l’aver sfiorato il secondo turno contro “il Pd di un Renzi attore di una campagna a reti unificate” sia stato comunque un risultato positivo nella città toscana.
Per Ferrero il cosiddetto caso Barbara Spinelli è un “non caso”, mostrando semmai un tentativo di Sel di scaricare sulla più votata tra i candidati de L’Altra Europa un problema politico tutto interno al partito: allearsi o meno con Renzi?
In un tweet ha scritto che la sinistra a Livorno non ha perso. Si riferisce a un Pd più di centro che di sinistra?
«Tutto nasce dalla necessità di chiarire un equivoco: il Partito Democratico non è la sinistra! Bisognerebbe smetterla di continuare a definire così un partito guidato da un democristiano amico dei banchieri, con una linea politica più che moderata».
Anche perché al primo turno la sinistra a Livorno si era presentata da sola…
«Nelle sue varie componenti si era presentata separata dal Pd, e per pochissimo non è arrivata al ballottaggio lo scorso 25 maggio (16,3% a 19%, ndr). Non c’è stato nessun apparentamento tra Movimento 5 Stelle e noi in questo ballottaggio, questo è naturale. Di certo non ha perso la sinistra, visto che non siamo stati alleati con il Pd».
Suona dunque una sirena d’allarme importante per Renzi?
«Posso dirle che non è la prima volta che succede, basti pensare a Napoli, Palermo e Messina dove, da sinistra, abbiamo sconfitto il centrosinistra. A Parma lo scorso anno, ed ora a Parma e Civitavecchia il centrosinistra è stato comunque sconfitto.
A chi si era fatto illusioni che Renzi potesse fare chissà che cosa, ricordo che in realtà ha solo cavalcato una grande campagna elettorale a reti unificate avente come protagonista gli 80 euro!
Il vero problema, comunque, sono le politiche neo-liberiste applicate a livello locale. Si genera un’insoddisfazione della gente per quasi chiunque governi, perché ogni sindaco è costretto a tagliare per le direttive del governo centrale! Gli enti locali sono semplicemente quelli che tagliano, tagliano e tagliano…».
Non vi è tanto un’alternanza democratica, quanto un’alternanza indotta…
«Sì, perché c’è la continua speranza che il prossimo sindaco sia meglio del precedente, ma non basta cambiare i politici, occorre semmai modificare le politiche!
Chi ruba tra i politici, sia chiaro, va messo in galera senza nessuna accondiscendenza. Insieme alla lotta per l’onestà, però, deve esserci anche quella per l’eliminazione delle politiche neo-liberiste che favoriscono banche e finanza penalizzando il welfare. Draghi è per me una persona onestissima, ma la sua politica sta distruggendo lo stato sociale in Europa».
In una recente intervista ci parlò della necessità di arrivare alla costituente della sinistra italiana. Il cosiddetto caso Spinelli è dunque fisiologico in un momento di confronto e costruzione, oppure rischia di minare il processo da lei auspicato?
Non penso ci sia nessun caso, Barbara Spinelli è stata eletta perché votata. Il fatto che chi è arrivato secondo si metta a insultare chi è arrivato primo, mi sembra che superi il limite. La cosa, comprensibile sul piano personale, è francamente eccessiva e la polemica ha una ragione politica da parte di Sel che pone un problema come partito…».
renzi vendola
Più che il candidato, è probabilmente il partito che sta battendo i pugni sul tavolo…
«Quando si fa una lista unitaria senza nessuna contrattazione a monte, si può arrivare anche secondi.
Sel ha un problema politico da chiarire visto che il giorno dopo delle elezioni ha ricominciato a parlare di Schulz e dei socialisti, ma la sinistra da costruire deve stare da una parte ben specifica, e non a metà tra Schulz e Tsipras!
Non vorrei che Sel scaricasse sulla Spinelli, quasi fosse un capro espiatorio, un problema che è prettamente politico: allearsi con Renzi o costruire la sinistra italiana? Questo è il nodo».

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