Umbria grida terra. Anzi, meglio: Umbria grida guerra. Guerra a
Eataly. Guerra per il Mercato coperto. Guerra, in ultimo, per il cuore
di Perugia. Pieno centro storico. I ragazzi del Progetto Paul Beathens
non ci stanno. Farsi accostare a Oscar Farinetti e al probabile sbarco
del colosso è un boccone che non proprio non va giù a chi per mesi ha
lavorato per rimettere a nuovo l’immobile semiabbandonato. E così
pensano a una lettera aperta al sindaco per avere spiegazioni. E in
pentola bolle un progetto che trasformi la tre giorni di Umbria grida
terra in qualcosa di stabile. Magari ripetibile, mese dopo mese. Forti
di numeri impressionanti e di una affluenza di pubblico da applausi.
L'evento di tre giorni (che si concluderà oggi, domenica 9 marzo) li
ha lanciati sulle ali dell’entusiasmo. Ma il punto, adesso, diventa
politico. “Perché lasciare uno spazio pubblico, di tutti, in pieno
centro storico, in mano a un privato?”, si chiedono i ragazzi del Paul
Beathens. “Perché sottovalutare una realtà che dà ossigeno all’economia
del territorio, che permette ai produttori locali di lavorare?”. E
ancora: “Perché far passare il messaggio che Umbria grida terra sia
Eataly? Non è così. Sono due modelli diversi. Completamente diversi”.
Meglio: antitetici. “Noi – sottolineano i ragazzi del Paul Beathens –
puntiamo a rivitalizzare il centro storico e l’economia dell’Umbria,
partendo e promuovendo chi produce qui, nella nostra regione. E lo
facciamo partendo da uno spazio pubblico, della comunità. E tale deve
restare”. Il Mercato coperto torna al centro della scena. La battaglia
sta per cominciare.
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